Il nome antico inglese della runa, scritto sigel o siȝel (pronunciato /ˈsɪ jel/), è assai spesso spiegato come tutto ciò che resta di un'altra variante con tema -l- della parola "sole"[1], ma sono state proposte spiegazioni alternative[2].
Le rune sol e sigel sono identiche nella forma, una versione ruotata della sowilo tarda, con il tratto centrale crescente e gli altri due verticali. Il nome sigel/siȝel è fonologicamente /siːjel/ (da *sæwel), con la yogh solamente ortografica.
Il sole è la luce del mondo;
mi inchino al decreto divino.
Antico islandese ᛋ Sól er skýja skjöldr
ok skínandi röðull
ok ísa aldrtregi.
rota siklingr.
Il sole è lo scudo delle nuvole
ed un raggio scintillante
e il distruttore del ghiaccio.
Antico inglese ᛋ Sigel semannum symble biþ on hihte,
ðonne hi hine feriaþ ofer fisces beþ,
oþ hi brimhengest bringeþ to lande.
Il sole è sempre una gioia nelle speranze dei naviganti
quando viaggiano sopra il bagno dei pesci,
finché la corrente delle profondità li porta a terra.
Usi recenti
La forma della sigel/sol ispirò molto liberamente quella della runa sig dell'Armanen Fuþark di Guido von List, cambiando così il concetto associato ad essa da "sole" a "vittoria" (tedescoSieg) e stabilendo un ordine delle rune tale che alla sig seguisse la tyr (suggerendo così un riferimento a Sigtýr, ovvero Odino).
Le rune di List furono in seguito adottate e modificate da Karl Maria Wiligut, uno dei promotori del loro uso occulto da parte del Partito Nazista: la sig fu dunque ampiamente utilizzata nella letteratura e nella propaganda del Terzo Reich, ad esempio sulle insegne della Schutzstaffel (il responsabile di tale adozione fu Walter Heck)[4].
La runa sowilo è anche comunemente usata nel Neopaganesimo germanico, spesso senza implicazioni politiche.
^Karl Schneider, Die germanischen Runennamen (1956), pagina 98; R. W. V. Elliott, Runes: An Introduction (1981), pagina 56; Maureen Halsall, The Old English Rune poem: a critical edition (1981), pagina 133.