La città di Priverno, al centro della valle dell'Amaseno, sorge su un'area di modeste alture, facente parte del sistema collinare dei Monti Seiani pur risultando isolata rispetto a questi per la presenza, a Sud-ovest dell'abitato, di una profonda e incassata vallata chiamata "Valle Cagnana" che divide l'area urbana vera e propria dal Monte San Davino, il colle dei Seiani più prossimo alla città.
Nonostante ci si trovi al cospetto dei due imponenti massicci calcarei dei Monti Lepini (Monte Semprevisa m 1536; Monte Gemma m 1457; Monte Malaina m 1480; Monte Salerio m 1439; Monte Acuto m 827; Monte Sentinella m 1110) e di quelli Ausoni (Altopiano Le Serre m 700; Monte Alto m 821 e il gruppo del Monte delle Fate m 1090) che con due anfiteatri contrapposti – l'uno a Nord/NordOvest, l'altro a Sud/SudEst – cingono la media e bassa valle dell'Amaseno, quella privernate è un'area prevalentemente composta da colline in cui affiorano rocce sedimentarie organogene, composte da carbonato di calcio formatesi in un ambiente marino, prima della formazione delle colline appenniniche, a causa dello spostamento della Sardegna e Corsica verso la posizione che oggi occupano, e in seguito all'assottigliamento della crosta marina del Mar Tirreno, tra Sardegna e attuale Italia, che ha portato alla formazione delle isole pontine per effetto della risalita di magma.
Sono rocce ricche di fossili, in particolare rudiste, echinodermi, foraminiferi, gasteropodi e altre specie di bivalvi oltre le rudiste. Inoltre la piana a Nord-Nord-est della città, rappresentata da "Mezzagosto" e quella a Nord-ovest, da "Ceriara", presentano sedimenti di natura alluvionale, mentre nella zona collinare a Ovest-Sud-ovest c'è una fascia di conglomerati, tufi e sabbie gialle, testimonianti un antico cordone litoraneo fra le paludi pontine e il mare.
Idrografia
Da anni è in corso il recupero del fiume Amaseno, che offre opportunità di pesca e passeggiate lungo le sue rive, con presenza di carpe, gobbi, pesci gatto, trote, alborelle, scardole, triotti e tinche.
In località Gricilli si trovano i laghi del Vescovo: sono laghetti termali di origine vulcanica, famosi per le loro acque sulfuree di cui i visitatori possono dissetarsi beneficiando delle caratteristiche chimico-fisiche di tali acque, che sgorgano da varie sorgenti del sottosuolo. La credenza popolare vuole che il lago maggiore non abbia fondo.
Clima
Per la sua ubicazione nel settore centrale del versante tirrenico italiano, l’area privernate è compresa in quella che Edmondo Bernacca classificò come “Fascia temperata - senza eccessi - con caratteri di oceanicità”[4], le cui connotazioni principali si traducono in piogge abbastanza ben distribuite durante l’anno e temperature relativamente contenute in ogni stagione. La mancanza di eccessi si evidenzia in loco soprattutto riguardo alla buona resistenza del territorio agli agenti atmosferici che, per conformazione geomorfologica, raramente è stato interessato da eventi disastrosi.
A tali classificazioni generali si aggiungono tuttavia alcune caratteristiche topografiche locali che influenzano decisamente le condizioni climatiche differenziandole sensibilmente rispetto alle zone adiacenti.
