Nato a Roma, da Jean Simon Gérard, intendente del cardinale François-Joachim de Pierre de Bernis, e dall'italiana Clelia Mattei, si trasferì con la famiglia a Parigi nel 1782, dove iniziò ad esercitarsi nel disegno prima presso lo scultore Augustin Pajou, poi, nel 1784, presso il pittore Nicolas Guy Brenet. Nel 1786 entrò nello studio di Jacques-Louis David, collaborando sicuramente alla realizzazione di molti quadri del maestro, anche se da questi non erediterà la tensione morale, preferendo utilizzare temi antichi per realizzare composizioni galanti e aneddotiche.
Al Salon del 1798 espose Amore e Psiche, in cui si ispirava alla composizione del Canova, ma trasformando la grazia della scultura canoviana in gelida purezza con uno tono da aneddoto galante, carico di erotismo. Di questo periodo sono anche i ritratti: La Révellière-Lépeaux (Musée des Beaux-Arts) e la Contessa Regnault de Saint-Jean-d'Angély (Louvre), che si rifanno, nella posa, ai ritratti del Rinascimento italiano.
Nel 1801, per il Castello di Malmaison realizzò la grande tela Ossian evoca i fantasmi, di cui si è perso l'originale e se ne conserva una sola copia presso la Kunsthalle di Amburgo. L'opera, dal tratto leggero e rapido che conferisce alla scena un aspetto etereo e quasi di sogno, venne apprezzata da Napoleone Bonaparte, favorendo così l'ascesa sociale di Gérard.
Nel 1805 realizzò per Bonaparte il ritratto: Napoleone in abito da "incoronazione" (di cui si conservano due versioni, una nella reggia di Versailles, l'altra nel Castello di Malmaison). Dello stesso periodo sono i ritratti di Giuseppina alla Malmaison, della Regina madre, di Murat e di Madame Récamier ritratta in una posa languida e inserita in un'ambientazione opulenta, in modo da creare un'immagine al tempo stesso mondana e intimista. Del 1807 è il Ritratto della Regina Giulia e le sue figlie, di cui si conserva una replica nella collezione del principe Napoleone.
Al Salon del 1810 espose il soffitto dipinto con la Battaglia di Austerlitz, commissionato dall'imperatore e destinato al palazzo delle Tuileries, al ritorno dei Borboni venne trasferito nella Galleria delle Battaglie della Reggia di Versailles, mentre la cornice, decorata con personaggi allegorici, fu portata al Louvre.
Per Luigi XVIII dipinse nel 1817 l'Ingresso di Enrico IV a Parigi, mentre del 1827 è la Santa Teresa in cui si può avvertire, nel sentimento mistico, l'influsso del romanticismo cattolico di Chateaubriand. Sotto Luigi Filippo lavorò 1832 al museo storico di Versailles e, tra il 1829-36, ai pennacchi della cupola del Pantheon.
Verso il 1835 la sua già precaria salute cedette rapidamente e Gérard si spense a Parigi, all'età di 67 anni, colpito da una malattia che ne stroncò in pochi giorni il fisico ormai fragile. François Gérard è sepolto nel cimitero di Montparnasse e una via di Parigi reca il suo nome.
Ritratto di Maria Luisa (1791 - 1847), arciduchessa d'Austria, Imperatrice dei francesi e Napoleone-Francesco 1811 - 1832, re di Roma, Museo nazionale dei castelli di Versailles e del Trianon
Napoleone a cavallo alla Battaglia di Austerlitz, 1805, Castello di Versailles, Galleria delle Battaglie
Studio per il ritratto del generale Jean-Victor Moreau, museo di Versailles
(FR) Charles Lenormant, François Gérard, peintre d'Histoire. Essai de biographie et de critique, Parigi, 1847.
(FR) Henri Gérard, Œuvre du baron François Gérard, Parigi, Vignières et Rapilly, 1852-1857, 3 voll.
(FR) Anonimo (Henry Gérard ?), Lettres adressées au baron François Gérard..., Parigi, Henry Gérard, 1886 2 voll.
(FR) Adolphe Viollet-le-Duc, «Notice sur la vie et les œuvres de François Gérard», in: Correspondance de François Gérard, peintre d'histoire avec les artistes et les personnages célèbres de son temps publiée par M. Henri Gérard, son neveu, Parigi, 1867.
(FR) Christophe Marcheteau de Quinçay, «Les fantômes du musée (II), in: Achille jurant de venger la mort de Patrocle del barone François Gérard (1770-1837)», Cahiers du musée des Beaux-Arts de Caen et des Amis des musées de Basse-Normandie, nº 2, Caen, 2012.