Sangiaccato di Sirmia

Sangiaccato di Sirmia
Sirem sancağı
Sremski sandžak
Srijemski sandžak
Informazioni generali
CapoluogoUyluk (in turco: Uyluk: oggi Ilok), Dimitrofça (in serbo: Dmitrovica, Sremska Mitrovica)
Dipendente daImpero ottomano (bandiera) Impero ottomano
Amministrazione
Forma amministrativaSangiaccato
Evoluzione storica
Inizio1541
CausaIstituzione
Fine1699
CausaDissoluzione
Preceduto da Succeduto da
Comitato di Sirmia
Comitato di Valkó
Sangiaccato di Smederevo
Frontiera militare
Regno di Slavonia

Il sangiaccato di Sirmia (in turco Sirem sancağı, in serbo Sremski sandžak?, Сремски санџак, in croato Srijemski sandžak) era sangiaccato dell'Impero ottomano costituito nel 1541.[1] Si trovava nella regione di Sirmia e faceva parte dell'Eyalet di Budin. Il centro amministrativo del Sangiaccato di Syrmia fu dal 1542 Uyluk[2] (in croato: Ilok) e nella seconda metà del XVII secolo fu spostata a Dimitrofça (in serbo: Dmitrovica, oggi Sremska Mitrovica). La maggior parte del sangiaccato fu ceduto all'Austria secondo i termini del Trattato di Carlovitz nel 1699.[3] Il resto del territorio di sangiaccato fu trasferito al sangiaccato di Smederevo e in seguito fu ceduto anche all'Austria secondo il trattato di Passarowitz nel 1718.[4]

Zemun ottomano nel 1608

Divisioni amministrative

Nel 1583-1587, il sangiaccato era diviso in diverse nahiya:

Nel 1667, il sangiaccato era diviso in diversi kadiluk:

Popolazione

Il sangiaccato era per lo più popolato da serbi ortodossi e musulmani di varie origini etniche. La popolazione dei villaggi era interamente serba, mentre la popolazione dei paesi e delle città era etnicamente e religiosamente diversificata. La città più grande del sangiaccato era Dimitrofça (Dmitrovica), che, secondo i dati del 1545-1548, era popolata principalmente da serbi e secondo i dati del 1566-1569 principalmente da musulmani.

Note

  1. ^ (EN) Giuseppe Carlone, Nicola Martinelli e Francesco Rotondo, Designing Grid Cities for Optimized Urban Development and Planning, IGI Global, 2 marzo 2018, p. 134, ISBN 978-1-5225-3614-7. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  2. ^ (EN) Marin Topić, Zvonko Maković e Lidija Ivšak, Slavonia and Baranya, Pegaz, 1995, p. 79, ISBN 978-953-6184-14-9. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  3. ^ Il mondo contemporaneo, Società editrice fiorentina, p. 200. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  4. ^ (EN) Paul Robert Magocsi, Historical Atlas of Central Europe: Third Revised and Expanded Edition, University of Toronto Press, 12 novembre 2018, p. 65, ISBN 978-1-4875-2331-2. URL consultato il 2 ottobre 2021.

Bibliografia

  • Dr. Dušan J. Popović, Srbi u Vojvodini, knjiga 1, Novi Sad, 1990.
  • Atlante Istorijski, Geokarta, Belgrado, 1999.
  • N. Moačanin, Slavonija i Srijem u razdoblju osmanske vladavine, 2001.
  • Željko Holjevac, Nenad Moačanin: Hrvatsko-slavonska Vojna krajina i Hrvati pod vlašću Osmanskoga carstva u ranome novom vijeku,2007.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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