A metà strada tra il mar Tirreno e l'Appennino, il territorio comunale è interamente compreso tra le due catene pre-appenniniche dei monti Lepini e degli Ausoni, mentre l'area urbana vera e propria si distende su alcuni arrotondati dorsali di modesta altitudine, al centro della Valle del fiume Amaseno e a ridosso del versante nordorientale del sistema collinare Seiano, il quale raccorda i suddetti Lepini e Ausoni e separa il catino vallivo dalla Pianura Pontina. L'insieme di tali elementi ne fa un clima di vallata più che di collina, riparato, soprattutto a quote basse, dalle dirette influenze marittime, soggetto ad inversioni termiche invernali e a forte umidità in tutte le stagioni. Quello dell'Amaseno, inoltre, è un bacino che costituisce un vero e proprio corridoio naturale ed è sede privilegiata per gli scambi d’aria mare - continente, in tal modo il suo clima ne risulta spiccatamente di transizione tra il sublitoraneo e il continentale. Come suddetto, La posizione essenzialmente di vallata (pur se distesa su modeste elevazioni collinari) dell’area urbana privernate, circondata da ogni parte da rilievi più elevati, favorisce il verificarsi del ristagno nelle bassure di aria umida calda in estate e molto fredda in inverno, tanto che nelle aree meno elevate del fondovalle, ma anche nelle periferie occidentali e settentrionali dell’abitato stesso, si sono verificate nel tempo punte degne dei più puri climi continentali: (04/07/94 +37,4 °C; 02/07./98 +38,2 °C; 03/08/03 + 38,6 °C; 01/08/2017 +40.1 °C; 02/08/2017 +39.9 °C ------ 12/01/85 -15,6 °C; 26/12/86 -7,4 °C; 28/12/96 -8,7 °C; 18/12/01 -9,6 °C; 17/12/2010 -8.8 °C; 08/01/2017 -8.5; 27/02/2018 -7.7 °C; 05/01/2019 -7.4 °C ).
Una caratteristica peculiare è il vivace regime di venti e brezze del tutto locale, spesso totalmente opposto ai venti sinottici presenti nel resto della regione, in particolare la brezza da Nord/Nord-Est (localmente denominata "Strina") che domina specialmente in inverno su tutte le altre direzioni e costituisce un vero e proprio drenaggio di aria fredda continentale, incanalata da Nord attraverso la valle Carpinetana e da Nord-Est dalla limitrofa Valle del Sacco in Provincia di Frosinone. Tale vento di Greco-Tramontana può assumere carattere d'intensità forte o addirittura burrascosa in caso di profonde basse pressioni nell'Italia meridionale, oppure durante le invasioni di aria gelida dai balcani o dal nord europa. In generale, anche nei periodi di bel tempo, risulta vivace in tutti i vicoli e le piazzette del centro storico, divenendo impetuoso nelle aree aperte e in tutti gli sbocchi esposti a Nord ed Est. Seguono le direzioni da Sud (provenienti dalla bassa valle dell'Amaseno), da Sud-Ovest (che spirano dai Colli Seiani verso l'area urbana) e da Ovest (attraverso il ramo occidentale della vallata denominato piana di Ceriara). Le correnti occidentali e meridionali si fanno sentire più direttamente nei periodi di cattivo tempo, particolarmente in autunno e primavera oppure, sotto forma di sostenute brezze di valle, nelle ore diurne del periodo estivo, non di rado mitigandone notevolmente la calura. Più rare le provenienze da Nord-Ovest e da Sud-Est per le protezioni offerte dalle catene Lepina e Ausona incombenti in quelle direzioni.
Per quanto riguarda il regime pluviometrico, esso è tipicamente sublitoraneo con i due massimi nelle mezze stagioni: il principale in autunno e il secondario in primavera. Il massimo autunnale si prolunga spesso anche in inverno, principalmente in dicembre, mentre abbastanza marcata è la siccità estiva la quale dura in ogni caso poche settimane e può essere spesso interrotta da temporali di calore. I quantitativi di precipitazione nel territorio comunale subiscono significative variazioni a causa della complessa orografia del luogo (a seconda della diversa esposizione alle correnti umide e piovose) e sono compresi tra 1100 e 1500 mm annui[5]. Entrando più nel dettaglio, campagne di misura effettuate in vari gruppi di anni tra il 1990 e il 2015 in tale zona di pertinenza, hanno rilevato unl'area di maggiore piovosità sui Colli Seiani - media attorno ai 1500 mm annui - per la loro favorevole posizione lungo la traiettoria dei più frequenti sistemi perturbati, i quali nel loro moto verso Est/Sud-Est, impattano inizialmente sulle suddette alture prima di proseguire incanalandosi tra i rilevi della valle dell'Amaseno. Altre aree ad elevata piovosità sono ancora una volta quelle più prossime ai Seiani, soprattutto nel versante interno ove rientra totalmente anche l'area urbana in cui, dalle medie calcolate sulle osservazioni effettuate nel periodo 1954-1995 e 2000-2016, risultano valori medi annui prossimi a 1400 mm. L'area centrale del bacino dell'Amaseno privernate, più aperta e ventilata è in proporzione la meno piovosa: le medie annue registrate presso ll locale Istituto Agrario (al centro del fondovalle) confermano infatti quanto detto in precedenza, aggirandosi attorno ai 1100 mm.
