Nacque a Melissano in provincia di Lecce nel 1944. Negli anni 50 visse in Calabria. Dopo varie esperienze in Italia, Svizzera e Germania si trasferì a Roma alla fine degli anni 60.[1] Fu attivista per i diritti civili[2] delle donne e nel Partito Socialista Italiano[3]. Si laureò con lode in sociologia alla università La Sapienza nel 1978. Dal 1979 fu giornalista per la RAI, Il Tempo, L’Opinione ed altre testate. Nel 1982 fondò prima il Club delle donne, poi 1983 il Premio Minerva e nel 1984 la rivista Minerva di cui fu giornalista ed editrice. Insignita del titolo di Cavaliere Ufficiale del Lavoro del Presidente della Repubblica Italiana nel 1986 e Cavaliere Ufficiale[4] dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1987.[5] Ricevette riconoscimenti quale il premio Fregene[6] come scrittrice ed altri premi come giornalista[7]. Morì a Roma il 27 marzo 2009[8][9]. Il Premio Minerva è intitolato ad Annamaria Mammoliti dal 2009.
L'attivismo e la politica
Dal 1969 fu attivista per i diritti civili in particolare delle donne. Partecipa alla stagione più animata del femminismo da lei in seguito definito “urlato” in prima fila alle manifestazioni e delle contestazioni di piazza. Aderì al Partito Socialista Italiano a cui restò sempre fedele[10] coprendo svariati incarichi dirigenziali a livello romano[11][12][13] e nazionale[14] sempre portavoce anche in quel ambito delle istanze dei diritti civili[15] in particolare del mondo femminile[16]. Per il PSI pubblicò la monografia: La donna e la politica. Nel 1981 venne invitata a Brasilia per tenere alcune conferenze in sede universitaria sul debito dei paesi del Terzo Mondo e su Giuseppe ed Anita Garibaldi. Nel 1983 viene invitata per la seconda volta dal Dipartimento di Stato USA tramite l’Ambasciata di Roma a tenere un ciclo di tre settimane di conferenze ed incontri con donne delle istituzioni e delle organizzazioni femminili in varie città degli USA. Incontra Betty Fridean e Geraldine Ferraro. Con 12500 preferenze Fu eletta nel consiglio comunale di Roma ove ricoprì la carica di presidente della commissione ambiente (1989-1991)[1].
Giornalista, scrittrice, editrice
Da giornalista ha collaborato con la testata il Tempo, di cui tenne la rubrica “Contropelo” dal 1993 conquistando la stima e poi l’amicizia professionale dell’allora direttore Gianni Letta. Numerose furono le collaborazioni con la Rai come reporter a Roma dal 1979 al 1981, come consulente sociologa (1980-1981), per le trasmissioni Check Up 1999-2000 e Linea Verde 2001. Fu editorialista per il quotidiano l’Opinione[17]. Nel 1982 pubblica assieme ad Antonio Manca ed Eugenio Santoro un libro inchiesta dal titolo Peccato capitale: la droga a Roma, che vinse il Premio Fregene[6].
Nel 1982 divenne editrice della rivista mensile Minerva dedicata al mondo delle donne. La Mammoliti concepì la rivista come collegamento tra donne e società[18]. Minerva era distribuita tramite le edicole e per abbonamento raggiungendo la tiratura di 35 000 copie[19]. Numerose furono le interviste a donne di successo da lei condotte e pubblicate su Minerva. Alla rivista fu assegnato il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1987. Anna Maria Mammoliti fu curatrice di corposi dossier associati alla rivista Minerva su varie tematiche tra cui: Cronache e storia delle donne nel mondo della pittura nel 1988; Il percorso delle donne nella storia e nelle scienze dal medioevo ad oggi nel 1988; L'Evoluzione della presenza femminile nella storia della letteratura italiana nel 1988; Giuliano Vassalli : le sue opinioni, la sua storia nel 2006; L'agricoltura del Lazio: il nuovo made in Italy nel 2007. Si adoperò anche per la formazione con il Corso Biennale di Giornalismo 1997-1998, destinato a dieci donne del centro-sud ed un secondo Corso di Giornalismo nel 2005-2006[1].
