Nel 1772, in seguito alla prima spartizione della Polonia, diverse comunità cattoliche di rito latino vennero a trovarsi entro i confini dell'impero russo. Si trattava di 45 parrocchie della diocesi di Vilnius, 4 parrocchie della diocesi di Smolensk e altre parrocchie della diocesi di Livonia, per un totale di poco meno di 90.000 fedeli cattolici di rito latino.[4] Per queste comunità Caterina II creò[5] unilateralmente la diocesi di Mahilëŭ (chiamata Mogilёv o Mohilev fino al 1991), affidandola a uno dei vescovi ausiliari di Vilnius, Siestrancevic, dotandola riccamente e promuovendola ad arcidiocesi dieci anni dopo.[6] Durante questo primo periodo resta interessante il fatto che nella diocesi i gesuiti non vennero soppressi nel 1773 (come nel resto del mondo), ma anzi continuarono la loro missione fino alla riforma dell'ordine nel 1814.
La situazione di fatto fu regolarizzata da Roma quando l'arcidiocesimetropolitana di Mahilëŭ fu eretta canonicamente il 15 aprile 1783 con il breveOnerosa pastoralis officii cura di papa Pio VI, riconoscendo il vescovo scelto dall'Imperatrice. La sede di fatto dell'arcidiocesi era la città di San Pietroburgo. Mahilëŭ fu la prima sede di rito latino eretta nell'impero russo ed aveva giurisdizione su tutti i fedeli cattolici della Russia, Siberia compresa.[7] Nelle trattative[8] per il riconoscimento dell'arcidiocesi di Mahilëŭ e sulla questione dei gesuiti in Russia importante fu la missione pontificia di Giovanni Andrea Archetti che proprio per questo motivo venne promosso a cardinale su invito della stessa Caterina II.
In seguito all'ultima spartizione della Polonia (1795), diverse diocesi cattoliche di rito latino si vennero a trovare entro in confini dell'impero. Dopo la missione diplomatica guidata dal futuro cardinale Lorenzo Litta nel 1797, il 16 ottobre 1798, in virtù della bollaMaximis undique dello stesso Pio VI, furono assegnate all'arcidiocesi di Mahilëŭ cinque diocesi suffraganee: Vilnius e Samogizia, già suffraganee di Gniezno; Luc'k (unita aeque principaliter a quella di Žytomyr) e Kam"janec', in precedenza suffraganee di Leopoli; e la nuova diocesi di Minsk.[9] La bolla inoltre modificò i territori delle diocesi per farli coincidere con quelli dei governatorati russi: l'arcidiocesi di Mahilëŭ si ampliò con l'annessione della città di Kiev e della sua circoscrizione civile, già appartenuti alla diocesi di Kiev-Černihiv (oggi Kiev-Žytomyr).
All'inizio dell'Ottocento, l'arcidiocesi di Mahilëŭ contava 185 parrocchie, 74 monasteri maschili, 4 femminili, 204 sacerdoti, 621 sacerdoti diocesani, 621 monaci, 44 monache e un totale di 225.936 fedeli.[10]
Dopo il concordato con la Russia del 1847, il 3 luglio 1848 fu pubblicata la bolla Universalis Ecclesiae con cui papa Pio IX estese la giurisdizione dei metropoliti di Mahilëŭ al granducato di Finlandia e ne confermò la giurisdizione su tutti i territori dell'impero russo non compresi nelle altre diocesi di rito latino; agli stessi metropoliti fu affidata inoltre la cura pastorale dei soldati cattolici dell'esercito imperiale.[11] Con la stessa bolla fu eretta la diocesi di Chersoneso, con territorio ricavato dall'arcidiocesi di Mahilëŭ, di cui la nuova diocesi fu resa suffraganea.