Priverno: Piazza del comune sotto la neve il 17 dicembre 2010
Priverno, versante ovest. Panorama verso Est, vista sui monti Ausoni
Priverno. Panorama verso Est/SudEst sulla bassa val d'Amaseno
Le origini di Priverno risalgono al periodo protostorico laziale. Benché vi siano testimonianze che fanno risalire la fondazione dell'antica Privernum ad almeno quattro secoli prima di Roma, quindi al XII secolo a.C. (restano alcuni ruderi di tale centro), le prime notizie storiche certe sono opera di Tito Livio.
Egli descrive Priverno come un potente centro Volsco del IV secolo a.C. che, a seguito di lunghe lotte, venne sottomesso da Roma per opera di Lucio Emilio Mamercino Privernate e Gaio Plauzio Deciano, che grazie a questa vittoria furono eletti entrambi consoli. Nel 329 a.C. il centro venne completamente distrutto, e la ricostruzione del nuovo abitato avvenne per opera dei Romani nella piana di Mezzagosto, dando origine alla Privernum romana.
Come colonia romana, Privernum divenne una città ricca e molto sviluppata, nel periodo che va dalla Repubblica al primo secolo dell'impero; ricchezza testimoniata dai numerosi reperti archeologici ritrovati, coma la Villa di Seiano e il Castel Valentino. Nel 312 a.C. Roma iniziava la costruzione della via Appia, grazie al censoreAppio Claudio Cieco, il che diede a Privernum un'importanza strategica per il commercio, visto che sulla via Appia si svolgeva quasi tutto il traffico tra Roma, la Magna Grecia e l'Oriente. Privernum divenne una colonia militare romana con accampamento fortificato, che dominava sul territorio.
Intorno al 161 a.C. iniziarono i lavori per la costruzione delle mura della Privernum romana ancora oggi visibili, insieme all'acquedotto, e le fognature, e sempre in questo periodo fu costruita la diga sul fiume Amaseno, per irrigare i campi e a uso civile. Nel 140 a.C. venne realizzata la villa del senatore romano Marco Giunio Bruto, notizia che ci arriva grazie a Cicerone, nel 133 a.C. il tempio Tholos, di cui sono visibili i resti, e il Castel Valentino, in contemporanea al Capitolium.
Nel 58 a.C., mentre a Roma governava il Primo triumvirato formato da Cesare, Pompeo e Crasso, venne coniato un denario d'argento in memoria della presa di Privernum da parte di Lucio Emilio Marmecino Privernate II e Gaio Plauzio Deciano.
Nel 48 a.C.Privernum diventa municipium. In questo periodo, che precede di poco la fine della Repubblica, Privernum contava circa 3000 cittadini e 4000 schiavi.
I ricercatori che studiavano il calcestruzzo utilizzato a Privernum hanno concluso che l'uso di calce viva rendeva il calcestruzzo dell'antica Roma più durevole rispetto alla sua controparte moderna.[6][7]
Intorno al 15 d.C. veniva costruito il teatro romano. Gran parte dei reperti rinvenuti di questo periodo si trovano nei Musei Vaticani.
Sotto l'imperatoreAdriano l'Italia venne divisa in quattro distretti, governati da un ex console; Privernum entrò a far parte del distretto di Roma. Il magistrato curatore del municipio privernate venne premiato da Adriano con la corona aurea per essersi distinto in combattimento.
La città di Privernum continuò a crescere anche sotto Lucio Vero e Marco Aurelio. Nel 189 d.C. arrivò la peste bubbonica; in tre mesi di contagio si stima che morirono circa 1200 persone.
Con la caduta dell'Impero romano tutto il resto delle colonie attraversò periodi di crisi. Nel 455 d.C. Roma venne saccheggiata; in questo periodo cessarono le opere di manutenzione della via Appia, che tornò in buona parte allagata e impraticabile, così il traffico commerciale si trasferì sulla strada pedemontana. Privernum divenne un punto di sosta, in cui si poteva ritirare e spedire la posta, e ristorarsi prima di proseguire il cammino.
