La città di Palermo rimase a lungo priva di un'università. Sebbene nel Trecento l'amministrazione di Palermo avesse infatti richiesto al sovrano Federico III d'Aragona il permesso di creare un'università finalizzata allo studio di diritto e medicina, il re rifiutò[6]. Nel corso del Quattrocento sorsero lo Studio francescano e lo Studio generale, i quali permettevano di conseguire la laurea soltanto in altre università[6].
Nel 1550, i due Studi furono sopraffatti dalla nascita del collegio massimo dei Gesuiti, che rilasciò lauree in filosofia[6] e teologia[7] e conquistò in breve tempo un ruolo egemone nell'istruzione cittadina. Il collegio gesuitico cessò la propria attività nel novembre 1767, con l'espulsione dei gesuiti dai Regni di Napoli e di Sicilia.[8]
Il 5 novembre 1779 sorse a Palermo, negli stessi locali del precedente collegio massimo dei Gesuiti, la Regia accademia degli studi san Ferdinando[9][10], la quale rilasciava lauree unicamente in filosofia e teologia, pur essendo dotata di quattro facoltà (giurisprudenza, teologia, filosofia e medicina)[11] e venti cattedre. Nel 1804, con il ritorno in Sicilia dei gesuiti, l'accademia dovette spostarsi presso l'ex convento dei Teatini in via Maqueda.
Nell'agosto del 1805Ferdinando III di Borbone decise di riconoscere all'Accademia panormita degli studi il titolo di università, e i corsi cominciarono il 12 gennaio 1806[12]. Il governo borbonico cercò di ampliare l'ateneo istituendo nuove cattedre, ma la scarsità di risorse inizialmente non permise l'impiego di docenti forestieri.
Primi decenni
Nel decennio 1826-1835, l'ateneo raggiunse un massimo di 784 iscritti, mentre nel 1859 si superarono per la prima volta i mille iscritti, dei quali solo il 25% proveniva da Palermo, il restante proveniva da fuori i confini della provincia[senza fonte]. Giurisprudenza divenne facoltà autonoma nel 1841[11]. Nel 1848 l'università fu temporaneamente chiusa a causa della rivoluzione siciliana[13], mentre con l'arrivo di Garibaldi, nel 1860, fu soppressa la facoltà di teologia[12] e contemporaneamente venne istituita la scuola per ingegneri ed architetti[14].
Fine Ottocento
Dal 1876 fu concessa l'iscrizione alle donne anche se nei primi anni costituivano una percentuale bassissima (sedici iscritte) e tutte al corso di ostetricia. La presenza femminile divenne continua solo alla fine del secolo. Il numero di studenti che conseguirono la laurea era esiguo, inferiore ai duecento annui e si mantenne tale sino al 1909[senza fonte]. Di rilievo nazionale a cavallo dei due secoli fu la scuola romanistica[15].
Nel 1936, Emilio Segrè fondò e diresse il laboratorio di fisica sperimentale, cercando di trasformarlo in un moderno centro di ricerca.[18] Un anno dopo, lo stesso Emilio Segrè assieme a Carlo Perrier scoprirono in questo laboratorio il tecnezio, individuandolo in un campione di molibdeno inviato loro da Ernest Lawrence.
Durante la seconda guerra mondiale le iscrizioni aumentarono in maniera esponenziale, soprattutto quelle delle donne con aumenti anche del 60% annui. Al termine della guerra si superarono i 10.000 iscritti, dei quali quasi il 30% erano donne[senza fonte].
Il dopoguerra
Dagli anni cinquanta l'aumento degli iscritti divenne costante, diverse facoltà traslocarono dalla sede centrale e il rettorato fu trasferito a palazzo Steri. Il boom di iscrizioni avvenne dopo il 1963. Il numero di iscritti passò infatti da 19 000 unità nel 1965 fino a superare la quota di 30 000 iscritti nel 1969. In questo periodo le nuove facoltà cominciarono ad avere molti iscritti e le facoltà di giurisprudenza e medicina persero il loro ruolo predominante. Per far fronte a questa crescita[19], l'università ampliò le proprie strutture acquistando quaranta ettari della tenuta del parco d'Orléans per costruirvi il nuovo campus universitario[20]. I lavori di costruzione del nuovo campus ebbero inizio negli anni sessanta ed in esso si concentrarono la maggior parte delle facoltà dell'ateneo[19].
