Con la parola omoerotismo (composta dal termine greco ὅμοιος hòmoios "simile, analogo", che appare nella parola "omosessualità" - e da "erotismo"), ci si riferisce:
all'amore e al desiderio fra persone dello stesso sesso, quasi sempre (ma non esclusivamente) per indicare le loro manifestazioni non esplicite (cioè, prive di rappresentazioni di rapporti sessuali o di richiami sessuali di tipo omosessuale) nelle arti visive e in letteratura.
ai forti legami affettivi tra persone dello stesso sesso (anche eterosessuali) che abbiano un'intensità amorosa (addirittura fino a sfociare in un sentimento di gelosia) ma escludano la sessualità, come l'amicizia intima, l'amicizia amorosa, l'amicizia romantica e il cameratismo, il matrimonio bostoniano, la fratellanza di sangue, ecc. L'esclusione della sessualità può, comunque, essere solo teorica in tutti quei casi in cui si tratti, in realtà, di relazioni omosessuali camuffate per essere meglio accettate da una società che le condanni. Questi legami affettivi sono stati teorizzati anche da movimenti giovanili quale quello dei Wandervogel (gli uccelli vagabondi) oppure dall'organizzazione Gemeinschaft der Eigenen di Adolf Brand ad inizio '900.
Nell'uso inglese contemporaneo (e, quindi, nelle traduzioni italiane da tale lingua) il termine "homoeroticism" è però spesso usato nel significato esattamente opposto di "arte esplicitamente erotica a carattere omosessuale".
Infine, alcuni autori usano "omoerotismo" come eufemismo per evitare il termine "omosessualità", da loro giudicato "troppo forte" per la presenza della parola "sessualità". Tale uso è però minoritario.
Anche se l'omoerotismo - nella sua qualità di ideale estetico, come un insieme di tradizioni artistiche e performative, in cui tali sentimenti possono essere incorporati nella cultura e, quindi, espressi nella società più ampia[2] - può differire dall'attrazione esplicitamente omoerotica, alcuni autori hanno citato l'ispirazione proveniente dalle esperienze personali riportate da autori antichi quali Catullo, Tibullo e Properzio nella loro poesia apertamente omoerotica[3].
Definizione e classificazioni
In quanto espressione del desiderio affettivo-romantico-erotico diretto verso persone dello stesso sesso, così come appare in letteratura e nell'arte in generale, rinvia direttamente alla concezione di omosessualità nell'antica Grecia, in forma di pederastia greca la quale era parte integrante del tessuto sociale
Psicologia
Il termine è stato creato dallo studioso di psicoanalisi tedesco Sándor Ferenczi nel 1911 con l'intento di spiegare un particolare ambito interno alla propria teoria sul narcisismo, definendolo una fase intermedia tra l'autoerotismo e l'eterosessualità; è stato in seguito usato per parlare della struttura psicologica dell'omosessualità come sintomo di nevrosi, ma oggi questo suo senso eminentemente psicoanalitico è caduto in disuso.
Per Sigmund Freud, piuttosto che essere una questione riguardante solo una minoranza di uomini che s'identificano come omosessuali, l'omoerotismo è, invece, parte della stessa formazione di tutti gli uomini come soggetti umani e attori sociali[4].
Sociologia
Incorporato in sociologia per descrivere la tensione erotica presente tra individui dello stesso sesso, ma senza alcuna implicazione sessuale.
Omoerotismo volontario o involontario
L'omoerotismo può essere presente in un'opera d'arte in modo volontario o involontario. L'omoerotismo volontario può essere a sua volta:
il risultato di una scelta deliberata da parte di un autore omosessuale, che però sceglie di non affrontare apertamente il tema omosessuale per una varietà di motivi (leggi che lo proibiscono, motivi morali o religiosi, timore di ritorsioni, censura, ecc.). In questo caso è legittimo leggere nel contesto di produzione l'opera per verificare se essa non esprima, per i parametri dell'epoca, i sentimenti e l'attrazione fra persone dello stesso sesso in modo più intenso ed, in qualche modo, "insolito" rispetto al contesto di produzione. "Amicizia spirituale" o "amicizia amorosa", "amicizia intima", "affetto", "cameratismo", "affinità" e quant'altro, possono essere, in questi casi, trasparenti metafore per descrivere l'amore omosessuale in modo socialmente accettabile (e soprattutto non condannabile per legge).
Il risultato di una scelta deliberata da parte di un autore non omosessuale, nei periodi nei quali un grande artista o movimento artistico dalla forte sensibilità omoerotica abbia imposto come accettabile, nell'arte di tale periodo, l'omoerotismo. Come esempio si può citare l'estetica neoclassica, che recupera dall'antichità greca l'apprezzamento della bellezza del corpo nudo maschile, o l'accademismo ottocentesco che si rifà a tale filone, o il caravaggismo, o il Rinascimento italiano subito prima della Controriforma. In tali contesti, l'omoerotismo è, per così dire, "ambientale" e non rivela necessariamente preferenze dell'autore, anche se poi, in periodi come questi, abbondano gli artisti omosessuali che approfittano del clima più tollerante per esprimere, in modo più aperto, le loro preferenze.
