Il film, distribuito nelle sale italiane a partire dal 1º marzo 1952, è tra le opere più rappresentative del neorealismo e si basa su un fatto di cronaca avvenuto a Roma nel 1951. Alla pellicola parteciparono anche tre ragazze coinvolte nella tragedia. Nello stesso anno il regista Augusto Genina realizzò un film intitolato Tre storie proibite, ispirato allo stesso incidente.
Trama
In seguito ad un annuncio di lavoro pubblicato su un giornale, duecento ragazze si presentano ad un indirizzo in via Savoia a Roma per ottenere un posto di lavoro di dattilografa presso lo studio di un ragioniere. In un'Italia esasperata dalla disoccupazione in genere, ma ancor più da una impossibilità per le donne di trovare lavoro, rispondono all'annuncio le più disparate giovani: nobili decadute, donne con il marito disoccupato, gestanti non sposate, prostitute che cercano di cambiar vita, figlie di benestanti cui la pensione non basta per sopravvivere.
Accalcatesi sulle rampe delle scale dell'immobile, si scambiano impressioni e accennano alle loro vite, spesso fatte di miseria ed espedienti per campare. Un furibondo litigio per la priorità in fila trasforma l'attesa in tragedia: la ringhiera cede, distruggendo ad uno ad uno i gradini e facendo precipitare le donne, alcune delle quali rimangono seriamente ferite; una delle ragazze più giovani, Cornelia Riva[2], morirà in seguito alle lesioni riportate.
Le ragazze ferite vengono portate in ospedale, dove realizzano un'amara scoperta: i medici pretendono il pagamento della retta giornaliera di 2300 Lire. Molte di loro sono costrette a ricoverarsi a casa perché impossibilitate a pagare.
Produzione
Il film è ambientato a Roma in largo Circense 37, mentre in realtà il crollo avvenne in via Savoia 31, nel quartiere Salario, il 15 gennaio 1951. La piazzetta con il palazzo fu interamente ricostruita in studio dal famoso scenografo francese Léon Barsacq[3].
La colonna sonora comprende alcuni brani eseguiti con il Theremin.