Dal medioevo all'epoca moderna
Iniziava così il regno di Odoacre. In Italia, dopo la caduta di Roma, i cittadini perdevano solo i diritti politici, conservando tutti i diritti civili. La vita di Privernum fu interrotta nel IX secolo, si ritiene a causa delle invasioni barbariche, ma alcune testimonianze lasciano supporre che la città venne distrutta nel IX secolo per opera dei Saraceni. A seguito di queste invasioni i cittadini abbandonarono il sito dell'antica Privernum e, secondo la tradizione, fondarono nuovi centri sui colli e monti circostanti, tra le quali l'attuale Priverno sul Colle Rosso, e i centri di Sonnino, Roccasecca, Maenza e Roccagorga.
Lo stemma è stato riconosciuto con D.P.C.M. dell'11 novembre 1952.[8]
«D'argento, all'aquila al naturale, dal volto abbassato, linguata di rosso, tenente fra gli artigli due lance dello stesso, poste in croce di Sant'Andrea, con le punte in basso, caricata in petto di uno scudo d'azzurro, all'albero di verde, nodrito su una campagna dello stesso, il fusto attraversato da un leone passante d'oro, linguato di rosso, tenente con la branca anteriore destra, per i capelli, una testa d'uomo, decapitata. Intorno all'aquila su lista di azzurro, con le estremità bifide in alto, la scritta: Privernum, Metropolis Volscorum. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 1º dicembre 1952, è un drappo partito di azzurro e di bianco.[9]
«Comune occupato dalle truppe tedesche, impegnate a bloccare l'avanzata alleata, fu oggetto di violenti rastrellamenti e razzie e di devastanti bombardamenti che provocarono la morte di numerosi cittadini e la quasi totale distruzione dell'abitato. La popolazione seppe resistere alle più dure sofferenze, offrendo ammirevole esempio di coraggio e amor patrio. Priverno (Latina), 1943 - 1944» — 10 settembre 2004[10]
Monumenti e luoghi d'interesse
La città offre una quantità di opere di interesse artistico tale da essere stata insignita del titolo di Città d'arte, con Deliberazione Giunta Regionale n. 288 del 8.3.2002, ai sensi della L.R. 18.11.1999, n. 33.[11]
Architetture religiose
Abbazia di Fossanova
Nel territorio è presente la celebre abbazia di Fossanova (1187-1208), secondo alcuni studiosi primo esempio in Italia di stile goticocistercense, che accoglie la tomba (vuota, perché il corpo fu traslato a Tolosa) del Dottore della Chiesasan Tommaso d'Aquino, morto nell'abbazia nel 1274. Si possono ancora oggi visitare le stanze che ospitarono il santo patrono di Priverno.
È stato il primo edificio a essere costruito nella nuova Priverno, opera dei Benedettini, che forse iniziarono la sua costruzione a metà del VII secolo. All'interno si possono trovare affreschi del XIII secolo e altri come l'Annunciazione di Pietro Coleberti (XV secolo) e gli affreschi dell'abside (XVI secolo). Il campanile originario, distrutto da un fulmine nel 1785, fu ricostruito l'anno successivo. nel 1971-74 sono stati eseguiti consistenti lavori di restauro che hanno permesso di salvare degli affreschi del 1200.
Anch'essa molto antica (forse IX secolo), fu ricostruita intorno al XIII secolo. Fra gli affreschi del XIII e XV secolo spicca il ciclo di Santa Caterina d'Alessandria (XIV secolo) e Madonna con Bambino e santo Vescovo (XV secolo). Dell'antica decorazione scultorea resta solo la cosiddetta "crocetta", piccola stele eretta davanti alla chiesa, con i resti del pulpito romanico.
Posta vicino al Palazzo comunale, fu consacrata da papa Lucio III nel 1183. Conserva interessanti opere d'arte, tra cui una tavola raffigurante la Madonna d'Agosto, ritrovata prodigiosamente nel 1143, e in una delle cappelle laterali è conservato il cranio di san Tommaso d'Aquino, patrono della città e della diocesi di Priverno. L'edificio nel corso del tempo è stato più volte rimaneggiato, tanto che adesso la sua architettura è baroccheggiante.
