Situato ad un'altitudine di circa 700 m s.l.m.[1] sulle rive del fiume Steinach che sfocia nel poco distante Lago di Costanza, il centro abitato si sviluppa nella vallata compresa fra due sistemi collinari, il Rosenberg a nord e il Freudenberg a sud. La vallata è delimitata a sud-ovest dalla stretta gola del fiume Sitter, a nord-est il fiume Steinach scorre in uscita dalla città verso il lago di Costanza.
In passato la città si sviluppava lungo il fiume che dal 1867 al 1911[2] venne progressivamente canalizzato e ora scorre sotto il territorio cittadino.
Storia
La leggenda vuole che le origini risalgano ad un eremo fondato nel 612 dall'irlandese san Gallo, che era uno dei 12 monaci scoti che accompagnarono nell'Europa continentale San Colombano. San Gallo si stabilì sulle rive della Steinach nei pressi di Arbon, per vivere come eremita.
La fondazione della comunità monastica, risalente al 719 è attribuita al monaco benedettino alemanno San Otmaro, che trasformò la piccola comunità venutasi a creare in una comunità organizzata erigendo un'abbazia che porta il nome del santo; a partire dal 747 la comunità adottò la Regola benedettina sotto la quale rimase fino al 1805. Secondo la leggenda, le spoglie di san Gallo e di sant'Otmaro si trovano sotto la Cattedrale di San Gallo; entrambi sono i protettori della città e della diocesi.
L'abbazia, nonostante l'ostilità del vescovado di Costanza, divenne uno dei più importanti centri di cultura e di potere dell'Europa e possedeva una splendida biblioteca ancor oggi visitabile. Nel 920 la sua scuola contava 300 allievi e i suoi domini comprendevano circa 48000 ha di territorio. Nel 1026 l'abate Ulrico II ricevette il titolo di principe dell'Impero, formando un suo Principato che durò fino al 1808.
Attorno all'abbazia si formò la città che, nel corso del tempo, si ingrandì e si trovò in contrapposizione con il potere politico ed ecclesiastico del monastero. Nel 1526 l'umanista e sindaco della città Joachim von Watt introdusse la Riforma protestante; la città scelse la Confessione Luterana. I contrasti del periodo portarono all'edificazione di una porta cittadina accessibile direttamente dal monastero e intitolata a Carlo Borromeo, vescovo di Milano, perché la sua uscita dalla città segnò la vittoria della parte riformata.
La prosperità della città inizia in contemporanea con la riforma, una florida industria tessile produce del lino di ottima qualità che viene esportato in tutta Europa; la produzione di tela entra in crisi tra il XVII e il XVIII secolo, ma contemporaneamente fiorisce l'industria del ricamo.
Alleata dei riformati alla Confederazione Svizzera, dal 1648, perso il voto alla Dieta imperiale, è distaccata dagli stati dell'impero, finché nel 1798 entra a far parte della Repubblica Elvetica e l'anno dopo ricostituito come principato.
Nel 1803 si formò il Cantone di San Gallo che poi abolì il Principato.
L'abbazia nel 1836 diventò la sede del Vicariato ecclesiastico e nel 1846 fu elevata a Cattedrale e sede dell'attuale Vescovato.
Ultimi principi-abati
Leodegardo Bürgisser 1696-1717
Giuseppe von Rudolphi 1717-1740
Celestino II Gugger von Staudach -1740-1767
Beda Angehrn 1767-1796
Pancrazio Vorster 1796-1799
Nel 1918 la città ha inglobato i comuni soppressi di Straubenzell e Tablat.
Il Museo tessile ospita ricami e merletti della Svizzera orientale e recenti creazioni di alta moda. È in stile classicheggiante, come pure il Museo d'arte. Il nuovo Padiglione d'arte, che ha per slogan "laboratorio del presente", si dedica alla scoperta e alla presentazione di artisti contemporanei.
L'Università di San Gallo, ritenuta un'opera d'arte collettiva di architettura e di pittura, ospita opere di Hans Arp, Joan Miró e Gerard Richter. Presso l'ateneo, si tiene ogni anno il Simposio di San Gallo, precedentemente conosciuto con i nomi di International Management Symposium e ISC-Symposium.
Ci sono in città 111 bovindi, oltre a numerose fontane e sculture, come The Trunk di Richard Serra, la Fontana del giocoliere di Max Oerli o la Botte di Roman Signer, esempi di arte contemporanea in luoghi pubblici.
Geografia antropica
Urbanistica
Il boom dei pizzi, alla fine del XIX secolo, stimolò l'architettura, con la costruzione di ville e musei in stile liberty. Sussistono tuttavia anche edifici moderni come la "Conchiglia" di Santiago Calatrava, l'imponente costruzione di Herzog & de Meuron sul Rosenberg o le opere di Heinz Tesar.
L'intero complesso abbaziale con cattedrale barocca (1755-1767) e antichi edifici dell'abbazia sono stati decretati dall'UNESCO Patrimonio culturale dell'Umanità. Di particolare interesse la biblioteca abbaziale: la sala, alta più di due piani, è in stile rococò.
Infrastrutture e trasporti
La città di San Gallo venne collegata per la prima volta a una linea ferroviaria nel 1856, con l'apertura della linea San Gallo Winkeln-San Gallo delle Sankt Gallisch-Appenzellische Eisenbahn.
Il numero di abitanti della città di San Gallo, che nel 1799 ammontava a circa 8 000 persone,[6] aumentò lentamente fin verso la metà del XIX secolo; in seguito vi fu un'accelerazione della crescita (quasi 38 000 persone nel 1910, senza contare Straubenzell e Tablat). La popolazione, composta attorno al 1800 ancora prevalentemente da cittadini riformati, divenne più eterogenea in termini di provenienza e confessione; nel 1910 la quota degli stranieri era del 31% (di cui due terzi tedeschi). Dopo l'aggregazione del 1918 gli abitanti del comune passarono a ben 69 000, valore che però scese del 10% entro il 1941 in seguito alla crisi economica e a partenze (specialmente di giovani e stranieri). Grazie all'immigrazione di persone provenienti in maggioranza dall'Europa meridionale, nel 1970 la popolazione raggiunse il suo massimo storico (quasi 81 000 persone), ma poiché in seguito molti si trasferirono nei comuni dell'agglomerato, la popolazione scese nuovamente e agli inizi del XXI secolo si aggirava attorno alle 70 000 persone. Nel 2005 gli stranieri rappresentavano circa il 27% della popolazione (di cui un terzo proveniente dall'ex Iugoslavia).
Al 1º dicembre 2019 San Gallo aveva una popolazione di 76 090 abitanti, circa il 31,4% dei quali cittadini stranieri.[7]
Lingue
In base al censimento svizzero del 2000, la maggioranza assoluta della popolazione parla come prima lingua il tedesco (83,0%), mentre la lingua italiana è la seconda più diffusa (3,7%) e il serbo-croato è la terza (3,7%).[8]
Consistenza demografica a San Gallo per gruppo linguistico e religione[6]
^(DE) Der Steinachstollen (PDF), su stadt.sg.ch. URL consultato il 5 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2017).
^Fahrplan 2024 (PDF), su appenzellerbahnen.ch (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2024).
^Aeschlimann, Jürg; Waldburger, Hans (2003). Strassenbahn St. Gallen–Speicher–Trogen; Die Trogenerbahn (in tedesco). Leissigen: Prellbock Druck & Verlag. ISBN 3-907579-24-0.