La sua struttura è considerata una delle più interessanti opere difensive della provincia genovese e della Liguria. Il castello è collocato al centro dell'ampia conca alle pendici del monte Maggiorasca, visibile sullo sfondo del castello, e circondato quasi interamente da prati e poco distante dall'odierno centro abitato di Santo Stefano.
Storia
La sua posizione fu scelta poiché ritenuta strategica, difatti da tale postazione si potevano controllare le strade che salivano dai valichi appenninici verso la regione dell'Emilia. Secondo alcune fonti storiche la fortezza risalirebbe ancor prima del XII secolo e viene citato per la prima volta in un atto di cessione del 1164; in tale documento storico l'imperatore Federico Barbarossa decise la cessione del feudo di Santo Stefano e del relativo castello alla famiglia nobiliare dei Malaspina, già signori della Lunigiana e di altri feudi del levante ligure.
Le più importanti e significative modifiche alla struttura si verificarono nel XVI secolo quando divenne un importante centro di controllo per le vie verso la Pianura Padana.
Oggi la fortezza, utilizzata per manifestazioni culturali, è divenuta proprietà del Comune di Santo Stefano d'Aveto che recentemente ha sottoposto, e sta sottoponendo tuttora, ad un delicato restauro conservativo l'intera area del castello.
Struttura
Il castello si presenta a forma di pentagono irregolare recante su quattro vertici, dei cinque in totale, stretti bastioni a fianchi rientranti a forma di cuneo. Per entrare al suo interno anticamente si ricorreva a ponti mobili e oggi l'accesso avviene una rampa di legno che sale alla porta principale. Al centro è rimasta intatta la piccola piazza d'armi lungo la quale erano allineati i diversi vani, collegati tra loro tramite ballatoi impostati su colonne.
Durante la fase di sgombero delle macerie, nei vari interventi di recupero, sono stati rinvenute tracce dell'antica costruzione medievale non demolite durante il rinnovamento del XVI secolo. Tali scoperte hanno permesso agli storici di ricostruire storicamente e architettonicamente le varie fasi di costruzione e relative modifiche della struttura; secondo alcuni studi la struttura nacque dapprima come semplice castello o dimora nobiliare e solo in seguito fu bastionata diventando una vera e propria fortezza difensiva. Le mura e le torri furono infatti maggiormente ampliate con nuovi bastioni garantendo così una maggiore resistenza ai colpi di artiglieria.
Note
^ Andreozzi, Daniele, Nascita di un disordine. Una famiglia signorile e una valle piacentina tra XV e XVI secolo., Milano, Edizioni Unicopli, 1993, p. 328.
^Il saggio, di Sandro Sbarbaro, Il Crovo e i Zenogi tra “lighe” e potere - Banditi e parentele in Chiavari e nel suo entroterra nel Cinquecento, è stato già pubblicato col titolo Il Crovo e i Zenogi tra “lighe” e potere sul libro Mezzanego in Valle Sturla, a cura di Barbara Bernabò, Mezzanego 2008.
^ Daniele Andreozzi, Circuiti di scambio e polo cittadino. Razionalità economiche nella montagna piacentina tra Quattro e Cinquecento, in Forum, Udine, 2001.
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