Il Club delle donne
Anna Maria Mammoliti disse di averlo fondato per promuovere quella sorellanza che tra donne era mancata. Le donne che “ce l’hanno fatta” possono fare da esempio e tendere la mano per sollevare le meno fortunate[20]. Citò a tal proposito l’esempio di Marisa Bellisario che nel 1981 giunta al vertice di Italtel portò con sé una squadra composta prevalentemente da altre donne ottenendo in tre anni il risanamento della azienda ed il consenso dei sindacati. Propose un modo diverso di interpretare il femminismo superando la stagione urlata per impegnarsi in un fare concreto dentro la società con il supporto e l’autorevolezza di donne, note e non note, che si erano conquistate con merito un ruolo di rilievo nel loro contesto sociale, culturale o lavorativo[21]. L'associazione aveva come scopo la promozione di studi inerenti alla donna nella società, nel lavoro, nell’arte, nello spettacolo, rispetto alla droga e alla violenza[22], organizzava dibattiti[23] e corsi. Con l’aiuto di Marisa Bergamini raccolse testi rari, alcuni unici, inerenti alla storia del mondo femminile che vennero organizzati in una biblioteca[24]. Le socie avvocatesse si prestano per dare supporto solidale a donne vittima di soprusi e violenze. Aderirono militanti socialiste, sindacaliste, nobildonne romane, ma anche casalinghe, impiegate, docenti, artiste, professioniste ed imprenditrici, donne comuni e personalità note tra cui: Carla Fendi, Micol Fontana, Marisa Belisario, Marta Marzotto, Suso Cecchi d’Amico, Cinzia TH Torrini.
A partire dalla fondazione sulla stampa nazionale comparve l’opinione del Club delle donne sulle principali istanze che coinvolgevano il mondo femminile[25][26] spesso con interviste alla presidente e portavoce Anna Maria Mammoliti.
Il Premio Minerva
Alla cerimonia in cui nel 1982 Annamaria Mammoliti ricevette il Premio Fregene[27], come autrice del libro Peccato Capitale. La droga a Roma, scritto insieme ad Antonio Manca ed Eugenio Santoro, constatò di essere l’unica donna premiata. La sua sensibilità ed attivismo per le pari opportunità le diedero la determinazione di ribaltare quella situazione e di istituire il Premio Minerva, il primo riconoscimento italiano dedicato alle eccellenza femminili, che per anni si è svolto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è patrocinato dalle più importanti istituzioni italiane.[28] Con il supporto del Club delle donne, viene istituita una giuria di personalità varie che sceglie donne da premiare per l’imprenditoria, la dirigenza, la politica, l’impegno sociale, il cinema, la letteratura, le professioni e, infine, un unico premio riservato a una personalità maschile.
«dei festival dell'«Avanti». La relazione e le iniziative da prendere saranno illustrate da Annamaria Mammoliti, del settore nazionale stampa e propaganda.»
^Notizie Politica, in La Sicilia, 24 gennaio 1978, p. 2.
«E ancora: la responsabile femminile del PSI, Annamaria Mammoliti, lamenta che quasi tutti i ritocchi allo statuto proposti dalla rappresentanza di altre forze politiche sono stati respìnti. E questo, in pratica, annullerebbe il concetto di «autonomia» che ...»
«Notevole anche il suo impegno sul piano internazionale come relatrice italiana in occasione di incontri sul ruolo delle donne nella lotta per l'emancipazione, in difesa della libertà di informazione e in un costante impegno civile e sociale volto ad affermare i diritti di cittadinanza.»
