Monte Giberto è attraversato dal corso del piccolo fiume Ete vivo.
Storia
Esiste un unico testo moderno che riporta la storia di Monte Giberto[4]. Secondo tale fonte a Monte Giberto erano presenti insediamenti sin dai tempi piceni (lo confermerebbero i numerosi ritrovamenti di monili risalenti all'epoca preromana). La prima citazione scritta che parla di insediamenti risale tuttavia al Codice 1030 dell'Archivio Storico Comunale di Fermo ed è datata 1166. La Descriptio Marchiae Anconitanae, redatta al tempo del cardinale Egidio Albornoz verso il 1356, lo inserisce tra i castelli “verso i monti” e lo denomina così: Castrum Montis Giberti. Fino al 1830 il Comune è governato da un podestà inviato da Fermo e più in generale dall'epoca medioevale fino ai giorni nostri Monte Giberto ha seguito sempre le sorti della vicina Fermo.
Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa di San Nicolò con il Palazzo Comunale ed il campanile-torre loro annesso formano un interessante complesso unitario del XVIII secolo nella centrale Piazza della Vittoria, sono costruiti in cotto come la gran parte dell'architettura rappresentativa coeva della zona.
Il Santuario della Madonna delle Grazie.
Il Santuario
A Monte Giberto è presente un santuario dedicato alla Madonna delle Grazie edificato nel 1757 su una precedente chiesa del XII secolo.[5] Opera dell'architetto luganese Giambattista Vassalli, unisce elementi di tardo barocco a linee di gusto classico. La statua della Vergine Maria si ispira all'arte pisana del Trecento. Il porticato davanti alla chiesa è stato costruito da don Nicola Arpili, celebre sacerdote del paese nell'Ottocento che fondò anche l'ospedale di Monte Giberto (ora Casa di riposo a lui intitolata).
Il patrono di Monte Giberto è san Nicola da Bari (chiamato anche San Nicolò) e ricorre il 6 dicembre. Tuttavia i montegibertesi hanno ormai assunto come festa del paese quella dell'8 settembre, dedicata alla Madonna delle Grazie. Normalmente le attività commerciali locali si fermano l'8 settembre anziché il 6 dicembre.
Economia
Artigianato
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come l'arte del merletto rinomata in tutta Italia.[7]