Altri edifici religiosi
Chiesa di San Tommaso d'Aquino (XIII secolo): antico convento dei Domenicani, vi è presente uno stucco della Gloria di San Tommaso di scuola romana.
Chiesa di San Nicola, risalente al XIII secolo.
Chiesa di San Cristoforo e Vito, risalente anch'essa al XIII secolo, nella quale è presente la cappella appartenuta alla famiglia Tacconi.
Chiesa di Santa Maria della Stella, risalente al XIV secolo.
Chiesa di Santa Lucia, nella suggestiva via Zaccaleoni, conserva un crocefisso ligneo del XII secolo e una statua di Sant'Antonio di Padova opera di scuola napoletana.
Chiesa di Sant'Antonio Abate (1336): è l'unico edificio che ha conservato l'altare con la statua del santo e il pulpito originario.
Situata subito fuori del centro storico, era un convento appartenente ai monaci antoniani, i quali nelle sue dipendenze gestivano un ospedale per i pellegrini (in particolare legati ai grandi spostamenti in occasione dei Giubilei). Dopo anni di decadenza, la chiesa è stata riaperta al culto nel 1956, dopo un restauro generale. Nel 1975 è divenuta p9arrocchia. Dal XIX secolo è Monumento nazionale.
Chiesa del Suffragio: contiene dipinti di Giuseppe Camponeschi (XVIII secolo). La chiesa è in stile barocco-neoclassico di impronta locale.
Ex chiesa di Santa Chiara nella piazza omonima
Chiesa rurale della Madonna delle Grazie (XVII secolo a 1 km dal paese), non visitabile.
Santuario della Madonna di Mezzagosto: costruita nel 1819 sul luogo del ritrovamento prodigioso (nel 1143) dell'immagine della Madonna d'agosto (o anche Mezzagosto).
Architetture civili
Castello e il Parco di San Martino
Anche detto "Palazzo Tolomeo Gallio" immerso nella tenuta denominata Monumento Naturale ‘Bosco del Castello di San Martino’
Villa Gallio
Residenza del cardinaleBartolomeo Gallio, eletto poi segretario di stato da Gregorio XIII, viene comunemente chiamata Castello di San Martino, perché venne eretta sull'antica chiesa di San Martino. Nella Villa, che oggi ospita il Giardino di Archimede (Museo della Matematica), convegni e manifestazioni nel suo grande parco, è scolpita una scritta che ricorda il soggiorno di papa Sisto V, durante il suo viaggio per verificare i lavori di bonifica.
Palazzi
Tra i palazzi più importanti si possono elencare:
Palazzo Comunale, risalente al XIII secolo, nella piazza Giovanni XXIII con la Fontana dei Delfini, opera dell'architetto Giuseppe Olivieri, inaugurata nel 1877, quando il paese fu collegato con l'acquedotto. Il Palazzo Comunale si presenta oggi con una rigorosa facciata, con trifore nel primo piano, bifore nel secondo e in basso i portici. L'aspetto originario fu seriamente modificato nella metà dell'Ottocento, quando si costruì il secondo piano e si aprì il balcone sulla piazza. Un orologio a veletta sovrasta il palazzo. recentemente i portici sono stati restaurati e adibiti a sala conferenze e galleria d'arte.
Palazzo Guarini-Tacconi, appartenuto alla famiglia Guarini e in seguito alla famiglia Tacconi
Palazzo Zaccaleoni
Palazzo Spadaro
Palazzo Cerroni-Setacci, con singolare portale
Palazzi Marzi Cancellotti
Palazzo Valeriani-Guarini
Palazzo Colaboni, che ha ospitato Gregorio XVI in visita nella città
Archi e Porte
Quando la popolazione fu costretta ad abbandonare la pianura e a rifugiarsi sulla collina, il nuovo paese venne circoscritto con grandi mura in pietra per difendersi dagli attacchi nemici. Delle sette porte che permettevano l'accesso al paese restano solo l'Arco di Porta San Marco e l'Arco di Porta Posterola (Napoletana).
Siti archeologici
L'area archeologica Antica Privernum, ubicata nella piana di Mezzagosto lungo la Strada statale 156 dei Monti Lepini, corrisponde a una parte dell'antica Privernum e conserva un tratto della cinta muraria di epoca romana, tre case patrizie di epoca repubblicana, un grande edificio termale e i resti di un tempio da alcuni identificato come il Capitolium. Gli scavi hanno portato alla luce raffinatissimi mosaici di età ellenistica che ornavano i pavimenti.
