Gli autori per il testo hanno tratto ispirazione e frasi da alcune ballate e filastrocche popolari.
Bubola lo definisce "surrealismo popolare", ricco di immagini naïf dietro le quali si nascondono verità terribili.[4]
Il testo
La forma narrativa è quella delle filastrocche, basata sull'alternarsi di immagini e situazioni agresti con scenari di guerra, dove amore e disamore si annullano reciprocamente.[5]
Il gioco della carta da girare è riferita ai tarocchi e la tiritera (volta la carta) è tratta da un'antica rima popolare genovese:
«Vortâ a carta e se vedde a Morte A Morte a scùre a génte vortâ a carta e no se vedde ciù nìnte.»
Da un'altra filastrocca tradizionale vengono estrapolati alcuni altri versi con rispettive immagini di carte: La donnina che semina il grano, volta la carta e si vede il villano.
Nell'ultima strofa si fa riferimento alla filastrocca di Madama Dorè e alla canzone tradizionale del TrentinoOi Angiolina bell'Angiolina. De André e Bubola, nel finale, mescolano i vari elementi, per cui Angiolina si innamora di un carabiniere (come Gina Lollobrigida in Pane, amore e fantasia) e di un ragazzo straniero, e alla fine si abbandona alle illusioni e ai desideri:
«Ritaglia i giornali si veste da sposa, canta vittoria chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.»