Parlando di artisti del passato, un risultato estraneo alle intenzioni dell'autore, che intendeva solo esprimere deliberatamente sentimenti che per la sua epoca o per la sua cultura non erano connotati in senso omosessuale, anche se possono apparire tali alla nostra epoca e alle nostre convenzioni sociali. Quale esempio possiamo prendere le società arabe contemporanee, nelle quali tenersi per mano per strada fra due amici è un atto socialmente normale, totalmente privo di implicazioni erotiche, mentre nella cultura occidentale è un chiaro gesto che esprime intimità affettiva. Occorre, quindi, fare attenzione a non leggere un'opera d'arte proveniente da questo contesto, che rappresentasse una scena di questo tipo, attraverso la griglia interpretativa del nostro tempo. Gli stessi gesti, in contesti sociali e storici diversi, possono avere o non avere affatto valenza omoerotica / omosessuale. Ovviamente vale anche il principio inverso: oggi può facilmente sfuggire all'osservatore non specialista il significato di gesti che nell'antichità o in un contesto dato hanno avuto o hanno un chiaro significato di seduzione/supplica o d'intimità anche erotica (per esempio: carezzare il mento (upochorizein), anche solo sfiorandolo o appoggiando la punta delle dita, nell'arte greca).
L'omoerotismo involontario si può avere, invece, nel caso in cui un artista abbia scelto di negare l'espressione dei propri desideri affettivi ed erotici per persone dello stesso sesso, non intenda renderli pubblici, non desideri che essi traspaiano nelle sue opere, non intenda esprimersi direttamente sui temi dell'amore e dell'attaccamento e dell'attrazione fisica fra persone dello stesso sesso.
Di solito queste strategie sono relativamente (anche se di rado totalmente) efficaci nell'epoca dell'artista in questione; tuttavia, in una prospettiva successiva, avendo una visione d'insieme dell'arte di un periodo storico, è possibile notare (a volte con estrema chiarezza) slanci, commozioni, turbamenti, debolezze di un artista ogni volta che si avvicini alla bellezza e all'intimità fra o con persone del suo stesso sesso, che possono raggiungere un'intensità omoerotica, nonostante le intenzioni originali dell'autore.
Si può avere anche il caso di artisti che alternano, in fasi diverse della loro produzione, un atteggiamento volontario ed uno involontario, che, ovviamente, di solito, è molto meno marcato; come esempio si può prendere Guido Reni, che inizia con opere connotate da forte omoerotismo esplicito (il suo San Sebastiano è addirittura usato come icona masturbatoria da Yukio Mishima nel suo Confessioni di una maschera), sul filone caravaggesco, ma che dopo la conversione religiosa si dedica a soggetti devozionali, nei quali l'attenzione omoerotica traspare solo episodicamente, raggelata, e sicuramente contro la volontà dell'autore.
Viceversa, si dà il caso di artisti che dopo inizi timidi e poco espliciti, hanno maturato una ricerca deliberata di risultati di tipo omoerotico in una fase successiva della loro arte.
Differenza dalla pornografia
L'arte omoerotica è solitamente impercettibile e contiene una "carica emotiva"; che è il fattore principale che la distingue dalla pornografia che, invece, involve atti sessuali espliciti. Per questo, spesso l'omoerotismo può sfuggire alla censura.
Il materiale omoerotico può, nonostante tutto, essere più potente della pornografia, dato che spesso è richiesta dell'immaginazione per renderli esplicitamente eccitanti.
Attribuzione dell'omoerotismo da parte dei critici
Qualche volta, i critici rilevano omoerotismo nelle opere d'arte, anche quando l'autore avrebbe probabilmente negato la presenza di tale argomento. Comunque, può ancora essere valido etichettare l'opera come parte della tradizione dell'omoerotismo, poiché l'opera può avere risvegliato tali sentimenti nella parte omosessuale del pubblico ed influenzato la produzione artistica futura.
Dopo aver dato un ampio contributo allo sviluppo della arte antica, dalla scultura greca alla poesia greco-latina, l'omoerotismo scompare quasi del tutto in epoca medioevale (a causa della criminalizzazione politica dell'omosessualità e delle sue espressioni più pratiche, come la sodomia) e risorge con le maggiori opere d'arte del rinascimento italiano.
Quando venne chiesto in tribunale ad Oscar Wilde (processato per sodomia dopo esser stato accusato in tal senso dal padre del suo giovane amante) cosa fosse quest'amore di cui tanto parlava, egli rispose con una delle più alte dichiarazioni omoerotiche mai espresse:
«L'amore che non osa dire il suo nome è il grande affetto che prova un uomo adulto nei confronti di uno più giovane, così come è successo tra Davide e Gionata; è quello di cui Platone ha fatto la base di tutta la sua filosofia ed è l'amore che si trova nei sonetti di Michelangelo e di Shakespeare. Quell'affetto profondo che è tanto puro quanto perfetto. Esso ispira e pervade grandi opere d'arte come quelle di Shakespeare e Michelangelo... questo è molto frainteso nel nostro secolo, così frainteso che è descritto come l'amore che non osa dire il suo nome, e proprio per questo motivo oggi sono proprio dove mi trovo. È bello, è raffinato, è la forma più nobile di affetto. Non c'è nulla di innaturale in esso. Fortemente intellettuale, è sempre esistito tra un uomo anziano e un giovane uomo, quando l'anziano ha l'intelletto, e il più giovane ha tutta la gioia, la speranza ed il fascino della vita davanti a lui. Così dovrebbe essere, ma il mondo non capisce. Il mondo lo schernisce e talvolta lo mette uno alla gogna per questo.»
