Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 28 marzo 2013.[4]
«Stemma fasciato di rosso e d'oro, alla lista svolazzante e con le estremità accartocciate, di azzurro, recante la scritta in lettere maiuscole di nero: FERME TOI; essa lista unita all'ingiù a due staffili di nero con le staffe d'oro; la lista attraversante la prima e la seconda fascia, le staffe caricanti la quinta fascia. Ornamenti esteriori da Comune.»
Le insegne della Comunitas di Valperga appaiono nel consegnamento degli stemmi (controllo generale del diritto a fregiarsi di un blasone da parte di enti e famiglie, durante il quale si doveva pagare una tassa) del 1613 voluto da Carlo Emanuele I di Savoia, e presentava due staffe d'oro con gli staffili rossi in campo d'argento ed il motto sopra "Ferme toi". L'onorificenza della staffa e il motto erano stati concessi alla famiglia dei conti di Valperga nel 1418 per i meriti in battaglia di Giorgio, conte di Mazzè, al servizio dell'imperatore Sigismondo, e poi estesa all'intera comunità. Lo stemma è stato modificato più volte nell'Ottocento con l'aggiunta delle fasce d'oro e di rosso, riprese dall'antico stemma dei Valperga, su cui era raffigurata una piantina di canapa d'argento.
Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di rosso.
Valperga offre varie escursioni naturalistiche. La più interessante a livello di importanza storica è la via pedonale che collega il centro di Valperga con il Sacro Monte di Belmonte, quest'ultimo notevole dal punto di vista storico, artistico e culturale. Anche il sentiero numero 8 collega il paese e il santuario.
Dal centro di Valperga, in direzione Pertusio, vi è una strada secondaria sulla sinistra che permette di raggiungere due piccoli laghetti noti come "Laghetti Azzurri" (visibili dall'alto anche dalla terrazza panoramica di Belmonte), molto suggestivi nel periodo invernale quando ghiacciano.
Tradizionale a Valperga è l'artigianato del rame. Gli antichi calderai, i cosiddetti magnin, erano in origine montanari che, per lavorare, scendevano dai monti per riparare e fabbricare paioli di rame (le ramine) ed altri utensili per la cucina. Quest'arte, diede origine alla fase embrionale della industrializzazione.[7]