Negli scavi di fine Settecento furono rinvenute la colossale statua di Tiberio seduto (ora esposta nei Musei Vaticani) e una testa in marmo dell'imperatoreClaudio, un busto sempre di Claudio, e un altro del generaleGermanico (Musei Vaticani).
Aree naturali
Nel comune di Priverno è presente un laboratorio naturale dedicato all'educazione ambientale; i programmi si avvalgono della supervisione da parte del Dipartimento di Scienze della Terra di Pavia. Il territorio circostante il paese offre alcuni percorsi segnalati, con escursioni fra boschi rimasti allo stato naturale, con un'altitudine che varia dai 3 ai 595 metri.
Il dialetto rientra fra i caratteristici dialetti dei Monti Lepini. Le caratteristiche segnatamente "mediane" della parlata (e delle altre dei Comuni Lepini) si evincono dalla presenza nel dialetto in questione di un vocalismo sia atono sia tonico di tipo "sabino", cioè con pronuncia e intonazione estremamente segnata delle vocali, presente in quasi tutta l'area "pontificia" del Basso Lazio e in misura minore in alcuni comuni dell'area "borbonica".
Tradizioni e folclore
Palio del Tributo
Il "Palio" del Tributo, istituito a Priverno nel 1993, è la rievocazione storica di avvenimenti documentati dal XVI al XIX secolo.
Le origini della festa sono antichissime: si pensa risalgano alla formazione delle comunità partecipanti, intorno al IX-X secolo, in seguito all'abbandono dell'antico sito della pianura di Mezzagosto (dove sorgeva l'antica Privernum romana).
Il tributo veniva versato al comune di Priverno dai paesi circostanti; si sa con sicurezza che i Castelli di Sonnino, Maenza e Prossedi pagavano il tributo annuale, poco si sa nei riguardi di Roccagorga e Roccasecca dei Volsci. Per gli stessi tre comuni esiste poi una seria documentazione che attesta la consegna del tributo dal XVI secolo all'Unità d'Italia,quando decaddero le consuetudini di origine medievale.
L'antica Privernum possedeva un territorio vastissimo, che arrivava fino all'Appia, confinante con il territorio di Fondi. Una descrizione accurata di tale territorio si può trovare in una bolla di Papa Alessandro III (1175), quando il comune si sottomise allo Stato Pontificio, da cui si evince che i siti dove sorsero i paesi limitrofi appartenevano a Priverno, e forse era questo il motivo di tale tributo. Un documento del 15 luglio 1828 descrive l'assegnazione di parte del territorio di Priverno al comune di Sonnino, con la riserva dell'annuo tributo in denaro e una torcia di cera zaura, da pagarsi il giorno della festa di San Pietro apostolo (29 giugno).
Questi castelli,dunque,nel corso dei secoli versarono,più o meno regolarmente,il loro tributo in moneta e in maniera solenne il giorno di S.Pietro,che prima di S.Tommaso era stato il protettore della città di Priverno,e quindi molto venerato e festeggiato. La consegna del tributo avveniva con una certa solennità, era prevista una parata militare e una corsa di cavalli, da Porta Posterola a Porta Caetana.
La rievocazione storica si svolge in tre tempi: corteo storico per e vie di Priverno con evidente riferimento all'antica parata militare; offerta del vino agli armigeri e consegna del tributo nella gradinata della piazza del comune e infine la corsa all'anello che si corre con cavallo sellato e lancia militare senza ferro.
La manifestazione si svolge a partire dal mese di giugno con le feste delle quattro "Porte": Porta Campanina, Porta Posterola, Porta Romana e Porta Paolina e si conclude la prima domenica di luglio con la rievocazione storica e la corsa all'anello nella quale le porte (rioni), con due cavalli ciascuno, si contendono l'antico palio.
Il termine "Palio" - "Drappo ricamato o dipinto che in epoca medievale si dava come premio al vincitore di una gara in occasione di grandi feste pubbliche"[13]- è usato nei documenti e nella letteratura locale del XVII secolo (mancano documenti specifici per i secoli precedenti) e,in effetti,al vincitore di queste gare privernati veniva offerto un pezzo di tessuto di colore e formato diverso,secondo le occasioni.