Nelle arti visive
Gli esempi di omoerotismo maschile nelle arti visive vanno di pari passo con le epoche storiche: le ceramiche dell'antica Grecia e le anfore di vino dell'antica Roma (la Coppa Warren) illustrano questo sentimento fin dall'antichità classica.
La scultura greca sottolinea la naturalezza della sessualità umana e delle sue varie espressioni, per cui era abituale la rappresentazione di tali atti in oggetti d'utilizzo anche quotidiano come tazze, bicchieri, vasi, urne e altri manufatti. In alcune occasioni la sessualità rappresentava la divinità o la sovrannaturalità, come nel caso dei fascinus (figure falliche esagerate), utilizzati come amuleti per invocare la protezione divina[7].
Nella rappresentazione plastica di scene omoerotiche prese dalla mitologia classica, vi sono quelle relative ad episodi della vita di Pan, che insegna l'arte del flauto a Dafni, di Achille che onora di degni funerali il corpo dell'amatissimo amico Patroclo, di Zeus che corteggia il bell'adolescente Ganimede[8].
Nella scultura rinascimentale si ha un ritorno del nudo come tecnica per rappresentare, in un certo qual modo, la "divina perfezione" umana, concetto questo caro all'antropocentrismo, e che ha ispirato la creazione di sculture dal contenuto omoerotico così palese ed evidente che non si vedeva dai tempi dell'antichità classica: Michelangelo Buonarroti plasmò le caratteristiche dell'omoerotismo rinascimentale in sculture come il Crocifisso di Santo Spirito (1492), Bacco (1497), David (1504) e lo Schiavo morente (1513).
Tra i contemporanei un noto scultore di nudi maschili è stato Adolf von Hildebrand
In pittura
Nell'Europa medioevale l'arte erotica in generale è stata completamente soppressa a causa del costante intervento morale delle leggi ecclesiastiche. L'arte omoerotica non esisteva in quanto tale, ma il senso fortemente antropocentrico che ha prevalso col Rinascimento ha permesso una sottile "omoerotizzazione", sia nella pittura rinascimentale che nella scultura rinascimentale, restituendo il valore e l'importanza data al nudo artistico di derivazione classica greco-romana.
Questa rinnovata estetica ha dato la possibilità a molti artisti del Rinascimento italiano di immettere anche una forte componente omoerotica nelle proprie opere; l'apprezzamento del corpo maschile è stato identificato dalla critica come una delle qualità fondamentali dell'intero lavoro artistico di Leonardo Da Vinci e Michelangelo Buonarroti[9].
Nel XVI secolo si cominciano a dipingere donne nude all'interno di uno stesso ambiente, con un risultato omoerotico apprezzabile ad esempio nelle opere di François Clouet al quale è stato attribuito il presunto ritratto di Gabrielle d'Estrées e di sua sorella la duchessa de Villars (1594). L'efebofilia omosessuale maschile vigente nella Persia medioevale, oltre che nella letteratura, è stato anche molto apprezzato nella pittura e nelle stampe del periodo, in cui si vedono scene di flirt e civetteria, quando non veri e propri atti anche molto espliciti di sesso orale e sesso anale tra uomini adulti ed adolescenti maschi[10].
Lo Shunga giapponese di carattere omoerotico si dedicava a mostrare coppie dello stesso sesso impegnate in qualche tipo di atto sessuale, solitamente inerente alla pederastia, quindi anche qui tra un adulto e un ragazzo bishōnen o effeminato o crossdresser; ma ve ne sono alcuni raffiguranti coppie femminili che si aiutano utilizzando vari strumenti e giocattoli sessuali[11].
Il sottile erotismo che traspare nel Rococò del XVIII secolo è stato ampiamente riconosciuto nelle opere di François Boucher, essendo l'omoerotismo parte della sua opera ad esempio in "Giove e Callisto" (1744) e "Pan e Siringa" (1759). Con il Neoclassicismo prima ed una certa pittura romantica poi emerge l'omoerotismo di carattere epico il quale ritrae le scene più familiari o filiali relative alla mitologia greca, a volte risultante altamente sensuale.
Intanto, nel 1789, con la presa della Bastiglia, era scoppiata quella che passerà alla storia come Rivoluzione francese; una delle prime conseguenze fu l'abolizione della criminalizzazione dell'omosessualità, poco dopo, con Napoleone Bonaparte, inizia ad imporsi il trionfo moderno del nudo eroico, quasi esclusivamente maschile, sia in pittura che nella scultura. Alcuni tra gli esempi che possono essere citati a cavallo tra XVIII e XIX secolo vi sono:
Qui l'eroe acheo è un bel giovinetto, parzialmente nudo (solamente un velo copre parte del sesso), che tende l'arco assistito dal centauroChirone suo maestro, a cui rivolge lo sguardo grato.
