blasonatura: d'oro al capriolo di rosso, caricato di tre rose d'argento, bottonato d'oro ed accompagnato da tre sparvieri di nero volanti, i due superiori affrontati. Cimiero: un angelo in maestà nascente, crinito ed alato d'oro, vestito d'argento, portante un pendaglio d'oro.
La famiglia Sparavieri (anticamente de Sparaveriis o Sparaverii)[1] è una famiglia nobileitaliana di Verona.
Storia
Gli Sparavieri vennero ascritti al Maggior Consiglio di Verona dal 1400, nella persona di Antonio, rimanendovi fino alla soppressione e fu compresa nel Campione dell'estimo dal 1409. Ebbero in proprietà uno dei monti della Lessinia che prese il loro nome e furono presenti, oltre che a Verona, anche nelle zone circostanti, come ad Arbizzano, Cerea, Ronco all'Adige e Sona. In vari anni compresi tra il 1671 e il 1740 ricoprirono le cariche di vicario della Casa dei Mercanti, provveditore del Comune, podestà di Peschiera, giureconsulti, giudici di Collegio e ciambellani imperiali. Girolamo Murari dalla Corte narra che Sigismondo di Lussemburgo creò conte e cavaliere Gentile Sparavieri nel 1452.[2][3][4][5]. Gli attuali esponenti discendono da un Bartolomeo Sparavieri, morto a Verona nel 1380.
Beatrice Sparavieri, madre badessa del monastero benedettino di Santo Spirito dal 1415 al 1438, commissionò un missale romanum a Giovanni Rasio da Imola, arciprete di San Procolo, che lo completò il 23 marzo 1424[6][7].
Francesco Sparavieri, nato a Verona nel 1631, laureatosi a Padova sotto la guida di Ottavio Ferrari[8] fu dotto giureconsulto e letterato che in più occasioni venne chiamato a cariche pubbliche della sua città; rimase famoso il suo Castigationes ad Apologiam Thomæ Mazzæ et adversus responsiones Maccedi, edito nel 1676, per il quale ricevette encomi anche dal granduca Cosimo III de' Medici. Morì a Ronco all'Adige nel 1697[9].
Degna di nota era la pala raffigurante l'Adorazione dei Magi dell'Orbetto, acquistata da Giovanni degli Emili e poi di proprietà Sparavieri, attraverso il matrimonio di Vittoria degli Emili con Luigi Sparavieri, sino al 1944, anno dal quale non si hanno più notizie dell'opera.
Carlo Sparavieri e la moglie Giulia Guidi di Bagno furono gli ispiratori del romanzo La Pensierosa di Olga Visentini, ambientato in parte nella Villa Sparavieri di Cerea: «In quel romanzo di Olga Visentini ha l'appellativo di "Pensierosa" ed eroina della drammatica vicenda è Bianca da Prato in Sansalvaro, che io mi permetto di personificare nella contessa Giulia Sparavieri dei conti Guidi, marchesi di Bagno. La narrazione a fondo storico è anche frutto d'invenzione, ma luoghi, tempi e sovente personaggi sono presentati con molta parvenza di verità»[10].
La nobiltà della famiglia venne confermata con Sovrana Risoluzione il 12 ottobre 1818[13] e, successivamente, con Regio Decreto motu proprio di riconoscimento il 1º marzo 1896 e con le Regie Lettere Patenti del 20 luglio 1896, con la seguente blasonatura "D'oro al capriolo di rosso, caricato di tre rose d'argento, bottonato d'oro ed accompagnato da tre sparvieri di nero volanti, i due superiori affrontati. Cimiero: un angelo in maestà nascente, crinito ed alato d'oro, vestito d'argento, portante un pendaglio d'oro."