"Questo,alla spicciola,è quanto storicamente si può affermare a proposito del Palio di Priverno e si può aggiungere che corse e parate militari dovettero decadere sul finire del XVII secolo".[14]
Il progetto e manifestazione "Palio del Tributo",dunque, vuole essere la rievocazione storica del giorno commemorativo di S.Pietro,con le sue varie attività sociopolitiche, religiose, militari e sportive, ambientata sul tramonto del XVI secolo, quando Priverno conobbe un particolare risveglio culturale e sociale e quando tutto avveniva come brevemente esposto. Rappresenta ad oggi un'occasione di aggregazione importante per il paese e per tutti i cittadini che annualmente vi prendono parte.
Feste religiose
Festa patronale in onore di San Tommaso d'Aquino (7 marzo), fiera lungo tutto il centro storico e processione la sera prima con la reliquia del Santo;
Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo (sabato che precede la domenica delle Palme) - P.zza del Comune;
Processione delle Macchine (o dei Misteri) rappresentanti la Passione di Cristo (Venerdì Santo). Ogni macchina rappresenta un mistero della Passione ed è portata a spalla. Un gruppo di cantori è associato alla macchina e canta una canto tradizionale.
Processione penitenziale del Crocefisso miracoloso (XII secolo) organizzata dalla Confraternita di Sant'Antonio, che dalla chiesa di Santa Lucia (2ª domenica di maggio), viene portato in cammino fino a Fossanova;
Processione penitenziale a Mezzagosto per la festa dell'Ascensione (Rogazioni minori)
Festa della Madonna di Mezzagosto (sera del 14 agosto): processione della sacra immagine della Madonna ritrovata nel 1143, con carro trainato da buoi.
Cultura
Istruzione
Musei
Museo archeologico; si trova in pieno centro storico in piazza Giovanni XXIII . Dedicato a Privernum, è formato da 12 sale in cui si possono ammirare i reperti ritrovati nell'area archeologica. Nel salone centrale è esposto un pavimento a mosaico chiamato Domus della soglia Nilotica, che illustra un paesaggio sul Nilo.
Museo medievale.
Museo per la matematica (nella Villa di Palazzo Gallio - San Martino) attualmente chiuso al pubblico.
Cinema
Nell'abbazia di Fossanova sono state girate alcune scene del film-documentario: La vita di Leonardo da Vinci (1971) regia di Renato Castellani, con Philippe Leroy nella parte di Leonardo, che vinse un Golden Globe come Best Tv Special.
Sempre l'abbazia è stata scelta per girare alcune scene del film-documentario sulla vita di Marco Polo.
Nel borgo medievale di Fossanova e dentro l'abbazia sono state girate parti del film la Monaca di Monza.
Nel film "In nome del Papa Re" (1977), diretto da Luigi Magni, il protagonista "monsignor Colombo" è, nella finzione cinematografica, originario di Priverno.
Cucina
La Bazzoffia
È una zuppa di legumi e verdure, si soffrigge in olio d'oliva e si aggiungono i vari ingredienti: fave, cipolle, piselli, carciofi, e chi gradisce può aggiungere anche della pancetta; si fa cuocere il tutto per un po' a fuoco lento, quindi si aggiungono i pomodori pelati, l'acqua necessaria per finire la cottura, e sale. Si tagliano fette di pane a parte e si dispongono sul fondo del recipiente dove poi si verserà la zuppa, nella quale però, prima, avremo mescolato un uovo sbattuto. Dopo aver lasciato il tutto ad insaporire si rifinisce con del formaggio pecorino.
I carciofi sono considerati una specialità di questa cittadina, cucinati alla giudia o conservati sott'olio.
La falia, un incrocio tra pane e pizza con poco sale, accompagnata dai broccoletti oppure da salsicce locali.
Altre specialità tipiche della cucina privernate sono: la mozzarella e la carne di bufala, le fettuccine all'uovo, le zuppe di legumi e verdure (come la bazzoffia), le zuppe di lumache (ciammaruchelle) e rane (ranunchi), l'abbacchio, le caciotte e le ricotte locali, il tutto reso più appetitoso dall'olio extravergine d'oliva delle colline privernati famoso ed esportato in tutto il mondo, molto apprezzato a New York.
