È considerato uno dei migliori portieri italiani di sempre[5][6].
Caratteristiche tecniche
Olivieri era noto per il coraggio nelle uscite[7] e per la spettacolarità degli interventi,[8] uno stile che gli valse il soprannome di Gatto Magico.[7]
Carriera
Giocatore
Club
Esordì nella stagione 1929-30 nel Verona in Serie B, passando al Padova nel 1933-34. L'esordio in Serie A avvenne il 10 settembre 1933 in Padova-Torino 1-0. Tuttavia giocò soltanto otto gare, poiché durante un'azione di gioco, un'uscita spericolata su un attaccante (Andrea Gregar) gli causò la frattura del cranio che, come ebbe a dichiarare, per tutta la vita gli procurerà forti emicranie e lo renderà curiosamente sensibile ai cambi di clima[6]. Dopo appena un anno di convalescenza e contro il parere dei medici, Olivieri andò a giocare nella Lucchese nella serie cadetta, riuscendo a conquistare una promozione in Serie A con la squadra toscana, dove rimase 4 stagioni e dove si fece notare dal CT della NazionaleVittorio Pozzo.
Poi, nella stagione 1938-39 arriva al Torino, chiamato da Egri Erbstein, che lo aveva allenato già a Lucca.
Nella squadra granata Olivieri giocò quattro campionati per un totale di 113 partite, prima di passare al Brescia dove chiuse la carriera in Serie B nella stagione 1942-43, giocando 32 partite.
Nazionale
Debuttò in Nazionale il 15 novembre 1936 nella gara con la Germania pareggiata 2-2 e giocò 24 partite (più 3 con la Nazionale B).
Fu il portiere titolare della Nazionale italiana campione del mondo nel 1938 in Francia, sotto la guida di Vittorio Pozzo. Avrebbe dovuto essere il portiere di riserva, ma l'infortunio di Carlo Ceresoli lo portò a essere titolare. È ricordato in particolare per un'ottima parata che salvò il risultato durante la prima partita contro la Norvegia: l'attaccante Knut Brynildsen si presentò solo davanti a lui e fece un gran tiro, che Olivieri riuscì a deviare con le dita. La palla toccò l'incrocio dei pali e finì in calcio d'angolo. La parata fu così buona che il norvegese si avvicinò a Olivieri e gli strinse la mano.[9]
Nel dopoguerra intraprese la carriera di allenatore, partendo dal Viareggio e ottenendo poi tre promozioni in Serie A con la Lucchese, con l'Udinese[11] che grazie ad Olivieri passò dalla Serie C alla Serie A in meno di due anni, e con la U.S. Triestina. L'Udinese, infatti nel campionato 1949-50 arrivò seconda, con sessanta punti, dietro al Napoli. Olivieri in quel periodo viveva a Udine in un elegante appartamento messo a disposizione dal Vicepresidente del club, Raimondo Mulinaris, industriale del settore alimentare (proprietario di un importante pastificio) nella centrale via Cussignacco[12].
In seguitò ottenne buoni risultati sulle panchine, tra le altre, di Inter e Juventus; nel 1956 fu sospeso per un anno, per aver trattato trasferimenti di giocatori, attività all'epoca proibita agli allenatori[13].
Sul finire della carriera allenò per quattro stagioni la Casertana, prima di diventarne direttore sportivo nella stagione 1968-1969, conclusasi con la mancata vittoria del campionato di Serie C per una penalizzazione e il conseguente scoppio della "rivolta del pallone"[14].
Statistiche
Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
^Pickford right height for victory, su The Gambling Times, 6 luglio 2018. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2020).
^Almanacco illustrato del calcio, Carcano edizioni, 1965, p. 192.
^Almanacco illustrato del calcio, Carcano edizioni, 1966, p. 180.
^Almanacco illustrato del calcio, Carcano edizioni, 1967, p. 198.
^ Rossano Donnini, Guerin Sportivo, novembre 2013.
^ab Carlo F. Chiesa, We are the champions – I 150 fuoriclasse che hanno fatto la storia del calcio, in Calcio 2000, supplemento al n. 22, agosto 1999, p. 124.