È stato fondatore e direttore artistico del Premio Positano Léonide Massine[1], tra i più antichi e importanti d'Italia, inaugurato nell'agosto del 1969 e successivamente, dal 1979, intitolato alla memoria di Léonide Massine. È stato presidente dal 1969 del Premio Porselli “Una vita per la Danza”, nonché cofondatore e direttore del Centro Documentazione e Ricerca per la Danza di Torino.
Nel 1973 e poi nuovamente nel 1981 e nel 1982 è ospite come conferenziere a Teramo in occasione della rassegna Abruzzo Danza curata da Liliana Merlo. Nell'ottobre 2003 torna nuovamente a Teramo come principale relatore del Convegno Nazionale sulla figura di Liliana Merlo nel primo anniversario della scomparsa. Nel maggio 2006, presso il Ridotto del Teatro Comunale di Firenze, tiene un'importante conferenza per commemorare la figura di Aurel Milloss, tra i maggiori artefici del rinnovamento della danza italiana, nel centenario della nascita.
Dal 1963 su invito di Jia Ruskaja, allora direttrice dell'Accademia nazionale di Danza in Roma, ricopre l'incarico di docente di Storia della danza per un trentennio.
Storico e critico di balletto, sin dalla fondazione, del quotidiano La Repubblica, ha collaborato per le voci riguardanti la danza e il balletto con le principali enciclopedie e dizionari italiani e stranieri (Enciclopedia dello Spettacolo, Treccani, Larousse). Ha pubblicato articoli e saggi su programmi di sala e riviste specializzate (Balletto Oggi, Danza & Danza, Tutto Danza, Coréographie), autore di numerose pubblicazioni sull'argomento e in più d'una occasione con la Casa Editrice Di Giacomo, con la quale ha pubblicato nel 2003 le sue Lezioni di Storia della Danza. Presidente di giuria e direttore artistico dei Concorsi internazionali di Danza di Perugia e di Caltanissetta. Fa parte della Commissione dello spettacolo presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nella sezione Danza.
Tra i vari riconoscimenti, il Premio Gino Tani per la critica di danza nel 1991, la Targa d'Argento del Presidente della Repubblica nel 2002 e il Premio Guido Lauri alla carriera nel 2011[2].
Fra il 2015 e il 2019, il suo biografo Mauro Di Rosa realizza – assieme a lui – la sua biografia, in un volume dal titolo La Pavana della memoria. Storie, racconti, ricordi di una vita a passo di danza. Nel 2019, il suo biografo realizza la sua bibliografia parziale e La Pavana della memoria. Alberto Testa si racconta, una web-serie costituita da 13 episodi-intervista (in ognuno dei quali Alberto Testa racconta, tramite le interviste del suo biografo, un aspetto della sua vita).
Dopo alcuni mesi di malattia, è morto il 4 ottobre 2019.
Principali coreografie
1965 - Histoire du soldat
1978 - La Morte e la Fanciulla
1980 - Gli Uccelli
1981 - Dansatie
1982 - A due con ironia
1983 - Il tempo ritrovato
1983 - Stelle di carta
1985 - Le tre dee
1987 - La notte della musica
1993 - Carmina Burana
Principali scritti
Discorso sulla danza e sul balletto, Roma, 1970; 2ª ed. 1977; 3ª ed. 1981
Ricordo di Sergej de Diaghilev, Milano, 1972
Su Bejart, in “Nuova Rivista Musicale Italiana”, 1977
Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, Le biografie, Vol. VIII, Torino, Utet, 1988.
A. Testa, M. Di Rosa, La Pavana della memoria. Storie, racconti, ricordi di una vita a passo di danza, Amazon Kindle Direct Publishing, [s.l.] 2019.
M. Di Rosa (a cura di), Bibliografia parziale di Alberto Testa, [s.n.], [s.l.] 2019 (visionabile tramite il link drive.google.com/open?id=1O2WMe-vfVB1qmzUgo009BI4mRV-jUTGw).