Età contemporanea
Nel 1989 iniziarono all'interno del campus i lavori di costruzione di un complesso poli-didattico da affiancare agli edifici già presenti e da destinare alle facoltà. I lavori furono sospesi nel 1994 e ripresero nel 2003[21]. L'edificio fu inaugurato nel 2005 con una capienza di quattromila persone[19].
Nel 1992 vennero istituite le sedi distaccate dell'università a Caltanissetta[2], Cefalù, Enna, Marsala, e il polo didattico di Trapani, nato nel 1974 come consorzio universitario, con sede nel comune di Erice, nel 2007 divenuto polo territoriale universitario della provincia di Trapani, con sette corsi di laurea[3]. Nel 1994 si aggiunse il polo di Agrigento[1], con le facoltà di giurisprudenza, lettere e architettura.[22]
Oggi l'università di Palermo rappresenta uno degli atenei di riferimento per gli studenti residenti nella provincia di Palermo e nella Sicilia occidentale, nonché tra i più grandi a livello nazionale.
Le indagini sui cosiddetti "concorsi truccati" hanno coinvolto in varie occasioni diversi docenti dell'ateneo[23][24][25][26].
Struttura e sedi
Dipartimenti e scuole
I corsi di studio dell'università di Palermo sono organizzati dai seguenti dipartimenti[27]:
Architettura
Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata
Culture e Società
Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche
Fisica e Chimica
Giurisprudenza
Ingegneria
Matematica e Informatica
Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza
Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali
Scienze della Terra e del Mare
Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche
Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche
Scienze Politiche e delle relazioni internazionali
Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione
Scienze Umanistiche
Dal 31 dicembre 2019 l'unica scuola presente è quella di medicina e chirurgia[28]. Altre scuole, come la Politecnica sono state sciolte in favore dei dipartimenti.
La cittadella universitaria (o campus), il cui perimetro si estende lungo via Ernesto Basile, alla periferia sud della città, all'interno del parco d'Orleans, è attraversata per tutta la sua lunghezza da viale delle Scienze. Al suo interno hanno sede le facoltà di Agraria, architettura, economia, ingegneria, biologia, chimica, lettere e filosofia e scienze dell'educazione e della formazione. All'interno del campus è presente uno dei dormitori, una mensa, una banca, dei punti ristoro e di servizi, inoltre è presente il reattore nucleare di ricerca AGN-201 Costanza presso il dipartimento di ingegneria[29]. Sono presenti due aree verdi all’interno del campus.[19]
Via Archirafi
Presso il polo di via Archirafi ha sede la Scuola di scienze di base e applicate e i dipartimenti dell'area fisica, geologica, matematica-informatica, farmaceutica e naturalistica, nonché le strutture didattiche attivate dai relativi dipartimenti. Lungo la trasversale via Lincoln si accede all'orto botanico. L'intera struttura è composta da un susseguirsi di corpi bassi, uno per ogni dipartimento, dotati di piccole biblioteche ed aule lettura e in una delle traverse della via principale, si trova un laboratorio di informatica.
Il collegio san Rocco è la sede della facoltà di scienze politiche, situato all'interno di uno storico collegio cittadino a poca distanza dalla facoltà di giurisprudenza.[30]
Policlinico universitario
Il policlinico universitario "Paolo Giaccone" si trova nelle vicinanze del campus, l'area è adiacente all'ospedale Civico. Vi ha sede la facoltà di medicina e chirurgia, con aule sparse per i dipartimenti e i reparti ospedalieri e un edificio dedicato all'attività didattica denominato "aule nuove".[31]
Rettorato
Il rettorato ha sede presso palazzo Chiaramonte-Steri in piazza Marina.[32] Si tratta di un palazzo del XIII secolo restaurato, all'interno dell'edificio è presente un'area congressi. Il rettorato comprende anche alcuni edifici adiacenti quali palazzo Abatelli e le carceri dei Penitenziati (ex carceri dell'Inquisizione).[32]
Alloggi
Sono presenti in città i seguenti alloggi, affittati agli studenti[33]:
Santi Romano, il più grande, si trova all'interno del campus
Santissima Annunziata, situata in piazza Casa Professa, nelle vicinanze della facoltà di giurisprudenza
Schiavuzzo
Biblioteche
Il sistema bibliotecario dell'ateneo è articolato in cinque poli bibliotecari: medicina, scienze di base e applicate, scienze umane, giuridico economico e sociale e politecnico, oltre a quelli delle sedi di Agrigento e Trapani.
