La Pinacoteca civica "Francesco Podesti" di Ancona è sorta nel 1884. La sua istituzione è dovuta soprattutto al fervido interessamento del pittore anconetano Francesco Podesti, al quale la raccolta d'arte è stata ben presto dedicata. Raccoglie alcuni dipinti di valore universale per la storia dell'arte italiana e altri di grande interesse per la comprensione della pittura nelle Marche dal XIV al XIX secolo.
La pinacoteca, nonostante la sua importanza, è stata chiusa dal 2011 al 2015 per lavori di ampliamento e ristrutturazione, ed è stata riaperta solo parzialmente nel giugno del 2016[1][2]. Sono stati comunque visibili i dipinti più notevoli, fino alla nuova chiusura per lavori, nell'ottobre del 2023.
I nuovi lavori permetteranno di recuperare tutti gli spazi della pinacoteca e di completare il percorso espositivo. Un piccolo numero di opere in essa conservate è esposto al Lazzaretto. Il termine dei lavori è previsto nell'ottobre del 2024[3].
Storia
Il nucleo originario delle collezioni è costituito dalle opere degli enti religiosi soppressi dopo l'Unità italiana e dai dipinti e cartoni donati dal pittore titolare. Successivamente le collezioni si arricchirono grazie a donazioni da parte delle famiglie nobili della città, che nel corso dei secoli avevano raccolto nei loro palazzi un notevole patrimonio artistico. Acquisizioni mirate, soprattutto di opere moderne, hanno infine portato la Pinacoteca alla consistenza attuale[4].
La prima sede fu l'ex convento di San Domenico; nel 1919 l'allestimento e i lavori di adattamento di questa sede furono progettati e diretti da Federico Federiconi; nei documenti d'epoca è scritto che tali lavori furono curati con "intelligenza e passione viva"[5].
Nel 1927, la pinacoteca fu trasferita all'ex convento di San Francesco alle scale ed aggregata al Museo archeologico nazionale delle Marche, di cui costituiva una sezione. Nel 1940, anno in cui l'Italia entrò nella Seconda guerra mondiale, la pinacoteca fu chiusa e Pasquale Rotondi, soprintendente alle Gallerie delle Marche, sfidando ogni tipo di difficoltà, nascose i maggiori capolavori, insieme a quelli delle altre città delle Marche e di Venezia, nella rocca di Sassocorvaro, per salvarli da razzie e incursioni aeree[6][7]. Fu un intervento provvidenziale, in quanto la sede della pinacoteca fu distrutta dai bombardamenti del 1943.
Alla fine della guerra, nel periodo della Ricostruzione i dipinti della pinacoteca rimasero alla Galleria nazionale delle Marche a Urbino; il ritorno di queste opere nella loro sede originaria è stato opera soprattutto del provvidenziale interessamento di Pietro Zampetti, critico d'arte e, per anni, soprintendente alle gallerie delle Marche. Il primo passo compiuto dal professor Zampetti per la riapertura della pinacoteca fu compiuto nel 1950, quando tornarono in città i capolavori della collezione civica, in occasione dell'inaugurazione della mostra "Pittura veneta nelle Marche". Il secondo passo fu la riapertura della pinacoteca, nel 1958, ospitata nel medievale Palazzo degli Anziani, lo stesso in cui era stata allestita la grande mostra del 1950. Nel 1973 venne inaugurata la nuova ed attuale sede, Palazzo Bosdari, antica e prestigiosa dimora nobiliare.
La sede della Pinacoteca, Palazzo Bosdari, è di origine medievale. Nel 1550 fu acquistato dalla famiglia Bosdari, originaria di Ragusa, in Dalmazia, che dal 1560 lo fece ristrutturare da Pellegrino Tibaldi.
Dal 2016, gli spazi della Pinacoteca sono stati ampliati recuperando Palazzo Bonomini, adiacente a Palazzo Bosdari, e collegando i due immobili.
Fondamentali per lo studio della pittura nelle Marche è il nucleo di dipinti di Olivuccio di Ciccarello, figura principale della scuola di pittura di Ancona, che fiorì tra Trecento e Quattrocento[9][10]; importante anche la presenza di opere di Arcangelo di Cola ed Andrea Lilli.
Andrea Lilli, Quattro Santi in estasi con Angeli musicanti, proveniente dalla Chiesa di San Francesco ad Alto, fu realizzata nel 1598 circa per la distrutta terza cappella sinistra forse su commissione della famiglia Ferretti.[11]
Andrea Lilli, Veduta di Ancona (frammento di pala d'altare)
Andrea Lilli, Storie di San Nicola da Tolentino in undici quadretti
Andrea Lilli, Il Crocifisso fra San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino
Giuseppe Vasi, Veduta di Ancona col lazzaretto, acquaforte, 69,5x145 cm.
Sculture antiche
Tra le sculture antiche la Pinacoteca possiede una serie di bassorilievi medievali di Margaritone d'Arezzo, che originariamente decoravano la facciata del Palazzo degli Anziani; alcuni di essi sono esposti in sede, altri all'interno del palazzo dal quale essi provengono, altri ancora sono ancora collocati sulla facciata del palazzo.
