Impegnato in campo politico e sociale, nel 1972 s'iscrisse alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), l'organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano (PCI), e militò nella sezione del PCI di Terlizzi fino al 1984, quando si trasferì a Roma[6]. Il padre Francesco era anch'egli comunista e nel 1970 era stato eletto sindaco di Terlizzi.[11]
Al congresso di Napoli della FGCI che elesse Pietro Folena segretario generale nel 1985, Vendola alla fine del suo intervento congressuale come delegato di Reggio Emilia e dirigente Arcigay[12], raccolse un applauso di due minuti[13]. Poche settimane dopo venne quindi chiamato a far parte dell'esecutivo nazionale come responsabile centri per l'ambiente.[14] In tale veste si schierò subito nel suo partito coi contrari all'uso di centrali nucleari.[15]
Il 27 aprile 1987L'Espresso pubblicò un'intervista di Gad Lerner con Jurij Sotzov, caporedattore di Komsomol'skaja Pravda, la rivista dei giovani del PCUS. In essa Lerner fece notare al suo interlocutore che nella FGCI vi era il militante gay Vendola e che quindi avrebbe potuto capitargli di doverlo ricevere ufficialmente. La risposta di Sotzov, dopo un lungo silenzio imbarazzato, fu: «sinceramente proverei solo della repulsione». Vendola ebbe la solidarietà immediata del suo partito e l'Unità definì il giorno dopo «oscurantista e grossolana» la battuta del giornalista sovietico.[16] Vendola per l'episodio provò «fastidio e stupore», visto che due anni prima era già stato a Mosca in visita ufficiale senza alcun problema.[17][18]
Alle elezioni politiche del 1987 Vendola venne candidato alla Camera nelle liste del PCI del Lazio.[20] Era uno dei quattro omosessuali dichiarati appoggiati dall'Arcigay e dalla rivista Babilonia.[21] Ottenne 10.764 preferenze e non venne eletto.[22] L'anno dopo lasciò la sua carica nella FGCI,[23] diventando giornalista per il settimanale comunista Rinascita. Contrario alla svolta della Bolognina promossa da Achille Occhetto nel novembre 1989, al penultimo congresso del PCI del marzo 1990 Vendola era tra i 105 dirigenti eletti nel comitato centrale per la mozione di Pietro Ingrao.[24]
A marzo 1995 era tra i garaviniani che, in dissenso con quanto deciso dal partito, votarono in Parlamento a favore della manovra economica del governo Dini insieme con Partito Democratico della Sinistra, Lega Nord e Partito Popolare Italiano[30]. Giorni dopo fu proprio Vendola a nome dei dissidenti a difendere quella scelta nel Comitato Politico Nazionale sostenendo che «l'affossamento della manovra economica avrebbe aperto una voragine incolmabile nella storia democratica di questo Paese».[31] Due mesi dopo però non partecipò alla scissione del Movimento dei Comunisti Unitari, promossa dagli altri dissidenti. In tale occasione disse che «ogni atto di separazione è un grave errore»[32] e che «tra PDS e PRC non credo possa nascere un'altra forza politica radicata e strutturata».[33]
Dal dicembre 1996 fino allo scioglimento fu vicepresidente della Commissione Antimafia.[35] Il suo impegno antimafia lo portò più volte a essere oggetto di intimidazioni e a ricorrere alla scorta.[36] Denunciò nel 1998 il cosiddetto verminaio Messina, che portò alle dimissioni del sottosegretario all'Interno Angelo Giorgianni.
Negli anni del governo Prodi I, Vendola fu tra i primi[37] sostenitori del segretario del PRC Fausto Bertinotti contro il presidente Armando Cossutta,[38] divenendone il suo braccio destro.[39][40] Di contro in quei mesi Cossutta definì Vendola un «rivoluzionario da salotto».[41] Vendola fu dunque uno dei deputati di Rifondazione Comunista che ritirarono la fiducia al governo Prodi I[senza fonte].