L'8 giugno 1920 e il 1º dicembre 1921 l'arcidiocesi di Mahilëŭ cedette porzioni del suo territorio a vantaggio dell'erezione rispettivamente del vicariato apostolico di Finlandia (oggi diocesi di Helsinki) e del vicariato apostolico della Siberia (successivamente diocesi di Vladivostok).[13]
La diocesi di Minsk fu eretta da Lorenzo Litta, legato apostolico, durante la sua missione diplomatica in Russia, con il decreto In omnes agri Dominici del 9 agosto 1798.[15] La nuova diocesi, che aveva giurisdizione sull'intero governatorato di Minsk, raggruppava 60 parrocchie, già appartenute alla diocesi di Vilnius, e 35 parrocchie della diocesi di Luc'k.[16] Queste decisioni furono confermate da papa Pio VI con la bollaMaximis undique del 16 ottobre successivo.
All'inizio dell'Ottocento la diocesi comprendeva 94 parrocchie, 47 monasteri, 143 sacerdoti, 353 religiosi, 108 religiose e 112.274 fedeli.[17]
In seguito al concordato stipulato tra la Santa Sede e il governo russo nel 1847[18], il 3 luglio 1848, con la bolla Universalis Ecclesiae di papa Pio IX, furono rivisti i confini delle diocesi russe per adattarli ai governatorati imperiali, secondo la configurazione territoriale stabilita dalla riforma amministrativa del 1832. La diocesi di Minsk comprese ancora il governatorato omonimo, ma con uno scambio di decanati con la diocesi di Vilnius.[16]
Un decreto del governo zarista del 15 luglio 1869 soppresse la diocesi di Minsk unendone il territorio a quello della diocesi di Vilnius. La decisione, non riconosciuta da Roma, impedì tuttavia alla Santa Sede di nominare un vescovo per Minsk. Grazie ad accordi presi alla fine del 1882, la sede di Minsk fu affidata in amministrazione apostolica alle cure pastorali del metropolita di Mahilëŭ;[19] questa situazione durò fino al 1917.
Durante l'epoca sovietica, la diocesi rimase vacante per decenni; in questo periodo fu affidata in amministrazione apostolica a Boļeslavs Sloskāns.
Le sedi unite
Con la fine del regime sovietico e la nascita della repubblica indipendente di Bielorussia, la Santa Sede intervenne per modificare l'assetto geo-ecclesiastico della regione. Il 13 aprile 1991 con la bollaEx quadam di papa Giovanni Paolo II le due sedi sono state unite acquisendo il nome attuale; i confini della nuova arcidiocesi furono fatti coincidere con quelli della neonata repubblica. La sede della nuova circoscrizione ecclesiastica è stata posta nella città di Minsk, capitale della repubblica bielorussa.
^Non è chiara la data di fondazione della diocesi: l'Annuario Pontificio ha la data del 9 agosto; la bolla Maximis undique, pubblicata da Mercati, la data del 16 ottobre; Eubel, vol. VI p. 291, la data del 17 novembre.
^(PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, pp. 284-286.
^Le trattative condotte tra 1782 e 1783 riguardarono anche la nomina dell'arcivescovo dell'arcieparchia di Polack, vacante dal 1780, e i diritti dei cattolici di rito orientale.
^Sipovic, The Diocese of Minsk, its Origin, Extent and Hierarchy, p. 182. Mercati, op. cit., pp. 540-541.
^(PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, p. 289.
^Vescovo titolare di Aureliopoli di Lidia dal 1823, nel 1827 divenne amministratore apostolico sede plena, poi sede vacante.
^Amministratore in questo periodo fu Pawel Rawa (1770-1859), che la Santa Sede non volle confermare vescovo di Minsk per aver di fatto riconosciuto il sinodo con cui l'arcieparchia di Polack veniva assorbita dalla Chiesa ortodossa.
^Il 10 maggio 1989 Tadeusz Kondrusiewicz fu nominato vescovo titolare di Ippona Zarito e amministratore apostolico di Minsk, incarico che ricoprì fino al 13 aprile 1991.
^Dal 3 gennaio 2021 al 23 ottobre 2021, giorno della presa di possesso di Iosif Staneŭski, fu amministratore Kazimierz Wielikosielec, O.P., vescovo ausiliare di Pinsk.
(LA) Breve Onerosa pastoralis officii, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo IV, Romae, 1891, p. 274.
(LA) Bolla Maximis undique, in: Angelo Mercati, (a cura di) Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili, Roma, 1919, pp. 538-559