Palazzo Bosdari accoglie anche la Galleria d'Arte Moderna, sino al 2011 afflitta da una grave mancanza di spazio ed ora parzialmente riaperta (vedi capitolo "Ampliamento degli spazi espositivi").
Dal primo gennaio 2012 la Pinacoteca e la Galleria d'Arte Moderna sono chiuse per permettere il completamento dei lavori di restauro e di ampliamento della sede, che occuperà anche l'edificio adiacente a Palazzo Bosdari: Palazzo Bonomini; la riapertura era prevista ad ottobre dello stesso anno, ma nell'autunno del 2015 le collezioni erano ancora chiuse al pubblico. Al termine dei lavori si sono ottenute cinque sale in più e uno spazio per le mostre temporanee (nei piani sottostanti al cortile di ingresso). Da decenni i più illustri esponenti della cultura cittadina lamentavano la carenza di spazi a Palazzo Bosdari[13]. L'ampliamento permetterà finalmente di dare una risposta all'esigenza di esporre le opere antiche di grandi dimensioni e le opere moderne relegate nei magazzini; inoltre renderà possibili nuove acquisizioni[14].
Un primo risultato dei lavori di ampliamento è stato, nel 2016, l'apertura di un nuovo ingresso in vicolo Foschi, a pochi metri dal porto e dalle banchine di ormeggio dei traghetti: le migliaia di turisti in attesa di imbarco possono finalmente visitare le collezioni artistiche in modo più agevole. Dal nuovo ingresso un ascensore di circa ventisei metri conduce alle sale di esposizione e, in futuro, anche alla torretta della pinacoteca, nella quale verrà allestito un bar con vista panoramica sul porto e sui rioni più antichi della città. Dopo la riapertura i lavori continueranno con il restauro dei dipinti rinascimentali che abbelliscono i soffitti del palazzo[15][16].
Riapertura parziale del 2016
Nell'attesa dell'apertura completa, il 9 giugno 2016 sono state riaperte alcune sale[17], dove è stata esposta una selezione di alcuni dipinti, tra cui le pale del Tiziano, del Lotto, del Guercino, del Gentileschi e la madonna del Crivelli.
A seguito dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento sono emersi anche alcuni tratti di antiche mura interne ed una torre medievale, entrambe visibili e visitabili nelle immediate adiacenze del nuovo ingresso lato porto nel vicolo Foschi.
La data della riapertura totale non risulta ancora nota.[18].
La parziale riapertura del 2016 ha presentato un nuovo allestimento delle opere, e alcune nuove sale; l'ingresso principale è per ora chiuso e per ora si accede solo dal vicolo Foschi, vicino alla storica chiesa di Santa Maria della Piazza, nei pressi del porto
[19].
Il nuovo allestimento è caratterizzato dalla presentazione affiancata di opere antiche e moderne, legate da temi o suggestioni particolari.
Ala di Palazzo Bonomini, corridoi sospesi con pavimentazione in vetro.
Ingresso da vicolo Foschi
Sala con cartoni di Podesti: "Giochi delle giovinette compagne di Diana", eseguiti in preparazione agli affreschi di Palazzo Torlonia (Roma).
Cortile.
Basamento della torre medievale.
La Deposizione di Podesti con a fianco il cartone preparatorio. A sinistra il modellino della scultura Mater amabilis di Valeriano Trubbiani.
Una sala dedicata all'arte contemporanea.
Interventi di restauro e risanamento impiantistico
I lavori, iniziati nell'ottobre del 2023, hanno anzitutto lo scopo di riaprire al pubblico il secondo e il terzo piano di palazzo Bosdari, la cui chiusura, nel 2012, ha costretto per oltre dieci anni a limitare il numero delle opere esposte; i lavori pemetteranno anche di aprire al pubblico per la prima volta i corrispondenti piani di palazzo Bonomini, collegati con i lavori del 2012-2016. Verranno inoltre messi a norma gli impianti tecnologici del primo, del secondo e del terzo piano, e in particolar modo quello antincendio e quello di climatizzazione.
Gli spazi aperti, o riaperti, saranno utilizzati anzitutto come sale espositive della collezione permanente o di mostre temporanee, ma serviranno anche come aule didattiche, come nuovi depositi delle opere d'arte non destinate all'esposizione e come laboratori di restauro.
I visitatori potranno osservare i restauratori all'opera nei loro laboratori, grazie a delle vetrate; potranno inoltre, su richiesta, vedere le circa seicento opere conservate nei depositi rinnovati[20].
La conclusione dei lavori e la riapertura della pinacoteca sono previste per l'ottobre del 2024[3].
^Michele Polverari (a cura di) Francesco Podesti, Electa editrice, MIlano 1996
^Pietro Zampetti, in Francesco Podesti, Electa editrice, Milano 1996, pagina 34
^Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, Pittori ad Ancona nel Quattrocento, Fedierico Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9
^Livia Carloni, Andrea Lilli, Quattro santi con angeli musicanti, in Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pagg. 154 - 155.
^Rivista di Ancona: rassegna del Comune , Anno 9 (1966), n.1, Pagine 37-42
^Pietro Zampetti, in Ancona, Pinacoteca Civica "F. Podesti" e Galleria d'Arte Moderna, della collana Musei d'Italia, Meraviglie d'Italia, Calderini editore, Bologna 1999