La galleria dell'Accademia è un'istituzione museale di Napoli fondata nel 1864, e ubicata nel palazzo che ospita l'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Le opere presenti nel museo riguardano diversi periodi storici, seppur risulta prevalere il numero di quelle eseguite dagli stessi allievi dell'Accademia, nel corso dell'Ottocento.[1]
Dopo essere stata spostata dal real museo borbonico nel 1864 all'attuale palazzo, la galleria assunse una definitiva sistemazione solo nel 1891 con Filippo Palizzi, divenuto presidente dell'Accademia.
L'inaugurazione della galleria avvenne tuttavia solo nel 1916 con Vincenzo Volpe presidente (succeduto ad Achille D'Orsi, a sua volta successore di Palizzi). Per motivi strutturali, la galleria fu chiusa qualche anno dopo e rimase inaccessibile al pubblico fino al 1929.
Il terremoto del 1930, gli eventi inerenti alla seconda guerra mondiale ed ai furti avuti nella seconda metà del XX secolo porteranno la galleria ad altri anni di chiusura, fino alla definitiva riapertura avvenuta solo nel 2005.[1]
Nel 2020 i carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno effettuato un importante ritrovamento di un dipinto del pittore veneziano seicentesco Giulio Carpioni, trafugato negli anni '70[2].
Nella galleria storica sono esposti disegni, dipinti e sculture in marmo, bronzo e terracotta databili dal XVI secolo al XIX.
Un importante numero di pezzi proviene dalla donazione Palizzi avvenuta nel 1896 da parte di Filippo Palizzi. La stessa comprende opere (tra pitture e disegni) per lo più di artisti stranieri, come Jean-Baptiste Camille Corot, Alexandre-Gabriel Decamps e Henri Rousseau.[3]
Oltre alla galleria storica vi è la gipsoteca, con le sue centinaia di pezzi, alcuni rari e di gran pregio; la galleria regionale d'arte moderna, che consta di quasi 800 opere, tra dipinti, disegni e sculture, di cui quasi cinquecento dipinti, oltre duecento disegni e circa settanta sculture; ed una sezione video.
La raccolta di disegni ed acquerelli conta 206 pezzi, realizzati da maestri e allievi dell'Accademia, come Giacinto Gigante, Domenico Morelli, Anton Sminck van Pitloo, Michele Cammarano e Teodoro Duclère. Sono presenti inoltre anche alcuni lavori di Giandomenico Tiepolo.
La parte più antica della raccolta è formata da un nucleo di ventotto dipinti di scuola napoletana e non, risalenti dal XVI fino alla metà del XVIII secolo.[4] Le opere provengono dal periodo in cui l'Accademia condivideva gli stessi ambienti del Real museo borbonico e si annoverano su tutti: Le Nozze di Cana di Luca Giordano, una Santa Caterina di Mattia Preti, un San Girolamo di Jusepe de Ribera, una Fuga in Egitto di Onofrio Palumbo, l'Interno della cattedrale di François Didier Nomé, un Cristo scaccia i mercanti dal tempio di Viviano Codazzi, il ritratto del cardinale Niccolò Antonelli di Domenico Corvi e i Cinque sensi attribuito al Maestro dell'Annuncio ai pastori.
Le opere del XIX sono le più numerose e testimoniano l'importante ruolo che ha avuto l'Accademia nel corso dell'Ottocento. I dipinti sono particolarmente eterogenei per soggetto: sono infatti presenti rappresentazioni paesaggistiche di Giacinto Gigante, Teodoro Duclère, Consalvo Carelli e Antonio Pitloo, tipiche della scuola di Posillipo, e di altri pittori di area napoletana, come Giovanni Giordano Lanza; ritratti di alta qualità, tra i quali quelli di Jean Baptiste Wicar, Gaetano Forte e Joseph-Boniface Franque; opere a soggetto storico di Domenico Morelli, Giuseppe Mancinelli, Gabriele Smargiassi e Francesco Saverio Altamura; ed infine dipinti di Michele Cammarano, Teofilo Patini, Edoardo Dalbono, Gioacchino Toma, Marco De Gregorio, Francesco Netti e Luigi Bazzani.
Sono presenti opere di maestri sempre legati all'Accademia, come Antonio Mancini, Carlo Brancaccio, Vincenzo Ciardo, Saverio Gatto, Emilio Notte e altri ancora.
La scultura espone pezzi di ogni tipo di materiale, dal bronzo al marmo fino alla terracotta. Sono presenti un cospicuo numero di opere di Vincenzo Gemito, che occupa un'intera sala, ed altri lavori di Achille D'Orsi, Tito Angelini e Giovanni Battista Amendola.
La Galleria possiede una broderie à fils collés (ricamo a fili incollati) della ricamatrice settecentesca Marianna Elmo.
(1920, bronzo)
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