In questa pagina sono elencati i nomi dei vari reggenti che nei secoli (con vari titoli) ressero la Toscana ovvero ne tennero la "sovranità" de iure o de facto. In verità il territorio della Repubblica di Firenze, poi Ducato e Granducato di Toscana non avrebbe mai raggiunto l'estensione dei domini dei conti e margravi imperiali e non coincise mai con i confini storici del marchesato. Di conseguenza i sovrani qui elencati, dal basso medioevo in poi, non governarono mai un'entità territoriale sovrapponibile alla Toscana come la si intende oggi.
Marchesi o Margravi ("duchi") di Tuscia o Toscana, 797-1197
I Bosonidi erano parenti del re d'ItaliaUgo di Arles, che diede ad essi l'incarico dopo aver rimosso i discendenti del casato precedente. In questo periodo fu attivo anche il conte palatino per la Toscana Tegrimo I, capostipite dei Guidi.
Matilde, essendo senza eredi, adottò Guido Guerra, dei conti Guidi. Dopo la morte di Matilde, nessun marchese o vicario riuscirà più ad esercitare una reale autorità sull'intera Toscana, che risulta divisa in numerosi comuni autonomi.
figlio di Cosimo III; Fu il penultimo della dinastia De medici l’ultima fu sua sorella Anna Maria Luisa De Medici
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Diversi furono i progetti delle grandi potenze riguardo alla successione al trono di Toscana: inizialmente a Gian Gastone fu imposto come erede Don Carlo di Borbone, duca di Parma e figlio cadetto del re Filippo V di Spagna; successivamente si decise che Don Carlo sarebbe diventato re di Napoli e che la Toscana sarebbe andata a Francesco Stefano di Lorena, fidanzato di Maria Teresa d'Austria.
Gli accordi internazionali prevedevano di tener separato il trono toscano da quello austriaco, facendo passare il primo al secondogenito. Quando Pietro Leopoldo diventò però inaspettatamente imperatore, replicò il principio sui suoi figli.
figlio di Ludovico; regnò sotto la reggenza della madre Maria Luisa di Borbone-Spagna; il suo principato, pur creato da Napoleone, fu abolito dagli stessi francesi in favore dell'annessione diretta.
Commento: Non mi risulta che nessun componente della famiglia Bonaparto abbia mai svolto il ruolo di "sovrano" della Toscana (e questa voce si intitola "Sovrani di Toscana"), anche se ho letto che a Elisa Baciocchi fosse attribuito il titolo onorifico di "granduchessa"
Principessa di Lucca e Piombino; il fratello le affidò il governo dei tre dipartimenti toscani annessi all'Impero con il titolo formale di Granduchessa
Nel periodo tra la fuga di Leopoldo II e l'invasione austriaca della Toscana, lo stato fu retto da un governo provvisorio, che in un primo tempo proclamò la Repubblica.
Il 27 aprile 1859, allo scoppio della Seconda guerra d'indipendenza italiana, con la popolazione che rumoreggiava e le truppe che davano segni di insubordinazione, Leopoldo II lasciò Firenze, trovando rifugio presso la corte di Vienna. Quello stesso giorno, il Municipio di Firenze, constatata l'assenza di disposizioni lasciate dal sovrano, nominò un governo provvisorio, che resse le sorti dello stato fino all'annessione al Regno di Sardegna l'anno seguente. Leopoldo abdicò ufficialmente solo il 21 luglio, e da quel momento suo figlio fu formalmente Granduca anche se non viveva a Firenze e non fu mai incoronato veramente. Il plebiscito, che si tenne l'11 marzo ed il 12 marzo 1860, pose fine al Granducato di Toscana. Ferdinando IV fu comunque ancora riconosciuto come legittimo Granduca dall'Impero austriaco, dalla Francia e da numerosi Stati europei. Forte di ciò, Ferdinando organizzò un partito filo-autonomista e antiunitario, che avrebbe dovuto permettergli di rientrare nel proprio Stato. Con la Terza Guerra d'Indipendenza (1866), l'Austria, la Francia e gli altri Stati europei riconobbero formalmente il Regno d'Italia e ciò tolse ogni possibilità a Ferdinando di riprendere possesso del granducato.
Note
^H. Keller, La Marca di Tuscia fino all'anno Mille, pp. 127-128.
Hagen Keller, La Marca di Tuscia fino all'anno mille, 5. congresso internazionale di studi sull'alto medioevo, Lucca 3-7 ottobre 1971 Atti del convegno, Spoleto, Centro ital. di studi sull'alto medioevo, 1973, OCLC174290942.