Endimione giace sdraiato supino e completamente nudo, languido e un po' pingue, di profilo sta il bambinetto Eros ("Amore") i cui dettagli anatomici sono disegnati con cura e precisione. Da quest'opera lo scrittore Honoré de Balzac si è ispirato per il protagonista del suo Sarrasine del 1830; mentre nelle Illusioni perdute l'autore francese definirà Lucien de Rubempré "carino come una figura di Girodet"[13].
Studio di nudo che mostra il giovane Agricol Viala (nella realtà un ragazzino tredicenne morto combattendo per la repubblica contro i realisti provenzali), un ginocchio appoggiato a terra, col capo inclinato e braccia allargate per mostrare meglio l'ampio petto.
Il Genio della Pace che arresta i cavalli di Marte (1794), di Bénigne Gagneraux.
Un adolescente nudo con la pelle luminosa la cui presenza brillante attira lo sguardo in mezzo ad un paesaggio buio e tempestoso.
Il dio dell'amore è qui un ragazzino imberbe nudo visto di profilo. Fu proprio questo quadro ad attirare sul pittore i favori di Napoleone Bonaparte, che ne fece uno dei propri artisti ufficiali preferiti[13].
La poetessa che ha cantato gli "amori saffici" (tra ragazze), completamente vestita, si suicida gettandosi in mare dalla rupe di Leucade, colta dalla disperazione perché abbandonata dal suo amante maschio di nome Faone.
Un Apollo nudo e affranto dal dolore stringe tra le braccia il corpo inerte del giovane amante Giacinto, nudo anch'egli ed abbandonato sulla spalla divina. I due volti si toccano, quasi le due bocche s'incontrano.
Achille è qui un bel giovane, nudo e con una cetra in mano (velo sul sesso) sta per alzarsi; in piedi al suo fianco l'amato Patroclo, completamente nudo e col peso del corpo poggiato su un'anca. Sullo sfondo quattro efebi sono impegnati in attività sportive (implicito omaggio a Michelangelo Buonarroti, che aveva inserito una scena analoga nella Sacra Famiglia
All'interno di una cruenta scena di battaglia un arabo nudo sorregge col braccio il giovane pascià, riccamente vestito, che sta cadendo all'indietro con gli occhi chiusi ed il volto estatico. Un dragone francese si getta sulla coppia brandendo la sciabola.
Sullo stile del precedente Endimion di Girodet, mostra Morfeo adagiato su un letto dominato da un sonno voluttuoso che lo ha fatto scoprire interamente.
Nell'angolo in basso a destra un soldato nudo si china sul corpo esanime e sdraiato a terra di un altro soldato, anch'egli nudo, nel tentativo di rialzarlo.
Ulisse e Telemaco che massacrano i pretendenti di Penelope (1812), di León Pallière.
Tutti rigorosamente nudi, Ulisse scaglia le frecce dal suo arco assistito dal figlio Telemaco; ai oro piedi due giovani esanimi terra in stato di abbandono esanime.
Diagora portato in trionfo dai figli (1814), di Auguste Vinchon.
I due figli forti ed aitanti di Diagora di Rodi, sorreggono il loro vecchio padre; uno è ritratto di prospetto e l'altro di schiena ed entrambi sono rigorosamente nudi.
Zefiro viene qui ritratto come un giovinetto nudo.
Briseide che piange Patroclo (1815), di Jean Alaux.
La schiava Briseide sparge calde lacrime sul petto di Patroclo nel letto di morte, mentre al suo fianco un Achille nudo e crucciato (stoffa a coprire appena il sesso) già medita un'estrema vendetta.
L'adolescente completamente nudo abbandona, ma voltandosi a rimirarla, il letto di Psiche.
Dello stesso anno, mentre si trovava in esilio, Jacques Louis David dipinge un Amore e Psiche in cui raffigura un Cupido appena adolescente che, seduto nudo sul letto, rivolge uno sguardo malizioso allo spettatore; le guance sono arrossate, di fianco Psiche dorme in stato di perfetto abbandono.
In basso a sinistra un uomo, seduto in stato di abbandono, sorregge on un braccio il corpo esanime di u giovane completamente nudo con la testa rovesciata indietro. Il modello del ragazzo è stato Jamar, allievo del pittore (di cui fece anche un ritratto) con il quale "dormiva in una camera attigua allo studio"[14].
Infine, la nascita e sviluppo del primo movimento di liberazione omosessuale ha viepiù permesso la diffusione di opere d'arte create da persone LGBT come parte integrante dell'identità emergente della comunità gay, uno fra tutti il contemporaneo Claudio Bandella.
Nel continente asiatico l'omoerotismo ha anche le sue radici nella tradizione giapponese degli shunga (stampe a soggetto erotico); questa ha contribuito a influenzare anche vari artisti giapponesi contemporanei, come ad esempio Tamotsu Yatō (fotografo), Sadao Hasegawa (pittore) e Gengorō Tagame (fumettista).
