Il comune è situato nell'entroterra di Finale Ligure, nell'alta valle del torrente Pora. Le borgate di mezzacosta sono disposte sul versante orografico sinistro, circondate da una campagna prevalentemente coltivata a oliveto e a vigneto[6]. A quote superiori il territorio di Rialto è ricoperto da ampie zone boschive, che raggiungono e superano il crinale. Tra le vette della zona il Bric Gettina (1.025 m s.l.m.) ove anticamente si aprivano le miniere (ora abbandonate) di galena argentifera: le miniere del Porrino (Purin nel dialetto locale), già sfruttate nel periodo feudale dai marchesi Del Carretto per ricavarne l'argento[6].
Sempre nell'area rialtese, a Pian dei Corsi, è presente un vivaio forestale regionale inizialmente gestito dall'ex comunità montana Pollupice. Esteso per circa 5 ettari, ubicato presso la vetta omonima a 855 m s.l.m., è gestito provvisoriamente dall'ente comunale[7].
Storia
Secondo alcuni studi il toponimo deriverebbe dal nome Riatu o ancora da Rialtus, ossia torrente che nasce dall'alto, forse in riferimento al torrente Pora che qui scorre[6].
Ne seguì quindi le vicende storiche del marchesato finalese[6] e quindi fu sotto il dominio della Spagna dal 1601 al 1707[6] e, dopo una breve parentesi come feudo del Sacro Romano Impero[6], dal 1713 territorio della Repubblica di Genova[6] sotto giurisdizione della podesteria finalese.
Con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte il territorio di Rialto rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, fece parte del I Cantone, capoluogo Finale, della Giurisdizione delle Arene Candide e dal 1803 centro principale del V Cantone delle Arene Candide nella Giurisdizione di Colombo. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Settantadue furono i soldati rialtesi partiti per il fronte nella prima guerra mondiale[8], mentre nelle fasi conclusive del secondo conflitto bellico anche questo piccolo comune montano dovette subire rastrellamenti (il primo è datato al 13 luglio 1944[8]) da parte dei soldati tedeschi e fascisti per i sempre più numerosi movimenti partigiani in loco (Distaccamento "Rabagliati" al comando di Genesio Rosolino, un pescatore di Oneglia[8]) e nella valle. Un fatto relativo di nota e tragico accadde il 2 febbraio 1945[8] quando due colonne della controbanda fascista, favoriti dalla neve, piombarono in piena notte nell'accampamento partigiano di Pian dei Corsi sparando all'impazzata tra le tende: si contarono 11 vittime, uno degli episodi più gravi dell'intera valle[8].
«Lo stemma del Comune di Rialto è rappresentato da un albero di olivo con una pianta di vite che si arrampica su di esso, avvolgendolo. Vi sono raffigurate le due colture che hanno rappresentato per anni la principale risorsa economica del paese. È ancora in corso l'iter per la sua concessione ufficiale.[10]»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Pietro nel capoluogo. L'opera di costruzione originaria è risalente, secondo alcuni ritrovamenti, allo stile romanico[11]; tuttavia la sua prima citazione ufficiale risalirebbe al 1356[11]. All'interno è conservata una pregiata statua tardogotica. La struttura fu riedificata nel corso del XIV secolo[11].
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Rialto sono 13[14].
Cultura
Istruzione
Musei
Museo della civiltà contadina.
Geografia antropica
Il territorio è costituito da un insieme di nuclei abitati quali Annunziata, Berea, Bianchi, Calvi, Cheirano, Chiazzari, Mulino, Pian D'Arena, Piazza Vecchia, Vene e Villa per una superficie territoriale di 19,60 km²[15].
Il comune basa la sua principale risorsa economica sull'attività agricola, specie nella produzione di olio di oliva e vino. Altre attività sono la vendita di legname e la pastorizia.
Presso la località di Pian dei Corsi - già sede di un vivaio forestale regionale - è stato inaugurato il 30 ottobre 2010[16] un parco eolico (intitolato ad Andrea Quaglia, sindaco di Rialto scomparso nel 2007 e primo promotore dell'iniziativa ambientale) costituito da tre aerogeneratori da 800 kW ciascuno, montati su torri di 60 m, con pale del diametro di 52 m, per una produzione media annua stimata di 5304 MWh, pari al consumo di circa 1650 famiglie.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio comunale di Rialto è raggiungibile dalla strada provinciale 17 che permette il collegamento viario con Calice Ligure; la stessa località diparte la provinciale 23 che, dopo aver attraversato a nord il comune rialtese, si innesta con la strada provinciale 490 del Colle del Melogno nell'omonima località.
Mobilità urbana
Il comune di Rialto è servito dalla TPL che con i suoi autobus effettua un percorso ad anello nel paese.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^abcdefghijFonte dal libro di Enzo Bernardini, Borghi nel verde. Viaggio nell'entroterra della Riviera Ligure delle Palme, San Mauro (TO), Tipografia Stige, 2003.