Situato a circa 800 metri di altitudine, il territorio comunale di Roburent si estende a cavallo delle valli Corsaglia e Casotto e faceva parte della comunità montana Valli Monregalesi. Il capoluogo è costituito da otto borgate storiche quali Piazza (situata più alto), la Montà, lo Scarrone, Roà dei Garie, Roà dei Savi, Roà dei Mozzi, Sant'Antonio e Codevilla (situata più in basso).
Fanno altresì parte del territorio le frazioni di Pra di Roburent e San Giacomo di Roburent, e la località dei Cardini, queste ultime apprezzate e conosciute località sciistiche. Nel territorio di Roburent è compreso il monte Alpet (1611 metri) e poco sotto la cima Colmè (1297 metri) raggiungibile dalla nuova seggiovia.
Origini del nome
Per quanto concerne il toponimo, non ci sono certezze circa l'origine. La tesi maggiormente accreditata è quella secondo cui l'abitato prenderebbe il nome dal torrente che solca la valle: il Roburentello; tesi avvalorata peraltro da un documento notarile datato 1118.
Si presume che il nome originario fosse Rivo Bruzenti e che si sia lentamente evoluto in Rivuo Bruzenti, quindi in Rivuobrugente, Rivobruzzente, Rioburente fino all'attuale Roburent.
Storia
I territori del roburentese sembrano essere abitati fin dai tempi preistorici quando si insediarono su queste montagne alcune popolazioni dedite alla pastorizia, adoratrici del sole e del tuono; si presume fossero simili alle comunità della Valle delle Meraviglie. Questa tesi è stata formulata dall'archeologo Janigro D'Acquino in seguito ad alcuni studi che condusse sui megaliti del Monregalese che portarono al ritrovamento sull'Alpe Robert (sita sul confine meridionale del comune di Roburent) di alcuni altari in pietra.
Durante l'epoca romana il territorio roburentese era attraversato dalla Via Sonia o Savinia che costituiva un importante collegamento tra il mare (Albenga) e la pianura (Augusta Bagiennorum) passando per Garessio. Lungo questa strada si insediarono alcune popolazione di Liguri montani e di Ingauni.
Per le frequenti incursioni dei Saraceni, poco dopo l'anno 1000 o comunque nell'XI secolo, a Roburent venne costruito un castello del quale si può tuttora ammirare un torrione di guardia nel centro del paese, denominata "la Saracena" e simbolo comunale, e una parte del muro di cinta.
Il prezioso e sfruttabile territorio boschivo del feudo di Roburent, di proprietà del vescovo di Asti, fu al centro di contese tra Mondovì e la stessa proprietà fino al 1419 quando il comune divenne parte del territorio dei Savoia che ne mantennero a lungo il possesso.
Localmente questo feudo ebbe dei Signori, lo stesso ceppo familiare anche di Montaldo, vedasi i rarissimi documenti di quegli anni, nonché alcune pubblicazioni storiche, ma l'importanza e il potere di questa famiglia andò a mano a mano scemando. Così il luogo venne infeudato a varie altre famiglie, Della Torre, poi i Bonardo Mongarda, indi i Musso e per finire i Cordero (che quindi si chiamarono di Roburent).
Nel XVII secolo i roburentesi furono coinvolti, se pur in minima parte rispetto alle località vicine, nella guerra del sale; i maggiori devastamenti li subì invece l'odierna frazione di Pra di Roburent con incendi e distruzioni di buona parte del paese. Nel periodo napoleonico (1794), va ricordata la strenua quanto vana resistenza degli abitanti, accampati in un campo trincerato sul monte Savino, contro le truppe francesi stanziate presso l'Alpe Robert.
Nel 1940 il nome del comune venne italianizzato in Roburento[5]; nel 1952 riprese il nome originale[6].
Simboli
Stemma
«D'argento, al toro di nero furioso rivolto, affrontato da un Ercole impellicciato; nel canton destro del capo un castello di rosso, murato di nero, torricellato di uno. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo partito, di bianco e di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma con la iscrizione centrata in argento: Comune di Roburent.»
«La popolazione roburentese, con eroico coraggio e indomito spirito patriottico, partecipava alla guerra di liberazione, esponendosi alle ritorsioni delle truppe nazifasciste ed offriva ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà umana nel dare ospitalità e rifugio a numerosi ebrei vittime delle leggi razziali. 1943-1944, Roburent (CN).» — 9 gennaio 2006[8]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Siro nel capoluogo, edificata su progetto dell'architetto Francesco Gallo.
Chiesa della Madonna della Neve nel capoluogo.
Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità nella frazione di Pra di Roburent.
Chiesa parrocchiale di San Giacomo nella frazione di San Giacomo di Roburent. L'attuale edificio religioso, in puro stile barocco piemontese, fu costruito nel 1735 su disegno dell'architetto Francesco Gallo. Anticamente, sul luogo dell'odierna chiesa, era presente un pilone votivo verso l'apostolo Giacomo.
Chiesetta di San Matteo presso la località dei Cardini.
Architetture militari
Resti del torrione d'avvistamento, costruito assieme al locale castello a Roburent nell'XI secolo per scongiurare le frequenti incursioni dei Saraceni, e alcuni tratti delle mura di cinta.
Architetture civili
Chiave d'arco (1420), che sovrasta il portale di ingresso della casa Vallepiano, in borgata Gariè.
Dall'anno 2007 vi è in esposizione permanente una caratteristica rappresentazione della Nascita di Gesù realizzata con le miniature delle case di Roburent, opera di Galleano Giacomino.
Economia
Attualmente il paese è poco popolato e basa la propria economia eminentemente sul turismo, fiorente soprattutto a San Giacomo di Roburent (frazione a 4 km dal capoluogo) dove sono anche presenti stazioni sciistiche sia di discesa sia di fondo.