La fotografia d'arte omoerotica non ha intento pornografico, bensì può anche utilizzare soggetti (come il nudo maschile in fotografia) concentrandosi nel ritrarre figure - maschili o femminili - in un'ambientazione estetizzante. Questo scenario è caratteristico soprattutto nella fotografia glamour la quale si propone di catturare l'immagine e mostrarne la figura in modo elusivo-allusivo che rimanda ad un certo concetto di romanticismo; non dev'essere quindi sessualmente stimolante.
La fotografia omoerotica non ha come suo intento primario quello di generare eccitazione sessuale nell'osservatore; la maggior parte delle opere fotografiche riconducibili a un sentimento di omoerotismo sono destinate a ritrarre la bellezza e l'ammirazione nei confronti del corpo umano di per sé, potendo anche includere posture sensualmente suggestive le quali non fanno altro che sottolineare l'implicito erotismo della fisicità.
La letteratura omoerotica ha le sue basi storiche riconoscibili nelle opere degli antichi poeti classici, che contengono espliciti riferimenti a questo tipo di "immaginativa", data sia con la nozione tradizionale di "amore greco" per tutto ciò che concerne l'omosessualità nell'antica Grecia che con la serena naturalezza sessuale dei personaggi mitologici[16].
Un esempio notevole in tal senso, all'interno di questa società abituata all'omoerotismo, è rappresentato dal modello sociale efebofilico della pederastia greca come propulsore sociale, militare nonché politico di ogni ragazzo-efebo, aiutato ed accompagnato in ciò da un uomo adulto[17].
La pederastia e il desiderio sessuale tra persone dello stesso sesso è stato un argomento comune nella società della Grecia classica; viene affrontato nei dialoghi platonici Simposio e Fedro. Senofonte discute l'omoerotismo platonico in forma di burlesque a partire da una revisione critica ingegnosa, il tutto come parte dei suoi dialoghi socratici[17][18].
Nel periodo classico dell'impero romanoSvetonio rende più accattivante la narrazione biografica sui primi 12 imperatori romani nella suaopera Vite dei dodici Cesari narrando per filo e per segno le attività omosessuali in cui furono coinvolti.
Tu che mi stringi e che stringomentre violento colpisci!Laceràti entrambi come si laceranolo sposo e la sposa[21].
Poesia
Vi è anche una forte tradizione di omoerotismo nella poesia.
Esempio maggiore in tal senso nell'ambito del canone occidentale è quello costituito dai Sonetti del drammaturgo elisabettiano inglese William Shakespeare: anche se alcuni critici si sono sforzati di preservare la cosiddetta "credibilità letteraria" di Shakespeare negando la sua presunta omosessualità, nessuno ha potuto mai contestare il fatto che la maggior parte dei sonetti riguardano esplicitamente la poesia d'amore rivolta da un maschio ad un altro maschio.
L'unico altro artista rinascimentale a cimentarsi in versi omoerotici scritti in lingua inglese è stato Richard Barnfield il quale in "The Affectionate Shepherd" e "Cynthia" ha scritto poesie abbastanza esplicite; proprio la poesia di Barnfield, inoltre, è ora ampiamente accettata come esser stata una delle fonti d'ispirazione ed aver avuto grande influenza su Shakespeare[22].
Non si può non citare Oscar Wilde, condannato a due anni di reclusione ai lavori forzati dopo esser stato accusato di sodomia a causa del suo intenso rapporto erotico con l'allora ventenne lord Alfred Douglas. Da questa esperienza ne trasse il De profundis, lunga lettera di contenuto omoerotico rivolta proprio al giovane amante ed in cui racconta la storia dei propri sentimenti nei suoi confronti e La ballata del carcere di Reading ove amaramente constata che "Eppure ogni uomo uccide ciò che più ama".
La raccolta di poesie d'amore Le canzoni di Bilitis (1894) di Pierre Louÿs è altamente rappresentativa dell'arte omoerotica contemporanea, perché vengono copiati gli stili lirici della poetessa Saffo, icona dell'omoerotismo antico.
Nel periodo medioevale viene quasi completamente soppresso l'omoerotismo in arte a causa della criminalizzazione politica dell'omosessualità e delle sue espressioni più "peccaminose", come la sodomia.
Ma l'efebofilia, quando non la vera e propria pederastia, nelle espressioni d'amore rivolte a giovani e ragazzi sono ricorrenti nella prima cultura musulmana posteriore alla conquista araba dell'intero medio oriente e dell'Africa del nord; questo s'incarna in opere letterarie come Il collare della colomba (XI secolo) di Ibn Hazm e ne Il prato delle gazzelle (XIV secolo) di Muhammad al-Nawaji[23]. Notevoli racconti riguardanti relazioni omoerotiche vengono rappresentati nelle opere di Abu Nuwas, come ad esempio il suo La gioia dei cuori[24].
La letteratura sopra una certa filosofia di argomento omoerotico in India appare tra il XIV e il XVI secolo come un tentativo sociale-politico di spiegare la naturalezza di omosessualità, bisessualità e identità transgender: ciò ad esempio compare nel codice legale Smriti-ratnavali e nel testo di critica Yaia-mangala.
In Giappone antichi romanzi come il Genji monogatari e il Kojiki contengono riferimenti all'omoerotismo e al transgenderismo[25].
