Nel 1738 Maria Amalia si fidanzò con Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia, il futuro Carlo III di Spagna. Il matrimonio fu organizzato dalla sua futura suocera Elisabetta Farnese, dopo che Elisabetta non era riuscita a organizzare un matrimonio tra Carlo e l'arciduchessa Maria Anna d'Austria e si rifiutò di accettare di sposarlo con Luisa Elisabetta di Francia. Gli impenetrabili negoziati segreti ebbero avuto luogo in precedenza a Vienna, dove l'imperatrice vedova Guglielmina Amalia, nonna di Maria Amalia, ebbe un ruolo importante nei negoziati. L'ambasciatore spagnolo a Vienna, il conte Fuenclara, agì per conto delle corti di Madrid e Napoli, mentre il banchiere italiano Giovanni Battista Bolza rappresentava gli interessi della corte di Dresda. Nel dicembre 1737 fu fatta una dispensa papale e il matrimonio venne annunciato all'inizio del 1738. L'8 maggio 1738 Maria Amalia tenne una cerimonia per procura a Dresda con suo fratello, Federico Cristiano di Sassonia, in rappresentanza di Carlo. Poiché questo matrimonio era visto con favore dal papato, placò i dissapori diplomatici tra Carlo e lo Stato pontificio.
Il 4 luglio 1738 Maria Amalia arrivò a Napoli. I due coniugi si incontrarono per la prima volta il 19 giugno 1738 a Portella, paese di frontiera del regno nei pressi di Fondi[1]. A corte i festeggiamenti durarono fino al 3 luglio quando Carlo creò l'Ordine Reale di San Gennaro, il più prestigioso ordine cavalleresco del regno. In seguito fece creare in Spagna l'Ordine di Carlo III il 19 settembre 1771.
Maria Amalia e Carlo III di Spagna ebbero ben 13 figli, molti dei quali morti in tenera età:
Maria Isabella Antonia (1740-1742), morta a 2 anni;
Nonostante fosse un matrimonio combinato, la coppia divenne molto unita: è stato notato e riferito alla suocera in Spagna, che Carlo sembrava felice e contento quando l'ha incontrò per la prima volta. Maria Amalia era descritta come una bella e abile cavallerizza, e accompagnava Carlo nelle sue cacce. Come regina, esercitò una grande influenza sulla politica nonostante le sue frequenti malattie e partecipò attivamente agli affari di stato. Ha posto fine alla carriera di diversi politici che non le piacevano[2]. Maria Amalia non ebbe bisogno di tenere segreta la sua influenza: dopo la nascita del suo primo figlio nel 1747, le fu assegnato un seggio nel consiglio di stato[2]. Operò contro l'influenza spagnola su Napoli e nel 1742 convinse Carlo, contro la volontà della Spagna, a dichiarare Napoli neutrale durante la guerra di successione austriaca, durante la quale la Gran Bretagna minacciò di bombardare Napoli[2]. Nel 1744, tuttavia, fu costretta ad accettare di dichiarare guerra. Ha poi favorito la Gran Bretagna prima di Francia e Austria[2]. Di Maria Amalia si parlava per via delle sue predilette, che avrebbero influito sulla sua politica quando era molto malata, come la principessa Anna Francesca Pinelli e la duchessa Zenobia Revertera. Nel 1754 sostenne la carriera di Bernardo Tanucci come ministro degli Esteri[2].
Maria Amalia era molto colta e svolse un ruolo importante nella costruzione della Reggia di Caserta, per la quale vide il marito porre la prima pietra per il suo 36º compleanno, il 20 gennaio 1752 in mezzo a tanti festeggiamenti. Tuttavia, lasciarono Napoli prima del suo completamento a causa del suo peggioramento di salute, quindi non hanno mai vissuto nel palazzo. Fu anche influente nella costruzione del Reggia di Portici, del Teatro di San Carlo - costruito in soli 270 giorni - della Reggia di Capodimonte. I suoi appartamenti a Portici ospitavano le famose porcellane della Manifattura di Porcellane di Capodimonte, introdotte da lei nel 1743. Era anche una forte consumatrice di tabacco. Maria Amalia fu anche mecenate del compositore Gian Francesco Fortunati, uno dei favoriti alla corte napoletana. È stata criticata per essere troppo religiosa rispetto a ciò che era appropriato da qualcuno che non apparteneva a un ordine monastico cattolico.