Musei
Il sistema museale dell'Università di Palermo è composto dai seguenti musei:[34]
In un'area adiacente al campus sono presenti le seguenti infrastrutture sportive del CUS Palermo: un palazzetto dello sport coperto, uno stadio d'atletica con pista da 400 metri, una piscina olimpionica[35][36] semicoperta, campi da tennis, campi da calcio a 5 e una palestra.[37]
Poli didattici
Polo territoriale universitario di Trapani (Lungomare Dante Alighieri 2 - Casa Santa Erice)
Polo territoriale universitario di Agrigento (Via Ugo La Malfa 1)
Pubblicazioni
L'ateneo pubblica la rivista Mediterranea – ricerche storiche[38].
Casa editrice
A maggio 2017[39], è stata fondata la casa editrice Palermo University Press[40][41].
Dal momento della sua fondazione, avvenuta nel 1806, numerosi rettori si sono succeduti alla guida dell'ateneo. Il primo, quando ancora l'Università non era stata riconosciuta e si chiamava Regia accademia degli studi san Ferdinando, fu Gabriele Castelli. Col periodo del Regno delle Due Sicilie fu Raimondo Palermo il primo docente con incarichi di direzione dell'istituto, poi furono Filippo Casoria e Salvatore Cacopardo a reggere l'Università col nuovo governo del Regno d'Italia. Con Giovanni Baviera si registrò il passaggio alla Repubblica Italiana.
^La Storia dell'Università di Palermo, su tutored.me, 19 agosto 2018. URL consultato il 19 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2018).
^ Guglielmo Benfratello, La Facoltà di Ingegneria di Palermo (PDF), in Vito Cardone e Francesco Paolo La Mantia (a cura di), La storia dell'ingegneria e degli studi di ingegneria a Palermo e in Italia, Palermo, 27 gennaio 2006, Quaderni della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria, n. 1, Fisciano, Cues, 2006, pp. 113-141, ISBN88-95028-03-1. URL consultato il 4 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2019).
^ Carmelo Schifani, La Facoltà di agraria di Palermo. Ricordi e riflessioni (PDF) (abstract), in Mediterranea. Ricerche storiche, n. 7, Palermo, agosto 2006, pp. 379-384, ISSN 1824-3010 (WC · ACNP). URL consultato il 3 giugno 2019.
^Segre, Emilio, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 21 agosto 2018.
^Rettori, su unipa.it. URL consultato il 17 luglio 2019.
Bibliografia
Giuseppe La Grutta, Profilo storico dell'Ateneo di Palermo nel quadro delle istituzioni di insegnamento superiore e della legislazione universitaria nazionale. Nota di presentazione del Rettore dell'Università di Palermo alla Guida dello studente dell'anno accademico 1980-81, Palermo, Università degli Studi di Palermo, 1980.
Armando Di Pasquale, Gli studenti dell'Università di Palermo dal 1797 al 1949, Palermo, 2001.
Leonello Paoloni, Storia politica dell'Università di Palermo dal 1860 al 1943, Palermo, Sellerio, 2005.
Orazio Cancila, Storia dell'Università di Palermo dalle origini al 1860, Roma-Bari, Laterza, 2006.
Paolo Viola, Oligarchie. Una storia orale dell'Università di Palermo, Roma, Donzelli, 2006.
Francesco Paolo La Mantia (a cura di), Contributi per una storia della Facoltà di Ingegneria di Palermo, vol. 1, Palermo, Edizioni Fotograf, 2006.
Francesco Paolo La Mantia (a cura di), Contributi per una storia della Facoltà di Ingegneria di Palermo, vol. 2, Palermo, Edizioni Fotograf, 2008.
Giovanni Cardamone, La Scuola di Architettura di Palermo nella Casa Martorana, presentazione di Marcella Aprile, prefazione di Mario Giorgianni, Palermo, Sellerio, 2012, ISBN978-88-389-2654-9.