Negli anni successivi Vendola si schierò sempre nell'area bertinottiana del suo partito, sostenendone tutte le principali scelte identitarie.[42]
Alle elezioni europee del 2004 Vendola era candidato nel Mezzogiorno dove risultò essere il primo dei non eletti con 38 746 preferenze ed il membro del PRC più votato dopo Bertinotti.[43] Questi infatti era stato eletto in tutte le circoscrizioni. La scelta del segretario del PRC del luogo in cui farsi eleggere fu dunque decisiva. La segreteria del PRC optò per eleggere Bertinotti in Italia centrale, ma questo suscitò l'ira di Nunzio D'Erme, leader dei disobbedienti romani, il quale così non avrebbe potuto essere eletto europarlamentare. Ne nacque una querelle.[44] Bertinotti non comunicherà la sua scelta in tempo, per cui il Tribunale agirà d'ufficio per sorteggio: il segretario del PRC fu eletto proprio in Italia meridionale[45] e Vendola fu costretto a ritirare le sue già annunciate dimissioni dalla Camera.[46]
Tre mesi dopo il PRC decise di proporre Vendola come candidato unico del centrosinistra alla presidenza della regione Puglia.[47]
A febbraio 2009 la procura di Bari mise sotto accusa l'assessore alle politiche della salute Alberto Tedesco (PD),[51] che si dimise subito dall'incarico.[52] Per altre irregolarità emerse sulla gestione della Sanità pubblica, risultò indagato anche il Vicepresidente della Regione Puglia Sandro Frisullo (PD), il quale, d'intesa con Vendola, lasciò l'incarico di Vice Presidente della Regione,[53] sospese sé stesso da consigliere regionale e annunciò di voler rinunciare a ogni incarico politico e pubblico.[54] Anche Vendola risultò indagato per avere esercitato pressioni relative alle nomine di alcuni dirigenti della Sanità Pugliese, ma il G.I.P. archiviò la sua posizione non ritenendo che vi fossero profili "penalmente rilevanti".[55]
Fra le iniziative promosse dalla regione Puglia durante gli anni di presidenza di Vendola vi furono l'Apulia Film Commission, che ha visto la realizzazione dei cineporti di Bari e Lecce,[56] e la Puglia Sounds.[57]
I due enti hanno il compito di promuovere l'industria cinematografica e quella musicale nella regione dando un'opportunità di lavoro ai giovani artisti pugliesi e non.[57][58]
Durante il primo mandato di Vendola la regione Puglia era diventata la prima regione italiana per produzione di energie rinnovabili (eolica e solare),[59] fu anche la prima regione in Italia a dotarsi di un piano energetico ambientale e di un sistema di regole che ha favorito lo sviluppo delle fonti alternative.[60]
A settembre 2012 l'ISTAT rese noti i dati occupazionali, da cui emergeva che la Puglia aveva l'incremento più alto, tra le regioni italiane, di occupati nel secondo trimestre dell'anno rispetto ai tre mesi precedenti.[61]
Di contro, durante il periodo di presidenza di Vendola, il sistema sanitario pugliese vide crescere a dismisura i propri costi,[62] accumulando un debito di circa 1,5 miliardi di euro. Nel novembre 2011 Vendola cercò con una delibera di favorire il pagamento delle transazioni dalle Asl ai suoi fornitori per un importo di 600 milioni, di cui ne furono effettivamente versati solo 200; il mancato pagamento dei restanti 400 milioni provocò un aumento di spesa per interessi passivi.[63]
VII Congresso del PRC
«Siamo comunisti non per replicare, nei secoli dei secoli, una storia codificata, una liturgia monotona, una forma statica che contiene una verità rivelata: ma per liberarci dai fantasmi e dai feticci di un mondo che strumentalizza la vita, mercifica il lavoro, distrugge la socialità.»
(Nichi Vendola, intervento introduttivo del seminario di Rifondazione per la Sinistra, Chianciano, 24 gennaio 2009)
Dopo l'esperienza dell'Arcobaleno, al VII congresso del PRC Vendola fu il primo firmatario della mozione congressuale "Manifesto per la Rifondazione", che riflettendo sulla portata della sconfitta storica subita alle elezioni dell'aprile 2008, proponeva una costituente per creare un nuovo partito che rappresentasse l'intera sinistra con Sinistra Democratica, Unire la Sinistra e la Federazione dei Verdi.
Nonostante la mozione riportasse la maggioranza relativa dei consensi (47,3%), le restanti 4 mozioni si allearono per contrapporsi e fermare il progetto di superamento di Rifondazione proposto dalla mozione capeggiata da Vendola.[64] Rimase inizialmente nel PRC, all'interno del quale si costituì l'area Rifondazione per la Sinistra.[65]
Vendola si oppose alla politica portata avanti dal nuovo segretario del PRC Paolo Ferrero (già Ministro della Solidarietà Sociale nel secondo GovernoProdi), che si concentrava sulla volontà di riunire tutti i partiti comunisti contrapponendosi al Partito Democratico.
