È tra le nazionali africane storicamente più quotate. Nella sua bacheca figurano 3 Coppe d'Africa (1992, 2015 e 2023) e 3 Coppe CEDEAO. Alla fase finale della Coppa d'Africa conta venticinque partecipazioni: solo l'Egitto ha fatto meglio. Ha partecipato, inoltre, a tre fasi finali del campionato del mondo (2006, 2010 e 2014), uscendo sempre al primo turno.
Nella graduatoria FIFA, in vigore dall'agosto 1993, il miglior posizionamento raggiunto dalla Costa d'Avorio è stato il 12º posto nel febbraio 2013, mentre il peggiore è stato il 75º posto di marzo 2004. Occupa il 49º posto della graduatoria.[2]
Storia
Esordi
La federcalcio ivoriana fu fondata nel 1960 e divenne membro della CAF nel 1961. Nel 1964 ottenne l'affiliazione alla FIFA.
La prima squadra nazionale della Costa d'Avorio esordì il 13 aprile 1960, tre mesi prima dell'indipendenza ufficiale del paese (7 agosto), in occasione dei Giochi dell'amicizia organizzati ad Antananarivo (Madagascar). Gli elefanti sconfissero la vicina rappresentativa del Dahomey, oggi noto come Benin, per 3-2. Nel 1961 la squadra giunse in finale ai Giochi dell'amicizia e fu sconfitta per 3-2 dalla nazionale francese dilettanti. In quel torneo, il 27 dicembre, la Costa d'Avorio fece registrare la più larga vittoria della sua storia, battendo per 11-0 la Rep. Centrafricana.
Anni 1960
La Costa d'Avorio si inserì bene nel panorama calcistico africano, potendo contare su un buon parco giocatori, ma i risultati non furono brillanti: gli Elefanti in trent'anni raggiunsero al massimo qualche semifinale in Coppa d'Africa. Più precisamente, raggiunsero due volte il terzo posto e una volta il quarto nel periodo tra il 1965 ed il 1970, entrando poi in un lungo periodo di crisi fino al 1986, quando tornarono sul podio.
Alla metà degli anni 1960 la Costa d'Avorio partecipò per la prima volta alle eliminatorie per la Coppa d'Africa e si qualificò per l'edizione del 1965 in Tunisia vincendo il girone di qualificazione con Liberia e Congo-Léopoldville. Nella fase finale batté per 3-0 il Congo-Léopoldville e fu sconfitta per 4-1 dal Ghana, la migliore squadra africana dell'epoca, finendo così seconda nel proprio girone. Nella finale di consolazione la selezione di Alphonse Bissouma Tapé sconfisse per 1-0 il Senegal, piazzandosi terza nel torneo. L'ivoriano Eustache Manglé fu capocannoniere della manifestazione (3 gol) ex aequo con due ghanesi.
Nel 1968, in Etiopia, gli ivoriani confermarono il terzo posto di tre anni prima, sconfitti nuovamente dal Ghana in semifinale (4-3) e vittoriosi (1-0) nella finalina con l'Etiopia.
Anni 1970
Fu ancora il Ghana, in semifinale (2-1), ad eliminare gli ivoriani nella Coppa d'Africa 1970 in Sudan. La Costa d'Avorio si piazzò poi quarta perdendo per 1-0 la finale di consolazione contro la Rep. Araba Unita (oggi Egitto). Laurent Pokou fu capocannoniere del torneo con ben 8 gol.
Il 2 maggio 1971 gli elefanti subirono la più larga sconfitta della propria storia, perdendo per 6-2 contro il Ghana. Qualche mese dopo fallirono per la prima volta la qualificazione alla Coppa d'Africa. Nella Coppa d'Africa 1974 furono eliminati al primo turno, dopo due sconfitte contro Zambia (1-0) ed Egitto (2-0) inframmezzate dal pareggio contro l'Uganda (2-2).
Il 6 luglio 1974 la Costa d'Avorio perse per 5-1 contro il Malawi, sconfitta che ad oggi è una delle quattro peggiori subite dagli ivoriani.
Qualificata d'ufficio alla Coppa d'Africa 1984 in quanto paese organizzatore, fu eliminata al primo turno dopo due sconfitte contro Camerun ed Egitto. Nella Coppa d'Africa 1986 arrivò una medaglia di bronzo nell'edizione giocata in Egitto, con Abdoulaye Traoré tra i migliori marcatori del torneo.