«È di ieri l'annuncio che è nata una agenzia giornalistica fatta dalle donne per le donne: è quindicinale, l'ha creata Minerva, rivista mensile nata nell'82 da un gruppo di socialiste. A cosa dovrebbe servire? Ma è evidente: a informare le donne di quel che loro stesse sono capaci di fare, a dargli indicazioni sulle opportunità, le leggi, gli spettacoli, i problemi della salute e di lavoro che si trovano di fronte e che le riguardano più da vicino. La bionda direttrice Anna Maria Mammoliti spiega con entusiasmo come negli altri paesi della Cee agenzie analoghe esistano ormai da tempo, e aggiunge poi le due o tre modifiche introdotte nella rivista: una rubrica sulle donne che occupano le stanze dei bottoni per esempio, ma soprattutto un comitato di consulenza fatto di nomi illustri da Adele Cambria a Miriam Mafai, da Luce D'Eramo a Piera Degli Esposti, a Lina Wertmuller, donne brave, bravissime, meglio degli uomini. Sì, c' è chi l'ha chiamato il sorpasso del femminile sul maschile.»
«DOMANI compie due anni. Ha una tiratura di 35 mila copie, si stampa a Roma, è fatto da donne che hanno tra i trenta e i cinquanta anni. Ultimamente ha cambiato il carattere della testata: la scritta Minerva è diventata più geometrica, meno caramellosa. •Minerva non è un gior...»
«Per il «Club delle donne», Anna Marta Mammoliti parla di grandi progetti, poco meno che «megalomani., dice. Il club, costituito nell'82, è formato da socialiste e laiche, con esperienze femministe ed emancipatone: diffuso a Padova. Firenze. Siracusa e Roma. Lo scopo: .Creare una grande rete di solidarietà fra le donne. Il vecchio modo di essere femminista non serve più. Ora bisogna difendere quello che si è ottenuto e creare nuove conquiste». Il Club delle donne pubblica anche un bimensile. Minerva (viale Giulio Cesare 151. Roma): 20 mila copie, 7 mila abbonate. E organizza un Premio Minerva: .L'unico al mondo in cui le donne votano altre donne che si sono distinte..»
«Legge sessuale Protesta «Club Donne» ROMA — Il .Club delle Donne-, a cui fanno capo donne dell'area buca e socialista, in un comunicato •prende ferma posizione—a proposito del testo di legge sulla violenza sessuale — contro l'aberrante emendamento Casini approvato il 25 gennaio alla Camera e che riconduce gli atti di violenza sessuale ad atti contro il pudore e non contro la persona, come era sostenuto dal disegno di legge proposto dalla commissione.... Il -Club delle Donne» sostiene...che ..battaglia e sacrifici inauditi e di anni, sostenuti dalle donne per essere almeno considerate persone, vengono In questo modo cancellali per ripristinare un ... moralismo di Stato..»
^Convegno Cinema, in La Sicilia, 21 ottobre 1988, p. 18.
«Una «bandiera», quindi, che seppure non agitata durante il convegno «Le donne e il cinema verso il 1992» organizzato, appunto dal «Club delle donne» e dalla rivista «Minerva» con la partecipazione del ministro del Turismo e spettacolo Franco Carraro che e riuscito a ritagliare la sua presenza tra i non pochi affanni che procurano al suo dicastero i progettati tagli di bilancio. Con lui erano la direttrice di «Minerva» Annamaria Mammoliti»
La storica Fiorenza Taricone della università di cassino traccia la storia ed il contesto del Club delle donne e di Annamaria Mammoliti.
Le Immagini con il principe Carlo di Inghilterra e Nelson Mandela
La premiazione del 2019
Intervista a Olga Severi figlia di Annamaria Mammoliti e presidente 2019 del Club delle donne.»
«Mammoliti, presidente del «club delle donne» sarebbe ormai un dato di fatto: «Questa giustizia - dice - in ogni caso si schiera sempre contro la donna, quasi che la parità, la crescita culturale e civile, l'ottenimento di alcuni diritti sanciti dalle leggi non siano serviti a nulla se non a riproporre, come negli Anni Cinquanta, il delitto d'onore, retaggio di un codice mafioso».»