Gode di una grande vista panoramica sul monte Ramaceto e il monte Cucco, il passo della Forcella e l'acrocoro dell'alta valle Sturla. Il borgo si è sviluppato lungo la direzione di collegamento "in costa" tra i vari paesi, poco intorno si trova il piccolo nucleo abitato di Montemozzo.
Le case sono inframmezzate alle "fasce", piccole porzioni di terra racchiusa da muri di pietra a secco, e coltivate ad ortaggi, patate e granoturco in prevalenza, mentre pochi alberi da frutta e boschi di castagno inframmezzati ai grandi boschi pini, impiantati come rimboschimento nel ventennio fascista raccontano la dura vita contadina.
Le sue origini certe risalgono all'alto medioevo quando Ottone I di Sassonia nel 972 lo cita come Temosum insieme alla vicina Butigarinum (Bertigaro)[1]. Il cognome prevalente è Bernero.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa della Madonna Assunta. La chiesa è la principale dell'alta valle Sturla. Fu fondata dai monaci di San Colombano di Bobbio nel XIII secolo, assoggettata alle dipendenze della comunità parrocchiale di Borzone e nominata a prevostura il 29 agosto del 1882. Nella navata sono custodite le spoglie del capitano Della Cella, di una nobile famiglia e ricordato per la sua partecipazione alla battaglia di Lepanto del 1572, mentre il ricordo dei tantissimi emigranti è perpetuato con una lapide che ricordando le donazioni di tutti i benefattori è testimonianza della memoria proveniente da oltre oceano.
Il vicino cimitero, da cui si gode una amena ed ampia vista della valle Sturla, comprende cappelle gentilizie delle principali famiglie della zona, con alcune lapidi risalenti al XVIII secolo.
Una targa sulla vecchia scuola, in memoria dei caduti nella Grande guerra, un piccolo edificio tra la chiesa ed il cimitero, è testimonianza del tempo andato e costituisce il ricordo tra gli anziani di questo punto di aggregazione.
Note
^Fonte dal libro di Rosaria Arena, Borzonasca e la valle Sturla, Erga, 1988.