All'interno della corrente modernista apparvero vari autori che iniziarono per la prima volta a descrivere la realtà del sentimento amoroso e del desiderio omosessuale, questo nella letteratura a più ampia diffusione: Claudine a scuola, di Colette, "Gestern und Heute" di Christa Winsloe (da cui è tratto il primo film a tema lesbico del cinema, Ragazze in uniforme) e l'autobiografico Il pozzo della solitudine della scrittrice inglese Radclyffe Hall sono alcuni di questi, divenuti subito tutti e tre dei classici della letteratura a tematica lesbica. Altre due autrici che hanno incentrato la loro poetica sull'omoerotismo femminile sono state Katherine Bradley e Virginia Woolf, quest'ultima praticamente in tutta la sua letteratura ma soprattutto con Orlando (1928).
Tutto quanto viene dallo spirito e dal pensiero può a stento e solo per breve tempo reggere il confronto con ciò che viene dalla natura ed è eterno. Aschenbach notò con meraviglia la bellezza perfetta del ragazzo. "Ti amo" sussurrò lasciando cadere le braccia, assalito da ricorrenti brividi. Era la forma stereotipa del desiderio, assurda in quel caso, impossibile, turpe, ridicola e tuttavia sacra e venerabile... E la sua anima assaporò la voluttà e il furore dello sfacelo[27].
Uno dei romanzi più fortemente omoerotici della letteratura moderna è sicuramente La morte a Venezia (1911) di Thomas Mann, che narra la vicenda di un uomo che s'innamora perdutamente di un adolescente. Ne è stata fatta una trasposizione cinematografica nel 1971, Morte a Venezia, a cura del regista italiano Luchino Visconti. Thomas Mann ha poi pubblicato nel 1925 un breve testo intitolato Über die Ehe ("Sul matrimonio") in cui afferma che l'omoerotismo appartiene al campo dell'estetica, mentre l'eterosessualità è prosaica[28].
Scritto nel 1914, ma pubblicato solo nel 1971 postumo, Maurice di Edward Morgan Forster, rappresenta una pietra miliare della letteratura omosessuale, essendo il primo libro moderno che racconta una storia di forte sentimento amoroso tra due giovani uomini che non finisce in maniera tragica: dopo essere stato iniziato ai tempi della scuola da un compagno di corsi, il protagonista non tradisce il proprio sentimento omoerotico nonostante le forti pressioni che gli provengono dall'esterno, finendo col trovare la felicità assieme ad un giovane del popolo.
Le amicizie particolari (1944) di Roger Peyrefitte racconta una vicenda di tensione omoerotica tra due ragazzini che convivono assieme in un collegio religioso.
Amado mio di Pier Paolo Pasolini, scritto durante gli anni di guerra in forma parzialmente diaristica e pubblicato postumo nel 1982, rappresenta forse una delle dichiarazioni più alte di "omoerotismo tormentato" nella narrativa, con la descrizione del rapporto d'amore che unisce un giovane maestro e il suo alunno poco più che adolescente.
Il sangue mi tumultuò nelle vene, i lombi si gonfiarono quasi in un empito di rabbia. La parte di me ch'era prossima ad esplodere attendeva ch'io ne usassi con un ardore senza precedenti. Le mani cominciarono un movimento che non avevano imparato mai. Eruppe all'improvviso, portando con sé un'ebbrezza accecante[29].
Confessioni di una maschera (1949), primo romanzo di successo dello scrittore giapponese Yukio Mishima e parzialmente autobiografico, accenna ad un episodio omoerotico quando descrive il ragazzino appena adolescente che impara l'arte della masturbazione osservando con attenzione una riproduzione del S Sebastiano di Guido Reni; anche l'amicizia romantica che intrattiene con un compagno di classe più grande ha una connotazione omoerotica. Tutto il romanzo successivo dell'autore nipponico, Colori proibiti (禁色, Kinjiki) (1951-53), è anch'esso intriso di omoerotismo artistico.
Colui che prova un'attrazione per il proprio sesso - lo si capisca una volta per tutte - è... un amore come un altro, né migliore né peggiore. Le "leghe maschili" a quanto si dice hanno sempre avuto un carattere omoerotico, ed è sul principio delle "leghe" che si basa il fascismo. Ma... una "lega": proprio quello che voleva anche Walt Whitman, una lega di uomini uniti l'uno all'altro dall'amore. E la invocava con queste parole: "Per te, o Democrazia!" Dal pathos omoerotico sorge con fervore ciò che è democratico; esattamente come con Stefan George sorse ciò che è aristocratico[30].
Ernesto di Umberto Saba, scritto nel 1953 ma pubblicato postumo solo nel 1975, è la sincera ed ingenua confessione di un ragazzino che si trova a sperimentare, a poco tempo di distanza l'uno dall'altra, sia la passione amorosa nei confronti delle donne (in questo caso una prostituta) che quella verso gli uomini (un operaio trentenne che lavora per la ditta del padre).
Il ragazzo persiano (1972), romanzo storico di Mary Renault narra la vita del giovane schiavo persiano Bagoas, raccontando in prima persona il suo incontro con Alessandro Magno ed il fortissimo legame emotivo che il re dei macedoni instaurò con l'eunuco adolescente durante il suo viaggio fino ai confini del mondo.