Già nel 2005, pur continuando a definirsi "comunista", aveva espresso posizioni di distacco dalla sua formazione, dichiarando: «Io voglio mettere in discussione e bruciare la mia tradizione culturale, quella di chi non si dichiara ex, ma comunista».[66]
Il 21 gennaio 2009 Vendola lasciò il partito e dichiarò di volersi impegnare in un percorso, mirante alla costituzione di un nuovo soggetto politico che riunisse le diverse anime della Sinistra italiana. Il primo passo fu la costituzione di un gruppo politico per le Elezioni Europee: "Sinistra e Libertà".
Il progetto di "Sinistra e Libertà" che ipotizzava l'unione tra reduci dei DS (cosiddetto ex correntone), reduci del PRC (vendoliani), Verdi e Socialisti, non riuscì a decollare, con Verdi e Socialisti che si tirarono indietro; nel 2009 il partito cambiò nome in "Sinistra Ecologia Libertà". A Roma, il 19 e 20 dicembre 2009, si tenne l'assemblea costituente durante la quale venne presentato il nuovo simbolo ed eletto il nuovo coordinamento nazionale; Vendola fu eletto come portavoce.[72]
Al primo congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, tenutosi nell'ottobre 2010 al Teatro Saschall di Firenze, Vendola fu eletto Presidente, all'unanimità, dai 1 500 delegati del partito.[4]
Alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 il partito di Vendola fece il suo ingresso per la prima volta nel Parlamento italiano con 37 deputati e 7 senatori.
In vista delle elezioni regionali in Puglia del 2010, l'area dalemiana del PD chiese a Vendola di rinunciare alla ricandidatura.[73] Il Presidente uscente decise tuttavia di ricandidarsi, quindi i partiti della coalizione svolsero elezioni primarie. Vendola riuscì a imporsi per la seconda volta su Francesco Boccia e questa volta la vittoria fu decisamente più netta rispetto al 2005 (67,24% contro il 32,76%).[74][75][76] Vendola fu quindi confermato come candidato del centrosinistra alla carica di Presidente della Regione Puglia.
La vittoria di Vendola alle primarie rilanciò la sua leadership e lo proiettò in una campagna elettorale che vide nascere in tutta la regione "Le fabbriche di Nichi". Giovani volontari di tutta la Puglia attivarono un processo di rete e partecipazione: idee, proposte, informazioni e contenuti di ogni genere nacquero e si diffusero per tutta la regione, attraverso il web e le azioni sul territorio.[77]
A marzo 2010 Vendola venne riconfermato presidente della Puglia alle elezioni regionali, che lo videro vincitore con il 48,69% dei voti, contro il 42,25% del principale avversario, il candidato del centrodestra Rocco Palese.[78]
A sostegno della politica di Nichi Vendola si costituirono in tutto il mondo circa 604 unità de La Fabbrica di Nichi.
Tali "fabbriche" erano degli spazi virtuali e reali in cui i volontari vendoliani elaboravano idee e programmi con l'obiettivo di attivare un processo di partecipazione.
Nichi Vendola, in un'intervista concessa nel 2010 a la Repubblica, le definì "un cantiere per un'Italia migliore".[79]
A marzo 2013 provvide alla nomina di una nuova giunta regionale dopo che alcuni assessori erano stati eletti in Parlamento. La composizione della nuova giunta pugliese non risultò gradita in parte al PD pugliese, il quale chiese di riazzerare il tutto. A seguito di tale richiesta Vendola affermò che la scelta della giunta spettava esclusivamente al presidente e che sarebbe stato pronto a dimettersi se i democratici pugliesi non fossero stati d'accordo.
