Cresciuto nell'Ardens di Bergamo, arrivò all'Atalanta nel 1928 con cui esordì in Divisione Nazionale il 13 gennaio 1929 a 18 anni in una stagione culminata con la retrocessione della squadra (i bergamaschi sarebbero poi arrivati quarti in Serie B alla sua ultima stagione), passò all'Inter, con cui nelle stagioni 1932-1933 (in cui la squadra fu finalista di Coppa dell'Europa Centrale con l'Austria Vienna), 1933-34 e 1934-35 giunse secondo in Serie A. Fu quindi ceduto al Bologna (con cui vinse anche il Torneo dell'Esposizione di Parigi e di cui, dopo l'introduzione della numerazione sulle maglie nel campionato 1938-1939, divenne il primo "numero 1"[1]) con cui si laureò due volte campione d'Italia, nel 1936-1937 e nel 1938-1939 (in cui però nel 1938 si procurò un'incrinatura ossea al braccio[l'informazione è contenuta nel libro riportato nelle note, resta da vedere in che occasione subì l'infortunio]), per trasferirsi poi al Genova 1893, che nella stagione 1939-1940 giunse quinta; terminò la sua carriera ad alto livello nella Juventus, con cui vinse la Coppa Italia.
Nazionale
Giocò in Nazionale ai tempi del commissario tecnico Pozzo, debuttando il 25 marzo 1934 a Milano nella partita di qualificazione per il campionato mondiale contro la Grecia.[2] Designato come portiere titolare per i mondiali del 1934 che si sarebbero disputati in Italia, s'infortunò al braccio durante la preparazione[3] colpito da un tiro di Pietro Arcari,[4] che lo costrinse a saltare il mondiale.
Riprese il suo posto tra i pali il 14 novembre 1934 in Inghilterra-Italia 3-2, partita che passò alla storia del calcio come la Battaglia di Highbury, in cui parò un rigore a Eric Brook: Brook, specialista nei calci di rigore, fece partire dal dischetto un tiro angolato e potente che il portiere italiano riuscì a deviare in angolo. Questa è considerata una delle parate più famose della storia del calcio.[5]
Successivamente vinse la Coppa del Mondo del 1938, da riserva di Aldo Olivieri. In totale ha disputato 8 partite subendo 10 reti.
Allenatore
La sua prima panchina importante fu quella dell'Atalanta; l'inizio del campionato non fu comunque dei più felici; arrivò quindi a far pressioni sulla società perché fornissero rinforzi per l'attacco dell'Atalanta, che portarono la dirigenza ad acquistare il capitano della nazionale svedese Hasse Jeppson:[senza fonte] la squadra passò dal terzultimo posto al dodicesimo al termine del campionato e il giocatore fu ceduto per l'allora notevole somma di 105 milioni al Napoli[6]; l'anno successivo passò alla Salernitana che giunse 11ª in Serie B ma in seguito ritornò ad allenare la società bergamasca, 11ª in Serie A nel campionato 1963-1964 con lui alla guida.
Statistiche
Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Erberto Levi, Campioni e avvenimenti del giorno, supplemento al n. 25 de La Gazzetta dello Sport, gennaio 1934.
Sandro Sabatini, Almanacco agenda Inter 2000, supplemento al n. 11 di Inter Football Club, novembre 1999.
Elio Corbani e Pietro Serina, Cent'anni di Atalanta, vol. 2, Bergamo, Sesaab, 2007, pp. 305 (scheda giocatore), 399 e 400 (scheda da allenatore), ISBN978-88-903088-0-2.
Carlo F. Chiesa e Lamberto Bertozzi, L'enciclopedia dei cento anni - 1909 2009 - Bologna Football Club - Il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, settembre 2009, p. 43.
Davide Rota, Dizionario illustrato dei giocatori genoani, Genova, De Ferrari, 2008, ISBN978-88-6405-011-9.