Alla fine del 1758, il fratellastro di Carlo, Ferdinando, mostrava gli stessi sintomi di depressione di cui soffriva il padre. Ferdinando perse la sua devota moglie, l'Infanta Barbara del Portogallo nell'agosto del 1758 e cadde in un profondo lutto per lei. Nominò Carlo suo erede il 10 dicembre 1758 prima di lasciare Madrid per soggiornare a Villaviciosa de Odón dove morì il 10 agosto 1759.
Nello stesso anno Carlo e Maria Amalia lasciarono Napoli per Madrid, lasciando a Caserta due dei loro figli. Il suo terzo figlio sopravvissuto divenne Ferdinando I delle Due Sicilie, mentre suo fratello maggiore Carlo fu portato in Spagna per ereditare la corona spagnola; il loro fratello maggiore, Infante Filippo, duca di Calabria era mentalmente disabile e fu quindi escluso dalla linea di successione a qualsiasi trono; morì serenamente e dimenticato a Portici dove era nato nel 1747. Carlo abdicò il 6 ottobre 1759, decretando la definitiva separazione tra la corona spagnola e quella napoletana. Carlo e Maria Amalia arrivarono a Barcellona il 7 ottobre 1759.
Maria Amalia, ancora una volta, fece molto per migliorare le residenze reali. Lei, insieme a suo marito, contribuì alla fondazione della produzione di porcellane di lusso con il nome Real Fábrica del Buen Retiro. Maria Amalia considerava la Spagna mal gestita e sottosviluppata, e incolpò in parte sua suocera, la regina vedova Elisabetta Farnese, che fu così costretta a lasciare la corte spagnola. Non le piaceva la Spagna, e si lamentava del cibo, della lingua, che si rifiutava di imparare, del clima, considerava i cortigiani passivi e ignoranti. Descrisse la corte spagnola come depressa e isterica. Progettò grandi riforme al sistema spagnolo, ma non ebbe il tempo di portarle a termine.
Morte
Nel settembre del 1760, un anno dopo il suo arrivo a Madrid, Maria Amalia morì di tubercolosi nel palazzo del Buen Retiro al di fuori della capitale. Fu sepolta nella Cripta Reale del Monastero dell'Escorial, dove il marito fu tumulato nel 1788.
Nel 1761 Carlo commissionò a Giovanni Battista Tiepolo gli affreschi per il Palazzo Reale di Madrid. Nell'anticamera della regina, Tiepolo ed i suoi assistenti dipinsero l'Apoteosi della monarchia spagnola. Gli affreschi furono dipinti tra il 1762 ed il 1766. La regina Maria Amalia appare circondata da alcune delle divinità della mitologia greca, tra cui Apollo.
Il principe Ferdinando, a soli otto anni, divenne re con i nomi di Ferdinando IV di Napoli e Ferdinando III di Sicilia. Al fine di consolidare l'alleanza con l'Austria, fu destinato a sposare una arciduchessa asburgica. Carlo affidò la cura e gli studi di suo figlio ad un consiglio di reggenza composto da otto membri. Questo consiglio avrebbe governato il Paese fino a quando il giovane re avrebbe compiuto i 16 anni. L'arciduchessa prescelta fu Maria Carolina d'Austria. I due sarebbero poi diventati genitori di 18 figli.
G. Platania, Il viaggio trionfale attraverso l'Italia di M.A. Wettin, principessa polono-sassone sposa del re di Napoli, in Fra spazio e tempo. Studi in onore di Luigi De Rosa, a cura di I. Zilli, Napoli 1995, II, pp. 683–731
G. Platania, Viaggio a Roma sede d'esilio (sovrane alla conquista di Roma, secoli XVII-XVIII), Roma 2002, pp. 119–153
Gaetano Platania, Viaggiando attraverso gli Stati del Papa. Maria Amalia Wettin da Dresda a Napoli. In appendice documenti d'archivio, Viterbo, Sette Città, 2009
Nadia Verdile, Regine. Spose bambine, eroine e sante dall'Europa alla corte di Napoli, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2018