Candidatura alle primarie del centro-sinistra "Italia. Bene Comune"
Nel luglio 2010 Vendola espresse la volontà di presentare la sua candidatura alle elezioni primarie che si sarebbero tenute nell'ambito del centrosinistra, per individuare il leader della coalizione che si sarebbe presentato alle successive elezioni politiche.[80][81]
Nel primo turno delle elezioni primarie di "Italia. Bene Comune" svoltesi il 25 novembre 2012 Vendola si posizionò terzo tra i cinque candidati con 485 689 voti pari al 15,6%, non riuscendo ad accedere al ballottaggio, che si sarebbe disputato tra Bersani e Renzi. I risultati migliori li ottenne nella sua regione, la Puglia,[85] nel mezzogiorno e a Roma.[86]
Il 30 novembre 2012 Vendola annunciò il suo appoggio a Pier Luigi Bersani per il secondo turno delle primarie.[87]
Lo slogan della sua campagna elettorale fu Oppure Vendola. Al centro del suo programma aveva posto i temi sociali come lavoro, diritti civili, scuola e università pubbliche (nel programma si prevede anche l'abolizione del numero chiuso per l'iscrizione alle facoltà universitarie per le quali è previsto[88]) e una forte rottura rispetto alle politiche rigoriste del governo Monti.
Il presidente pugliese accusò per il suo insuccesso alle primarie i mezzi di comunicazione e i grandi gruppi editoriali, i quali a suo dire presentarono le primarie come una resa dei conti interna al Partito Democratico per oscurare intenzionalmente la sua candidatura.[89]
Elezioni politiche del 2013
Alle elezioni politiche del 2013 Vendola fu capolista del suo partito in tutte le regioni d'Italia per la Camera,[90] risultando eletto per la quinta volta. Il 6 marzo 2013 annunciò però che sarebbe rimasto alla guida della Regione Puglia, rinunciando così al seggio alla Camera.[91] Il 10 aprile 2013 formalizzò le sue dimissioni da deputato.[92]
Fine della presidenza pugliese e scioglimento di SEL
Al termine del secondo mandato come presidente di regione, nel 2015 Vendola non si ricandidò e sostenne il candidato del centrosinistra, l'ex sindaco di Bari Michele Emiliano, che vinse con il 47,12%.
Il 17 dicembre 2016 fu decretato lo scioglimento di SEL dall'Assemblea Nazionale per confluire in Sinistra Italiana, il cui congresso fondativo si concluse il 19 febbraio 2017. Vendola ha fatto parte della direzione nazionale della nuova formazione senza ricoprire alcun incarico esecutivo fino al 26 novembre 2023 quando, su proposta del segretario Nicola Fratoianni, venne eletto presidente del partito al termine del congresso.[93]
Gli insulti omofobi ricevuti
Nel corso della sua carriera politica, Vendola ha spesso ricevuto insulti ed attacchi per la propria omosessualità. Nel 2012 venne insultato dall'assessore del PD del comune di FerraraLuigi Marattin.[94] Il 21 gennaio 2013 l'addetto stampa del gruppo consigliare del PdL alla Regione Sardegna Paolo Trudu[95] rispose all'affermazione del presidente pugliese, il quale aveva detto che nel partito di Berlusconi sentiva «profumo di camorra», con la frase: «Vendola vecchia isterica. Da sinistra odore di becero frociame».[96][97] Nell'ottobre 2013 Alessandro Morelli, capogruppo della Lega Nord presso il Comune di Milano, pubblicò su Facebook un'immagine di Vendola con la scritta «Gay e pedofilo». Il giorno successivo lo stesso Morelli si scusò.[98]
Procedimenti giudiziari
L'11 aprile 2012 Vendola rende noto di essere indagato per concorso in abuso d'ufficio in merito alla nomina di un primario all'ospedale San Paolo di Bari.[99] Tale accusa gli è rivolta dall'ex dirigente dell'Asl di Bari, Lea Cosentino, la quale fu sollevata dal suo incarico dal governatore pugliese.[100] Il 25 ottobre 2012 i pubblici ministeri chiedono per Vendola il rinvio a giudizio e una condanna a 20 mesi di reclusione.[101] Il 31 ottobre 2012 Vendola, che aveva scelto il rito abbreviato per farsi giudicare in udienza preliminare, viene assolto dal Tribunale di Bari con formula piena,[102] insieme con l'altra imputata Lea Cosentino, perché il fatto non sussiste.[103] Il 21 febbraio 2013 il settimanale Panorama asserisce che il giudice Susanna De Felice che assolse Vendola era un'amica della sorella; a carico del giudice viene aperta un'indagine interna alla magistratura.[104] Pochi giorni dopo il procuratore della Repubblica di Lecce chiede l'archiviazione per il giudice, stabilendo che più che di conoscenza o amicizia si sarebbe dovuto parlare di una frequentazione occasionale tra il giudice e la sorella del presidente, ovvero non di un rapporto che avrebbe mai potuto compromettere la serenità di giudizio della De Felice.[105] In data 17 febbraio 2015 viene assolto anche in appello, al termine di un'unica udienza, ugualmente "perché il fatto non sussiste".[106]
