Documenti del XIII secolo fanno cenno ad una selva chiamata “nemus Cardesii”, “nemus Cardeti”, “nemus Cardei” ossia bosco di Cardesio, di Cardetto, di Cardè. Il poleonimo proviene evidentemente dalle condizioni del terreno incolto, prevalentemente caratterizzato da rovi e cardi selvatici: Cardè era quindi il nome della selva. In una documentazione del 1324 è detto chiaramente: «Nemus quod appellatum est Cardettum».[9]
Nel 1706 nei pressi del fiume Po avvenne una scaramuccia tra truppe francesi e piemontesi, conosciuta come la battaglia di Cardè, nella quale Vittorio Amedeo II di Savoia riuscì a sfuggire alla cattura.
Simboli
Stemma
«Troncato d'azzurro e d'argento, alla lettera maiuscola romana "C" dell'uno all'altro. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo troncato di bianco e d'azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoli sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolori dai colori nazionali frangiati d'argento.»
La cappella dei marchesi di San Germano: ultimi detentori nobili del castello. È il sepolcro dove sono inumate le salme dei signori. Il legame di parentela con la famiglia reale belga deriva dal fatto che la regina Paola di Liegi sia la cognata dell'ultimo marchese.
Il ponte, primo in cemento armato sul Po, riaperto il 23 settembre 2013 dopo nove anni di lavori per il suo ripristino.
La torre, costruita all'inizio del XVI secolo, prima abitazione del borgo.