Traduzione italiana
Hallelûyâ di Dāwîd figlio di Yišay:
Piccolo ero di tra i miei fratelli,
insignificante di tra i figli di mio padre.
Mi ha posto Pastore del suo Gregge,
e Capo in mezzo ai suoi Piccoli[1].
Le mie mani hanno fatto un flauto,
le mie dita una cetra,
e diedi gloria a YHWH.
Dissi in me stesso[2]:
Le montagne non testimoniano a lui,
e le colline non lo annunciano,
diranno[3] gli alberi le mie parole,
e il gregge le mie opere.
Perché chi narrerà?
Chi parlerà?
E chi scriverà le mie opere?
Il Signore di ogni cosa ha visto,
e il Dio di ogni cosa Lui ha ascoltato,
e Lui ha orecchiato[4].
Ha inviato il suo Profeta per ungermi[5],
Šemûēl per farmi grande,
uscirono i miei fratelli incontro a lui,
di bell'incedere,
e di bell'aspetto,
alti nel loro ergersi,
belli nel loro crine.
Non loro ha eletto YHWH-Dio,
e ha mandato a chiamarmi da dietro il gregge,
e mi ha unto con l'Olio di Santità,
e mi ha posto di fronte al suo Popolo,
e Capo dei Figli del suo Patto.
Inizio della Fama di Dāwîd
dall'unzione del Profeta di Dio.
Allora vidi un Pelešet
[...]
dalla vergogna delle file dei Pelešet
Io [...]