Per quanto riguarda i dolci: le ciambelle col vino, le ciambelle cresciute, i giglietti, gli amaretti, le pizzitelle (ottenute da una pastella semiliquida con farina, acqua, lievito e uva passita, che a cucchiaiate si frigge in olio e si passa nel miele).
Eventi
"Festa medievale" (prima decade di agosto), manifestazione in costume d'epoca con spettacoli e giochi medievali presso il borgo dell'Abbazia di Fossanova.
Rassegna polifonica internazionale (25 aprile-1º maggio) - Cattedrale di Santa Maria
Festival Pontino di Musica (giugno-luglio) - Fossanova
Sgrilla Folk festival (3ª domenica di luglio), festival con rappresentanti internazionali di musica folk
Torneo nazionale di tennis (3ª settimana di maggio) - Campi San Lorenzo
Cross internazionale dei Lepini (ultima domenica di dicembre) - Fossanova
Priverno Film Festival - Festival internazionale del cortometraggio (estate) - Centro storico
Geografia antropica
Urbanistica
Il centro storico, il cui nucleo più antico risale a un periodo approssimativo tra il X e il XII secolo, si inerpica con un tipico impianto urbanistico medioevale attorno al Colle Rosso, mentre, a partire dal secondo dopoguerra, l'urbanizzazione estesasi fuori le mura, ha avuto un'espansione dapprima lungo il versante occidentale del medesimo colle, fino ad allora disabitato poiché ben più ripido e impervio rispetto al resto dell'area collinare, poi, a partire dal 1960, interessando completamente il colle gemello di San Lorenzo, quindi il sottostante colle del Montanino fino alle pendici (località Caciara) e, particolarmente dopo il 1980, raggiungendo persino i fondivalle: verso est/sud-est il falsopiano dell'Ostaria: (urbanizzazione che è poi proseguita ad Est nel quartiere di "Via Mole Comuni" a poca distanza dal fiume Amaseno e a Sud nella zona residenziale di San Martino alle pendici sudorientali Seiane, a balcone sulla bassa val d'Amaseno e il Borgo di Fossanova); a sud-ovest invece, sempre più abitazioni (attualmente senza soluzione di continuità) sono sorte nell'area della sopra citata "Valle Cagnana" attraversata dalla "S.P. Madonna delle Grazie" (oggi Via Prof. Antonio Caradonna che raccorda la SR 156 dei Monti Lepini con la Via cosiddetta "Marittima"); infine verso Ovest, più recentemente, la zona "Pretara" i cui nuovi quartieri hanno abbordato i pendii dirimpettai lungo la strada che sale verso l'altopiano del "Boschetto" ampia area boschiva di interesse naturalistico.
Economia
L'economia di Priverno è in continua crescita, il che può essere documentato dal numero di banche e dalle crescenti richieste di case. Questo fatto tuttavia sta portando la città ad uno sviluppo edilizio molto spesso criticato dalle associazioni di tutela ambientale.
Il settore agricolo è molto attivo, e i suoi prodotti tipici sono apprezzati e molto richiesti; il settore industriale occupa una buona posizione nell'economia del posto. Le percentuali degli occupati nei vari settori economici sono:[senza fonte]
Industria
25,10%
Commercio
26,27%
Amministrazione
2,32%
Altro
46,31%
Inoltre vi sono presenti un piccolo turismo locale presso l'Abbazia di Fossanova e una rinomata attività artigianale, incentrata soprattutto nell'arte della ceramica, della terracotta e del rame.[15]
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[16]
2015
2014
2013
Numero imprese attive
% Provinciale Imprese attive
% Regionale Imprese attive
Numero addetti
% Provinciale Addetti
% Regionale Addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Priverno
901
2,29%
0,2%
2.173
1,78%
0,14%
908
2.158
922
2.224
Latina
39.304
8,43%
122.198
7,75%
39.446
120.897
39.915
123.310
Lazio
455.591
1.539.359
457.686
1.510.459
464.094
1.525.471
Nel 2015 le 901 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 2,29% del totale provinciale (39.304 imprese attive), hanno occupato 2.173 addetti, l'1,78% del dato provinciale (122.198 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,41).