A partire dagli anni dieci fa la sua prima comparsa un'originale forma di propaganda sociale nel cinema denominata film d'exploitation e raffigurante varie problematiche considerate per il tempo socialmente inaccettabili, come il meticciato, la fornicazione e l'omosessualità, il crimine e la promiscuità, l'aborto e l'uso di sostanze stupefacenti. Questo tipo di film godette d'una vasta popolarità proprio per il loro carattere vietato.
Alcuni di questi film di culto includono Reefer Madness e Marijuana: The Devil's Weed[31], entrambi del 1936. Entro gli anni trenta cominciò ad uscir fuori anche un certo tipo di cinema omoerotico sperimentale, di solito contenente riferimenti e allusione all'erotismo e alla sessualità umana, mettendone in evidenza alcuni aspetti come il sesso esplicito, la masturbazione, la sodomia, la fornicazione e per l'appunto l'omoerotismo. Alcune pellicole con queste caratteristiche sono Ragazze in uniforme (1931) e Lot in Sodom (1933), ma continua con le pellicole di cinema sperimentale dirette da Kenneth Anger: Fireworks (1947)[32] e Scorpio Rising (1963).
Si riconosce col termine camp anche quella nozione estetica iniziata negli anni cinquanta caratterizzata da enfasi ed esagerazione, da artificio estetico ed effeminatezza; ciò è stato uno degli elementi chiave nella concezione della cultura chiusa anteriore ai moti di Stonewall (1969). Il camp serviva come metodo di trasgressione per la cultura omosessuale, con l'intenzione originaria di voler in certo qual modo nobilitare i concetti di queer e transgender, ma aderendo e incorporandosi successivamente alle forme d'arte di massa trattanti l'omosessualità[33][34].
Il sexploitation è una corrente dell'exploitation che si caratterizza per un'enfatizzazione delle scene di nudo e sesso esplicito, un formato molto popolare tra gli anni cinquanta e settanta. Come sottogenere di questo approccio e parallelo al New Queer Cinema nasce negli anni novanta il cosiddetto gayspolitation; esso si concentra principalmente nel ritrarre la vita sessuale di personaggi maschili omosessuali, introducendo argomenti quali la nudità, il sesso esplicito, l'abuso o la violenza sessuale, la prostituzione maschile, il "battuage", l'AIDS, il sadomasochismo, il gay bar o la sauna gay, oltre che le diverse identità gay quali possono essere quella leather, della comunità ursina e twink[36][37] Alcuni film di questo genere includono, dopo i precursori Cruising (1980) e Querelle de Brest (1982), Belli e dannati (1991), Hustler White (1996), Johns (1998), The Fluffer (2001) e Sugar (2004).
Il "New Queer Cinema" è stato una corrente cinematografica degli anni ottanta e novanta che s'è concentrata nel tentativo di nobilitare l'omosessualità all'interno della produzione filmica, mostrando le vite dei personaggi in un contesto di film romantico: in contrasto con l'enfasi della vita sessuale data dal precedente "gayploitation" e la ridicolizzazione comica del camp. Alcuni esempi pionieristici sono stati My Beautiful Laundrette (1985) e Maurice (1987).
Appendice: spunti storici di "estetica omoerotica"
Lo storico George Mosse afferma che esiste una precisa continuità nel paradigma di bellezza e mascolinità che parte dal critico d'arte tedesco omosessuale Winckelmann per giungere ad esempio ad Arno Breker, artista nazista per eccellenza, o all'architetto prediletto da Adolf Hitler, ossia Albert Speer: «l'arte nazista era in realtà omoerotica quanto quella di tutti i nazionalismi moderni…».
A proposito della sua venerazione per la scultura greca, Winckelmann però (assieme a quanto dissero anche August von Platen e Michelangelo Buonarroti) nega che vi sia un rapporto tra la bellezza perfetta e il desiderio di avere con questa bellezza relazioni sessuali; Mosse conclude sulla questione notando l'ironia "del fatto che un omosessuale, Winckelmann, avesse adattato l'arte greca ai gusti delle classi medie e abbia fornito il modello per lo stereotipo maschile nazionale"[38]. Celebre è l'episodio narrato da Giacomo Casanova in Storia della mia vita: un giorno andato a far visita a Winckelmann che risiedeva a Roma, trova un giovane e bel ragazzetto "intento a tirarsi su le braghe, lesto lesto, in un evidente tentativo di ricomporsi in fretta e furia"[39].
Ora, il Neoclassicismo non si limita a riesumare esclusivamente l'ambito estetico dell'epoca classica, ma ne ripropone anche nella sua interezza l'ideologia comportamentale, compreso quindi anche il lato dei rapporti sociali-interpersonali-sessuali. Da qui l'enfatizzazione della pederastia greca la quale occupa un posto centrale perfino nelle discussioni filosofiche antiche: omosessualità e passione per il classicismo saranno per molto tempo considerate intrinsecamente interconnesse[40].
