Nel dopoguerra l'assegnazione del disco d'oro venne ufficializzata e si diffuse anche all'estero, diventando un attestato dell'industria discografica.
Negli anni successivi, con l'espandersi del mercato, furono creati altri premi come il disco di platino per i dieci milioni di copie e il disco d'argento per le 500 000 copie.
Nel decennio successivo vari altri artisti italiani otterranno il disco d'oro vendendo un milione di copie, come Rita Pavone[4] e Bobby Solo che, vendendo due milioni di dischi con Una lacrima sul viso, ne otterrà addirittura due[5].
Nel corso degli anni, il numero di copie minimo necessario al conferimento del disco d'oro è stato rivisto verso il basso, a causa di una fruizione della musica sempre meno legata al supporto fisico, ed è diverso da nazione a nazione. In Italia è sceso nel 1975 da un milione di copie a cinquecentomila copie per i singoli e trecentomila per gli album[8] e nell'autunno del 1982 rispettivamente da cinquecentomila a trecentomila e da trecentomila a duecentocinquantamila[9]; dal 2014, la soglia per il disco d'oro per gli album è pari a 25 000 copie, mentre per i singoli, dal 2020, è stata fissata a 35 000 copie e dal 2022 è stata fissata a 50.000 copie[10].