Il 12 aprile 2012 Vendola riceve un nuovo avviso di garanzia, riguardante i reati di abuso d'ufficio, peculato e falso, per una transazione da 45 milioni di euro tra la Regione Puglia e l'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti.[107][108] Secondo il delegato dell'ospedale, la transazione non è mai stata eseguita.[109] Il 3 ottobre 2013 il procuratore aggiunto della Procura di Bari, Lino Giorgio Bruno, ha chiesto l'archiviazione per Nichi Vendola, l'ex senatore del PdAlberto Tedesco, l'ex assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore, e il vescovo monsignor Mario Paciello.[110][111] Il 4 dicembre 2013 il gip del tribunale di Bari ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica, concludendo così il procedimento.[112]
Il 30 ottobre 2013 riceve un altro avviso di garanzia dalla Procura di Taranto per il reato di concussione nell'ambito dell'indagine sull'Ilva. Secondo gli inquirenti avrebbe fatto pressioni sul direttore dell'Arpa per chiudere un occhio sui rilevamenti dei veleni di Taranto.[113] Il 6 marzo 2014 i giudici di Taranto ravvisano l'esistenza di elementi per sostenere l'accusa in giudizio nei suoi confronti: è imputato di concussione aggravata in concorso nell'ambito dell'inchiesta sul disastro ambientale causato dall'Ilva. Il 23 luglio 2015 è stato rinviato a giudizio. Il 17 febbraio 2021 il pm chiede una condanna a 5 anni di reclusione.[114] Il 31 maggio 2021, nell’ambito del processo "Ambiente svenduto", presso la Corte d’Assise di Taranto, viene condannato alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione.[115] Vendola reagisce alla condanna parlando di "giustizia malata", amministrata in modo "spettacolarizzato" e che costituirebbe un "problema per la qualità della democrazia."[116]
Vita privata
Il suo compagno è il grafico e creative consultantcanadese Ed Testa.[117][118]
Cosimo Rossi, La fabbrica di Nichi, Roma, Manifestolibri, 2010, ISBN978-88-7285-623-9.
La sfida di Nichi. Dalla Puglia all'Italia. Cosimo Rossi intervista Nichi Vendola, Roma, Manifestolibri, 2010. ISBN 978-88-7285-661-1.
Riaprire la partita. Per una nuova generazione di buona politica: i discorsi tenuti al I congresso di Sinistra ecologia libertà, Milano, Ponte alle Grazie, 2010. ISBN 978-88-6220-308-1.
Prefazione a Tonino Scala, DisOnorevoli. Politica & Camorra: matrimonio all'italiana, Napoli, Il quaderno edizioni, 2011. ISBN 978-88-9061-500-9.
C'è un'Italia migliore, con le fabbriche di Nichi, Roma, Fandango, 2011. ISBN 978-88-6044-187-4.
La vita che vorrei. Un confronto sul vissuto, la politica, il Paese che è stato e quello che potrebbe essere, con Lidia Ravera, Audino, 2012. ISBN 978-88-7527-218-0.
Postfazione a Tonino Scala, Mala politica. Vent'anni di inciuci, collusioni e misteri, Napoli, Cento Autori, 2013. ISBN 978-88-9712-167-1.
Vestire gli ignudi, seppellire i morti, Venezia, Marcianum Press, 2016. ISBN 978-88-6512-464-2
Nel 2013 partecipa alle riprese di un film sulla passione di Cristo intitolato Il sole dei cattivi. Interpreta un politico (se stesso) che passeggiando viene coinvolto nella passione.[124]
^Risultati delle primarie del 24 gennaio, su Sito ufficiale Nichi Vendola. URL consultato il 22 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2010).
^Cos'è la Fabbrica di Nichi, su La Fabbrica di Nichi. URL consultato il 22 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2010).
^ Sara Menafra, Votiamo ora io ci sono, in il manifesto, 1º agosto 2010. URL consultato il 2 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2010).
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