Non qualificatasi per il campionato del mondo 1990, fu estromessa al primo turno della Coppa d'Africa 1990 (3-1 contro l'Egitto, 0-3 contro l'Algeria, 0-1 contro la Nigeria). Terza nell'edizione del 1990 della Coppa della CEDEAO, vinse il trofeo nel 1991.
Nella Coppa d'Africa 1992 la nazionale ivoriana del CTMartial Yeo si aggiudicò il primo trofeo della sua storia. Inserita in girone con i detentori del titolo, gli algerini, la Costa d'Avorio esordì proprio contro di loro, sconfiggendoli con un netto 3-0, mentre un successivo pareggio con il Congo garantì il passaggio del primo turno. Nella fase ad eliminazione diretta gli ivoriani si imposero dapprima sullo Zambia per 1-0 e poi ai tiri di rigore contro il favorito Camerun. Approdarono così per la prima volta in finale, dove l'avversario fu il Ghana di Abedi Pelé, battuto ai tiri di rigore nella finale giocata allo stadio dell'Amicizia di Dakar, in Senegal, dopo un estenuante 11-10 dal dischetto. Il portiere Alain Gouaméné diventò l'eroe della finale, parando l'ultimo rigore ghanese[3].
Persa la qualificazione al campionato del mondo 1994 per una differenza reti sfavorevole rispetto a quella della Nigeria, la Costa d'Avorio fu eliminata ancora dalla Nigeria nella semifinale della Coppa d'Africa 1994 in Tunisia e giunse terza in quest'ultimo torneo battendo nella finale di consolazione il Mali (3-1).
Nelle successive quattro edizioni della Coppa d'Africa la Costa d'Avorio ottenne come miglior risultato solo i quarti di finale (nel 1998, sconfitta contro l'Egitto ai rigori).
Quindici anni dopo il primo titolo continentale (1992) la Costa d'Avorio ricostruì una squadra competitiva attorno a talenti quali i fratelli Kolo e Yaya Touré, Didier Zokora, Didier Drogba. Vincitrice dei Jeux de la Francophonie 2005, la nazionale degli elefanti, guidata da Henri Michel, l'8 ottobre 2005 si qualificò per la prima volta nella sua storia alla fase finale di un mondiale, a spese di Camerun ed Egitto.
Nella Coppa d'Africa 2006 giocata in Egitto la Costa d'Avorio conquistò il secondo posto alle spalle dei padroni di casa, vincitori per 4-2 dopo i tiri di rigore nella finale del 10 febbraio 2006 disputata al Cairo. In precedenza aveva superati ai quarti di finale il Camerun (12-11 ai tiri di rigore) e in semifinale la Nigeria.
Presente a Germania 2006, fu inserita nel cosiddetto gruppo della morte insieme ad Argentina, Paesi Bassi e Serbia e Montenegro. Perse la prima partita contro l'Albiceleste (2-1) e, con lo stesso risultato, la seconda, contro gli oranje. Vinse l'ultima gara del girone, contro la Serbia e Montenegro, con il punteggio di 3-2. Nonostante l'immediata eliminazione, l'esperienza degli ivoriani fu comunque positiva: la nazionale espresse un buon calcio e mise in difficoltà due grandi squadre come Argentina ed Olanda.
Nella Coppa d'Africa 2008 giocata in Ghana fu eliminata in semifinale dopo la sconfitta contro l'Egitto per 4-1, in una riedizione della finale di due anni prima.
Il 10 ottobre 2009, con un turno d'anticipo, ottenne la qualificazione al mondiale 2010 in Sudafrica. Ai mondiali, gli Elefanti furono inseriti nel girone con il Brasile, il Portogallo e la Corea del Nord, e finirono terzi.
Anni 2010
A tre mesi dai mondiali, il 27 febbraio 2010, il CT Vahid Halilhodžić fu esonerato. Al suo posto fu chiamato il francese Philippe Troussier, che tornò così alla guida della nazionale a distanza di 16 anni[5], ma fu allontanato dopo un solo mese per essere sostituito da Sven-Göran Eriksson.
In Sudafrica, dopo lo 0-0 all'esordio contro i lusitani[6] e la sconfitta coi brasiliani[7], gli africani batterono per 3-0 i nordcoreani[8], ma furono eliminati perché il Portogallo, pareggiando col Brasile, terminò il girone a 5 punti[9]. Tra l'altro la migliore differenza reti del Portogallo, che vantava un +7 dovuto alla goleada rifilata nel turno precedente proprio alla nazionale asiatica[10], sarebbe stata difficilmente sormontabile dagli ivoriani, anche nel caso di sconfitta dei lusitani.
