Il Museo del Tesoro di san Gennaro è un museo di Napoli, il cui ingresso è situato accanto al Duomo e alla Cappella del Tesoro.
Conservato da secoli al Duomo, durante gli eventi bellici della Seconda guerra mondiale il Tesoro di San Gennaro fu portato in Vaticano per essere conservato e riportato in Cattedrale nel 1947 per tramite di Giuseppe Navarra, soprannominato "o rre di Poggioreale", che riuscì a far pervenire i preziosi intatti nelle mani dell'allora arcivescovo Alessio Ascalesi[2][3].
Il museo è stato aperto al pubblico nel dicembre 2003 grazie ad un progetto finanziato da aziende private, da fondi europei e dalle istituzioni locali e sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e su proposta della Deputazione della reale cappella del Tesoro, antica istituzione laica fondata nel 1601. Il curatore del progetto è l'attuale direttrice Francesca Ummarino.
L'area museale è di oltre settecento metri quadrati ed espone le sue opere (che in precedenza non erano mai state offerte alla visione del pubblico); gioielli, statue, busti, tessuti pregiati e dipinti di grande valore facenti parte del Tesoro di san Gennaro, tra cui:
Una mitra (copricapo vescovile) realizzata nel 1713 dall'orafo Matteo Treglia, in cui sono incastonate in tutto 3694 pietre preziose (3.328 diamanti a rappresentare la durezza della fede, 168 rubini a rappresentare il sangue del santo e 198 smeraldi a rappresentare la conoscenza), per un peso complessivo di 18 kg[4]. La mitra è completata da due infule decorate con due incisioni dell'ampolla di san Gennaro[5].
Una collana realizzata tra il 1679 ed il 1929 (circa 250 anni) dall'aggiunta al gioiello originale, realizzato dall'orafo Michele Dato, di pietre preziose e gioielli fatti dono in questi secoli da sovrani, papi, nobili e gente comune[4].
Tra i donatori più notabili si possono annoverare Carlo III di Borbone, Maria Amalia di Sassonia, Maria Carolina d’Asburgo, Francesco I d’Austria, Giuseppe Bonaparte, Maria Cristina di Savoia e Vittorio Emanuele II di Savoia. L'ultimo dono fu un anello dato nel 1929 da Maria José[4], ultima regina d'Italia.
La spilla, la placca ed il mantello tempestato di gemme di smalti, pietre preziose e decorazioni raffiguranti il giglio dei Borbone, facenti parte del corredo originale dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro, fondato nel 1738 da Carlo III di Borbone[6].
Del tesoro fanno parte anche altri numerosi doni da parte di importanti personalità, come
All'interno del museo è custodita una collezione degli argenti (circa 70 pezzi) che, abbracciando un arco di tempo che va dal 1305 all'età contemporanea, si presenta intatta non avendo mai subito manomissioni a causa di furti ed è per la quasi totalità opera di maestri della scuola napoletana.
Il percorso museale prevede anche la visita alle tre sacrestie della Cappella del Tesoro, di recente sottoposte a restauro e contenenti pregevoli dipinti di Luca Giordano, Massimo Stanzione, Giacomo Farelli e Aniello Falcone.
Nel film Operazione San Gennaro un gruppo di maldestri ladri cerca di impossessarsi del tesoro del santo.
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