L'originario luogo di culto fu edificato tra il VII e l'VIII secolo sui resti di una struttura, probabilmente una villa, di epoca romana; ne sopravvivono i resti di un piccolo altare, realizzato riutilizzando antichi mattoni romani.[1][2][3]
Tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo la chiesa fu completamente riedificata in forme romaniche, su una pianta a tre navate terminanti in tre absidi sul lato orientale;[1][4] in adiacenza fu anche costruito un battistero con foro centrale per le immersioni.[1][5]
In seguito, la chiesa fu citata nel 1185 tra le tappe di una delle diramazioni della via Francigena.[5]
Nel 1230, dalla Plebis de Galiono dipendevano due cappelle del circondario, come testimoniato dal Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma; nella seconda metà del XIV secolo si aggiunsero sotto la sua giurisdizione altre due cappelle.[3][5]
Tra il XVI e il XVII secolo la pieve di San Cassiano fu sottoposta a una serie di lavori che ne mutarono profondamente la struttura; furono infatti demolite le tre absidi, sostituite in corrispondenza della navata principale da un presbiterio di forma rettangolare, e furono edificati i corpi di fabbrica a est, compresa la canonica; inoltre furono realizzate nella navata centrale le arcate in muratura a sostegno della copertura lignea, in sostituzione delle antiche capriate.[4]
In un documento del 1691 il santo titolare della chiesa risultava essere san Giovanni Battista; di tale intitolazione si perse traccia nei documenti successivi, in cui comparvero i santi Ippolito e Cassiano, ma uno degli altari laterali rimase dedicato al santo.[3][1]
Nel 1812 furono risistemati e adibiti a sagrestia gli ambienti di servizio posti sul lato meridionale; tre anni dopo fu edificata la cappella a nord dedicata alla beata Vergine del Rosario.[5]
Nel marzo del 1832 un violento terremoto causò alcuni danni al campanile, che fu sottoposto a restauri; il cantiere fu concluso l'anno seguente.[5]
Nel 1844 la canonica fu risistemata e ampliata.[5]
Tra il 1851 e il 1855 la facciata fu rinforzata strutturalmente in quanto lesionata.[5]
Nel 1910 il tetto fu ristrutturato, mentre nel 1925 la pavimentazione interna fu rifatta; sette anni dopo fu costruito un nuovo fonte battesimale.[5]
Nel 1952 la chiesa fu sottoposta a complessi lavori di ristrutturazione, volti a riportarne in luce l'aspetto medievale; per questo furono completamente riedificati parte del transetto e l'abside principale, addossata a esso, oltre al campanile e al fianco destro d'ingresso, e furono recuperate le colonne in pietra; tra il 1954 e il 1955 furono riaperte le monofore della navata centrale, mentre tra il 1956 e il 1962 furono aggiunti i mosaici in controfacciata e nell'abside; nel frattempo fu inoltre ristemato il sagrato; nel 1966 fu realizzato il nuovo altare maggiore post conciliare.[5]
Il cantiere fu riavviato nel 1970, restaurando le travi di copertura e riportando alla luce gli affreschi medievali, la facciata in pietra, i basamenti delle colonne, la base rotonda della vasca battesimale romanica in corrispondenza della prima campata della navata sinistra e le fondamenta dell'edificio originario; fu inoltre risistemato il lato nord della chiesa; i lavori furono conclusi nel 1983.[5]
Tra il 2001 e il 2004 la pieve fu sottoposta a un nuovo restauro conservativo, volto alla valorizzazione dei reperti archeologici; l'intera pavimentazione fu rimossa fino allo strato originario per la realizzazione degli impianti di riscaldamento e in seguito mantenuta a un livello più basso, con lo scopo di mettere in luce le antiche basi dei pilastri; nello stesso periodo furono inoltre restaurati gli affreschi posizionati sulla sommità delle pareti delle tre navate, risalenti al XVII e al XVIII secolo,[6][1] e furono restaurati i prospetti esterni della canonica.[5]
Descrizione
La pieve si sviluppa su una pianta a tre navate, con l'ingresso principale rivolto a ovest e il presbiterio absidato a est; un secondo ingresso è collocato sul fianco meridionale, mentre sul lato opposto si apre una cappella laterale.[5]
La semplice facciata a salienti, interamente rivestita, come il resto della chiesa, in pietra, risulta scarsamente visibile a causa dell'angusto passaggio che la divide dal muro di confine di fronte; al centro è collocato il portale d'ingresso principale, sormontato da un architrave; in sommità si apre nel mezzo una finestra a lunetta.[5][1]
Il fianco destro, rivolto verso la strada, è caratterizzato dalla presenza del portale d'accesso secondario, delimitato da una cornice in laterizio e coronato da un arco a tutto sesto, contenente una lunetta con un altorilievo cruciforme in cotto realizzato nel 1957 dallo scultore Corvi; ai suoi lati si aprono due monofore ad arco a tutto sesto, con cornici in mattoni. In adiacenza si erge il campanile, con cella campanaria affacciata sulle quattro fronti attraverso aperture ad arco a tutto sesto delimitate da lesene.[5]
Il prospetto sinistro, conservatosi maggiormente intatto, presenta ancora i conci squadrati della muratura originaria.[2]
All'interno la navata principale, rivestita in pietra, è sormontata da una copertura a due falde in travi a vista, rette da quattro arcate in muratura a tutto sesto che si ergono in corrispondenza dei pilastri; in sommità si apre una serie di monofore romaniche ad arco a tutto sesto; ai lati le navate secondarie si affacciano sulla centrale attraverso cinque arcate a tutto sesto, rette da massicce colonne medievali, rivestite con un'alternanza di mattoni e pietre e coronate da capitelli a tronco di cono rovesciato; sulla sinistra si apre attraverso un ampio arco a tutto sesto la cappella della Beata Vergine del Rosario.[5]
Il presbiterio intonacato, lievemente sopraelevato, è caratterizzato dalla presenza di una struttura in vetro nel pavimento, per mostrare nella zona centrale la pavimentazione originaria all'interno dell'antica abside principale;[2] nel mezzo è collocato l'altare maggiore in pietra martellata, risalente al 2004; sul fondo l'abside, illuminata da due monofore laterali, accoglie una cassapanca lignea a semicerchio.[5]
La chiesa conserva varie opere di pregio, tra cui alcuni lacerti staccati di affreschi del XV secolo raffiguranti la Madonna allattante e un santo vescovo e la Madonna col Bambino, la pala rappresentante i Santi Ippolito e Cassiano, eseguita nel 1844 da Giovanni Riccò su commissione della duchessaMaria Luigia, un dipinto ritraente Sant'Antonio da Padova, risalente alla seconda metà del XVII secolo, una tela riproducente Santa Filomena attribuita a Giovan Battista Borghesi, un tronetto espositivo settecentesco, il basamento dell'originario fonte battesimale medievale, uno stendardo rappresentante la Madonna col Bambino, realizzato probabilmente da Cristoforo Carra tra il 1750 e il 1770, una credenza impiallacciata del XVIII secolo, una pace cinquecentesca e la base di un calice del XVI secolo.[1][3][7]