La stessa cosa afferma anche Dominique Fernandez ne Il ratto di Ganimede che "i loro (di fascismo e nazismo) atleti e i loro guerrieri, troppo virili, hanno l'aria di posare per riviste gay. Assenza di ambiguità, bellezza troppo perfetta, posizioni ostentate, arte superficiale da manifesto: tutti i fantasmi dell'immaginario omosessuale si scatenano in queste figure erotizzate a oltranza"[41], al riguardo basti solo pensare alle sculture dello Stadio dei marmi di Roma prodotte negli anni trenta.
Il corpo virile greco, riscoperto tramite le descrizioni di Winckelmann, diverrà immediatamente l'ideale normativo sbandierato dai nazionalismi europei[42]. Una continuità sconcertante che dal culto del bello di Winckelmann conduce direttamente ai lager nazisti[43].
I membri della nobiltà conservatrice germanica sono stati poi tra gli indiscussi protagonisti del Grand Tour nei paesi europei del Sud, in primo luogo proprio Italia e Grecia, una sorta di autentico turismo sessuale ante litteram, ma praticato anche da nomi importanti del mondo industriale, della politica nonché della letteratura: mete principali erano Capri, Venezia, Roma, Firenze, Napoli e la Sicilia. Ciò contribuì notevolmente all'ampia propagazione del culto artistico di marca omoerotica lungo tutto il corso del XIX secolo.
^(EN) Beert C. Verstraete, Vernon Provencal, Same-Sex Desire And Love in Greco-Roman Antiquity And in the Classical Tradition of the West, Routledge, 2005, ISBN1-56023-604-3.
^Citato in Vittorio LingiardiCompagni d'amore. Da Ganimede a Batman: identità e mito nelle omosessualità maschili R. Cortina editore 1997, pag. 107
^Leo Daugherty, The Question of Topical Allusion in Richard Barnfield's Pastoral Verse, in Kenneth Boris e George Klawitter (a cura di), The Affectionate Shepherd: Celebrating Richard Barnfield, Pennsylvania, Susquehanna University Press, 2001, p. 45.
^(EN) Angela Rene Nacol, Visions of Disorder: Sex and the French Revolution in a Suite of Erotic Drawings by Claude-Louis Desrais, ProQuest, 2008, ISBN0-549-50103-7.
^La morte a Venezia. Citato in Hermann Krunzke Thomas Mann. Una vita come opera d'arte Mondadori 2005, pp. 184-185
^Confessioni di una maschera. Citato in Paolo Zanotti Il gay, dove si racconta come è stata inventata l'identità omosessuale Fazi editore 2005, pag. 134
^Citato in Vittorio LingiardiCompagni d'amore. Da Ganimede a Batman: identità e mito nelle omosessualità maschili R. Cortina editore 1997, pag. 94
BURGER, Michael. The Shaping of Western Civilization: From Antiquity to the Enlightenment (University of Toronto Press, 2008), 308 pages. ISBN 1-55111-432-1, ISBN 978-1-55111-432-3
FALCON, Felix Lance. Gay Art: a Historic Collection [and history], ed. and with an introd. & captions by Thomas Waugh (Arsenal Pulp Press, 2006), 255 p. ISBN 1-55152-205-5
Letteratura classica e medievale:
Murray & Roscoe, Islamic homosexualities: culture, history, and literature (1997).
J. W. Wright, Homoeroticism in classical Arabic literature (1997).
Rictor Norton, The homosexual literary tradition. (1974). (Epoca grecoromana ed Inghilterra elisabettiana).
Letteratura dopo il 1850:
David Leavitt, Pages passed from hand to hand: The hidden tradition of homosexual literature in English from 1748 to 1914, (1998).
Timothy d'Arch Smith, Love in earnest; some notes on the lives and writings of English 'Uranian' poets from 1889 to 1930, (1970).
Mark Lilly, Gay men's literature in the twentieth century, (1993).
Patricia Juliana Smith, Lesbian panic: homoeroticism in modern British women's fiction, (1997).
Gregory Woods, Articulate Flesh - male homoeroticism and modern poetry, (1989). (Poeti statunitensi).
Vita Sackville-West, Louise De Salvo, Mitchell A. Leaska (a cura di), Vita Sackville-West. The letters of Vita Sackville-West to Virginia Woolf (1985).
Virginia Woolf, Congenial spirits. The selected letters of Virginia Woolf, a cura di Joanne Trautmann Banks, Harcourt Brace, 1991.
Arti visive
Jonathan Weinberg, Male desire: the homoerotic in American art (2005).
James M. Saslow, Pictures and passions: a history of homosexuality in the visual arts, (1999).
Allen Ellenzweig, The homoerotic photograph: male images, Delacroix to Mapplethorpe, (1992).
Thomas Waugh, Hard to imagine: gay male eroticism in photography and film from their beginnings to Stonewall, (1996).
Emmanuel Cooper, The sexual perspective: homosexuality and art in the last 100 years in the West, (1994).
Claude J. Summers (a cura di), The queer encyclopedia of the visual arts, (2004).
Harmony Hammond, Lesbian Art in America: A Contemporary History, (2000). (Solo opere successive al 1968).
Laura Doan, Fashioning Sapphism: the origins of a modern English lesbian culture (2001). (L'Inghilterra dopo la prima guerra mondiale).