Passata nelle mani di François Zahoui dopo il mondiale sudafricano, nella Coppa d'Africa 2012 la Costa d'Avorio giunse in finale battendo Sudan, Burkina Faso e Angola nella fase a gironi e Guinea Equatoriale e Mali tra quarti di finale e semifinale. Nell'atto conclusivo perse ancora ai tiri di rigore, questa volta contro lo Zambia, senza avere mai subito una rete in sei partite.
Nel maggio 2012 la conduzione tecnica fu affidata a Sabri Lamouchi. Nelle eliminatorie della Coppa Africa 2013 la squadra riuscì a centrare la qualificazione alla fase finale del torneo a discapito del Senegal, battendolo per 4-2 in casa e per 3-0 fuori casa (quest'ultima partita fu vinta a tavolino, visto che sugli spalti i tifosi senegalesi diedero vita ad una vera e propria rivolta dopo la seconda rete di Drogba). Nella fase finale della competizione gli ivoriani si arresero ai quarti di finale contro la Nigeria, poi vincitrice del torneo.
Qualificatasi per il mondiale di Brasile 2014, la Costa d'Avorio fu inserita nel gruppo C con Colombia, Grecia e Giappone. Non riuscì a superare il primo turno, classificandosi terza nel raggruppamento, dopo la vittoria contro i nipponici (2-1) e le sconfitte contro i cafeteros e gli ellenici (entrambe per 2-1)[11].
Passati sotto la guida di Hervé Renard, nel 2015 gli elefanti vinsero il loro secondo alloro continentale dopo quello conquistato nel 1992. Dopo aver chiuso in testa il girone, grazie ai due pareggi con il Mali e la Guinea e alla vittoria sul Camerun, gli ivoriani superarono l'Algeria ai quarti di finale con un netto 3-1, stesso risultato con cui batterono la RD del Congo in semifinale. La vittoria aprì alla squadra di Renard le porte della finale dell'8 febbraio all'Estadio de Bata, contro il Ghana. Durante i 90 minuti regolamentari e i 30 supplementari il risultato della gara rimase fermo sullo 0-0, costringendo così le due nazionali a sfidarsi ai rigori. Dopo aver iniziato nel peggiore dei modi andando sotto per 2-0, grazie all'eroe di giornata, il portiere Boubacar Barry, pervennero al pareggio, chiudendo la serie dei 5 tiri sul risultato di 3-3 e a vincere la coppa all'undicesimo rigore proprio grazie alla parata e alla seguente marcatura dello stesso Barry[12].
Il cammino nella Coppa d'Africa 2017 si concluse, per la Costa d'Avorio di Michel Dussuyer, clamorosamente già al primo turno, dopo due pareggi (0-0 contro il Togo e 2-2 contro la RD del Congo) e una sconfitta (1-0 contro il Marocco)[13]. Al termine del torneo il CT lasciò l'incarico.
Il belga Marc Wilmots, subentrato il 21 marzo 2017, non riuscì a condurre gli ivoriani alla fase finale del campionato del mondo 2018. Decisiva fu, nel novembre 2017, la sconfitta subita ad Abidjan nell'ultima gara del girone di qualificazione (0-2), contro il Marocco, che relegò gli ivoriani al secondo posto nel girone, a quattro lunghezze dai marocchini qualificati[14]. Qualche giorno dopo Wilmots si dimise[15].
Il 2 luglio 2018 si insediò panchina ivoriana il CT Ibrahim Kamara, sotto la cui guida la squadra si qualificò alla Coppa d'Africa 2019 grazie al secondo posto nel girone vinto dalla Guinea, davanti a Rep. Centrafricana e Ruanda. Nella fase finale, in Egitto, la squadra ottenne due vittorie, contro il Sudafrica (1-0) e Namibia (4-1), inframmezzate dalla sconfitta contro il Marocco (1-0), superando così il girone come seconda classificata. Agli ottavi di finale eliminò il Mali (1-0), per poi essere eliminata ai quarti dall'Algeria (1-1 (dts), 4-3 (dtr))[16].
