Era fratello minore del famoso filosofo e diplomatico reazionarioJoseph de Maistre. Divenne famoso per opere introspettive a metà tra la memorialistica settecentesca e il gusto del romanticismo.
Biografia
Ottavo di quattordici figli del conte François-Xavier, fu il prediletto del fratello maggiore Joseph de Maistre, scrittore apologista cattolico, reazionario e ultramontano, di gran fama ai suoi tempi.
Fu una delle tipiche poliedriche personalità vissute nel movimentato periodo a cavallo tra il 1700 e il 1800, tra la Rivoluzione francese e Napoleone.
Tra i suoi numerosi interessi vi fu l'aeronautica, che lo portò a compiere con un amico un'ascensione in pallone aerostatico (mongolfiera), a Chambéry, il 5 maggio 1784, solamente un anno dopo l'impresa dei Mongolfier e di cui scrisse una relazione.
Altro suo grande interesse fu la pittura, che praticò con discreto successo, al punto che poté aprire a Mosca uno studio di pittore ritrattista.
Soldato coraggioso e convinto, non fu cieco davanti alle atrocità della guerra, e, dopo aver combattuto Napoleone invasore della Russia, descrisse nelle sue lettere l'orrore della ritirata della Grande Armata.
Fu nominato cadetto il 4 ottobre 1784, sottotenente il 3 marzo 1785 e luogotenente il 24 settembre 1790. Nel 1793, il suo reggimento combattendo contro le truppe francesi ripiega sul Piccolo San Bernardo e si stanzia ad Aosta, dove Xavier ritrova la sua famiglia che vi si era rifugiata nel 1792 a seguito dell'invasione della Savoia da parte del generaleAnne-Pierre de Montesquiou-Fézensac. Entra in contatto con i religiosiBarnabiti della città grazie ai quali approfondisce le sue conoscenze letterarie, in particolare da padre Frassy e padre Tavernier del collegio Saint-Bénin.
Si dedica anche alla pittura con dei ritratti dei suoi familiari e di paesaggi valdostani, tra cui ricordiamo quello del ponte di Châtillon e quello delle fabbriche di Léverogne[1]. Conversa spesso con un lebbroso di nome Pierre-Bernard Guasco che abitava in una torre vicino all'Hospice de charité, ribattezzata in seguito "Torre del lebbroso", da cui trarrà il romanzoLe Lépreux de la cité d'Aoste. Ma la sua esperienza aostana è legata soprattutto all'idillio amoroso con Marie-Dauphine Pétey, vedova del notaio Claude-Michel Barillier, che soprannomina Elisa o Élise[2]. La presenza di de Maistre a Aosta è ricordata anche dalla via che dalla scuola «Monseigneur Jourdain» passa davanti al Seminario maggiore e termina in piazza Émile Chanoux, che gli è stata dedicata.
A causa d'invidiose maldicenze a corte, nel 1800 lo zarPaolo I di Russia richiamò in patria e mandò in esilio il generale Suvorov, nonostante le tante vittorie sul campo. Xavier seguì il generale a San Pietroburgo e decise di rimanere in Russia, dove aprì uno studio di pittore, affermandosi come ritrattista. Nel maggio del 1803 il fratello Giuseppe arriva a San Pietroburgo come ambasciatore del nuovo re di Sardegna Vittorio Emanuele I e, appena riuscì a ben introdursi nell'ambiente, nel 1805 gli trovò un posto come direttore della Biblioteca e del Museo dell'Ammiragliato, posto che tenne sino al 1810. Sotto lo zar Alessandro I ebbe il grado di colonnello e viaggiò e combatté nel Caucaso contro i ceceni, in Georgia contro i turchi e in Finlandia, dove alla fine lasciò la carriera militare. Il 3 febbraio 1813 sposò una damigella d'onore dell'imperatrice, Sofia Zagriatsky, dalla quale ebbe cinque figli, che morirono tutti alla soglia della giovinezza. Nel 1813 si ritirò a vita privata riprendendo a scrivere.
Nel 1826, 12 anni dopo la Restaurazione, tornò in Savoia e nella sua amata Torino dove regnava Carlo Felice (1821-1831), ben dopo la caduta di Napoleone, e scoprì di essere diventato famoso grazie anche alla pubblicazione delle altre sue opere, che il fratello Joseph (deceduto nel 1821) aveva corretto dagli inevitabili italianismi. Ospitò il poeta francese Alphonse de Lamartine che lo definì il "Rousseau e lo Sterne" della Savoia, per il suo umorismo e abilità di memorialista.
Girò poi l'Italia, visitò per la prima volta Parigi e nel 1839 ritornò definitivamente a San Pietroburgo dove si spense tredici anni dopo, il 12 giugno del 1852.
(FR) Eva Pellissier, Xavier de Maistre, Les péripéties d'un exilé, Bibliographica - Collection d'histoires et de vies valdôtaines, Le Château éditions, Imprimerie Jona, Saint-Christophe, 2001.
(FR) Pierre Lexert (a cura di), Première rétrospective bicéphale de l'œuvre gravé de Xavier de Maistre : domaines privés, tirages hors-commerce, Aosta, 1997.