barocco(interno)
La chiesa di Sant'Agostino è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. L'aggregato monumentale è altrimenti noto localmente come «Santa Rita», unitamente al trecentesco convento agostiniano è ubicato nel quartiere del Capo.[1][2][3]
Il 16 maggio 1984 il cardinale Salvatore Pappalardo, ha eretto il tempio a santuario diocesano di Santa Rita da Cascia.
La costruzione è edificata per volere delle famiglie Chiaramonte e Sclafani nei primi anni del XIV secolo. Il timpano è a nicchie con prezioso rosone centrale che ingentilisce l'intera facciata. Al cento si staglia il bel portale gotico decorato con arabeschi e preziosi motivi fitoformi, bicromi e astratti, benché l'intero complesso sia improntato a impianto di stile romanico.[9] Le strombature sono ottenute dalla sovrapposizione di tre archi a sesto acuto d'ampiezza progressivamente digradante. Nelle ghiere s'inseriscono eleganti intarsi in pietra lavica, di uguale finezza sono gli intagli del frontone. Spettacolare è il rosone formato dall'intreccio di dodici semicerchi intersecanti atti a formare una straordinaria composizione a sostegno di una raggiera formata da dodici colonnine il cui centro è rappresentato da un piccolo tondo recante scolpito l'Agnus Dei.[10]
Su via «Sant'Agostino» si apre il portale laterale, espressione del rinascimento siciliano, opera attribuita a Domenico Gagini.[9] L'ingresso laterale è caratterizzato per lo splendido portale culminante con una lunetta raffigurante la Madonna del Soccorso e angeli realizzata nel XVI secolo da un altro scultore. Tre santi agostiniani arricchiscono l'architrave e figure di Sante nei tondi decorano gli stipiti. Sulla sommità chiude il busto di Dio Padre benedicente.
Nel vestibolo adiacente è presente un sarcofago marmoreo del tardo periodo romano V - VI secolo con ritratto virile sostenuto da due figure alate. I due pavoni del sarcofago intenti a cibarsi ad un cesto di pane alludono a simbologie cristologiche. È presente un'acquasantiera su mensola del XVI secolo.
Il campanile chiude la prospettiva laterale di via Sant'Agostino.
Gioacchino di Marzo documenta il sepolcro di Sicilia Aprile † 1495, attribuito per stile a Francesco Laurana, opera oggi custodita nella Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.[11]
L'interno, a navata unica, è il risultato delle trasformazioni seicentesche. A Giacomo Serpotta si deve l'intervento decorativo delle pareti spoglie.
Posto sul lato settentrionale della chiesa con accesso dalla navata sinistra è un chiostro[9] con 28 colonne e portici attribuito a Vincenzo Gagini del 1560 circa. Il cortile è uno dei più grandi ubicati in città, sede dell'Oratorio della Congregazione della Madonna del Soccorso.[14] I capitelli del chiostro recano gli stemmi delle famiglie gentilizie patrocinanti la costruzione. La fontana ottagonale al centro presenta sulla vasca, una piccola statua verosimilmente raffigurante Santa Ninfa. Nell'angolo sud occidentale si apre un robusto portale a sesto acuto affiancato da bifore, varco d'accesso all'antica sala capitolare. Tracce d'affreschi seicenteschi ornano volte e pareti, sono identificabili: un ciclo di vita di Sant'Agostino, le figure di San Girolamo e di San Gregorio. Il piccolo lavabo con putto su un grifone reggente lo stemma agostiniano, reca la data del 1775.
Il convento vantava 74 camere, il noviziato, lo studentato e una grande sala di studio. Il 7 luglio 1866 il governo italiano con l'eversione dell'asse ecclesiastico soppresse l'istituzione e i religiosi furono dispersi. La struttura divenne sede della questura.
Nel 1935, per aprire una strada, fu demolita una parte della costruzione. Dal 1937 alcuni religiosi agostiniani sono ritornati in possesso della chiesa e del convento, con la loro opera di restauro il sito ha ripreso in parte l'antico splendore.
Nel 2003 vi erano censiti quattro religiosi.
Chiese legate all'Ordine di Sant'Agostino:
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