Nel novembre 2021 la Costa d'Avorio fallì la qualificazione al campionato del mondo 2022, a causa della sconfitta all'ultima giornata delle qualificazioni contro il Camerun, che così ottenne un posto nella rassegna.[18]
Nel maggio 2022 si insediò sulla panchina della nazionale ivoriana il CT francese Jean-Louis Gasset, con cui la Costa d'Avorio si presentò da padrona di casa alla Coppa d'Africa 2023, tenutasi nel gennaio dell'anno dop. Dopo la vittoria per 2-0 nella partita inaugurale contro la Guinea-Bissau, la squadra perse 1-0 contro la Nigeria e per 4-0 contro la Guinea Equatoriale, chiudendo il girone al terzo posto con 3 punti. Il piazzamento parve segnare una precoce quanto bruciante eliminazione al primo turno, ma avendo le due peggiori terze (Ghana e Zambia) terminato i loro gironi con soli 2 punti, la vittoria contro la Guinea-Bissau bastò ai padroni di casa per rientrare nel lotto delle quattro migliori terze classificate e, quindi, superare il turno. All'esonerato Gasset subentrò ad interimEmerse Faé, sotto la cui guida la squadra eliminò agli ottavi di finale i campioni in carica del Senegal (1-1 dopo i tempi supplementari, 5-4 ai tiri di rigore), ai quarti il Mali (2-1 dopo i tempi supplementari) e in semifinale la RD del Congo (1-0), approdando alla finale, dove ritrovò la Nigeria. Il successo in rimonta per 2-1 ottenuto allo stadio olimpico Alassane Ouattara di Abidjan consentì agli elefanti di conseguire il terzo alloro continentale.
Colori e simboli
La nazionale ivoriana gioca con i colori della bandiera nazionale: maglia arancione, calzoncini bianchi e calzettoni verdi. Le tonalità di arancione sono variate nel corso degli anni e spesso la squadra scende in campo anche in tenuta monocromatica, tanto da essere considerata ormai la divisa ufficiale degli Elefanti. La divisa da trasferta è solitamente bianca, ma non sono mancate tenute verdi in alcune stagioni oppure a strisce orizzontali bianco verdi, come quella disegnata per il campionato del mondo 2010.
Lo stemma adottato è stato per alcuni anni il medesimo della federcalcio ivoriana, una mappa bianca del paese bordata di arancione, con al centro una testa stilizzata di un elefante in verde. Dal 2010 sulle maglie è riportato uno scudo verde bordato di arancione e bianco, con in alto la scritta «CÔTE D'IVOIRE» e all'interno un elefante bianco che tiene con la proboscide un pallone su cui è inscritto l'acronimo della federazione, «FIF». L'animale, simbolo che dà il soprannome ai membri della nazionale, è stato impresso come ombreggiatura sul lato basso delle divise del campionato del mondo 2006 ed è stato disegnato anche sulla spalla di quelle utilizzate per le Coppe d'Africa 2012 e 2013.
Dal 2005 il fornitore tecnico della Costa d'Avorio è Puma, con la quale la federazione ha firmato un contratto valido fino al 2018.[19]
La Costa d'Avorio gioca le partite interne allo stadio Félix Houphouët-Boigny, soprannominato Le Félicia, un impianto sportivo polivalente intitolato nel 1964 al primo presidente della repubblica ivoriana, Félix Houphouët-Boigny. Situato nel quartiere Le Plateau di Abidjan, la capitale ivoriana, ha una capacità di circa 45 000 spettatori. Lo stadio è condiviso con la squadra dell'ASEC Mimosas. Ha ospitato alcune partite della Coppa d'Africa 1984, fra cui quelle del primo turno della nazionale di casa, contro il Camerun, nazionale vincitrice del torneo, l'Egitto, quarto classificato, e il Togo.
Per i ritiri e le sessioni di allenamento, la nazionale usufruisce del centro tecnico federale situato a Bingerville, inaugurato nel 2010.[21]
Record di squadra
La Costa d'Avorio ha partecipato, vincendo, ai due confronti internazionali finiti con la serie di tiri di rigore più lunghe della storia del calcio, precisamente alla Coppa d'Africa 1992 contro il Ghana, piegato dopo un estenuante 11-10, e nei quarti di finale della Coppa d'Africa 2006 contro il Camerun, che cadde solo dopo ben 24 esecuzioni dal dischetto, con il risultato di 12-11. Allo stesso modo la Costa d'Avorio perse la finale della Coppa d'Africa 2012 contro lo Zambia, per 8-7 dopo 18 rigori, di cui due sbagliati da Kolo Touré e Gervinho (oltre all'errore dal dischetto, nei tempi regolamentari, del capitanoDidier Drogba).
^Come da regolamento FIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle Nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionare questa pagina.
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