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Fatti recenti
Il 22 aprile 2010 viene ucciso, con sessanta colpi di kalashnikov, Vittorio Sia, mentre si trovava su uno scooter. Era già sfuggito un mese prima ad un attentato[3][4].
L'11 giugno 2010 vengono uccisi i gemelli Nicola e Vito Grattà a Gagliato in risposta all'omicidio di Vittorio Sia[5][6].
Il 23 giugno 2010 viene arrestato Maurizio Tripodi, reggente della cosca dopo l'omicidio del capobastone Vittorio Sia.
Il 2 luglio 2010 viene arrestato Alberto Sia, figlio del boss Vittorio Sia, con l'accusa di spaccio
Il 23 agosto 2010 viene ucciso in spiaggia a Soverato, davanti a una folla di bagnanti, Ferdinando Rombolà, pregiudicato[7][8]. La crudeltà del delitto ha attirato l'attenzione dei media nazionali e ha destato scalpore nell'opinione pubblica. L'agguato s'inserisce nella faida sanguinosa che da due anni interessa l'area del soveratese e che ha portato all'omicidio di Vittorio Sia.
Il 15 dicembre 2011 La DDA di Catanzaro porta a termine l'operazione di polizia Showdown contro le 'ndrine Sia-Procopio-Tripodi e fa luce sulla faida in atto dal 2008[9].
Il 24 ottobre 2012 viene catturato dai carabinieri di Guardavalle e Soverato nella zona montana di Badolato il latitante ventisettenne Santo Procopio affiliato ai Sia-Procopio-Tripodi, indagato e ricercato già nell'operazione Showdown. Nel 2010 si salvò da ben due attentati, dovuti molto probabilmente alla faida dei boschi avvenuti a Elce della Vecchia, frazione di Guardavalle e a Brognaturo, nel secondo rimase ferito[10].
Il 9 ottobre 2015, con l'operazione Showdown 2 vengono sequestrati alla cosca Sia beni dal valore di 2,2 milioni di euro dalla Guardia di Finanza di Catanzaro[11][12].
Il 10 gennaio 2017 si conclude l'operazione Showdown 3 che porta all'arresto di 3 persone: Massimiliano Catanzariti, Massimiliano Sestito e Cosimo Zaffino, presunte affiliate ai Sia e accusate di associazione mafiosa, i quali avrebbero tentato di riacquisire il controllo criminale sull'area di Soverato. Zaffino sarebbe il capo di una 'ndrina a Gagliato[13][14].