Arrestato nel 1974 ed evaso l'anno dopo, fu latitante per un breve periodo e poi nuovamente arrestato e condannato a 28 anni di reclusione per i reati di concorso morale in omicidio (in relazione all'attacco alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova cui non partecipò ma del quale fu ispiratore e scrisse il proclama di rivendicazione), costituzione di associazione sovversiva e altre imputazioni. Pur mai dissociato, ha dichiarato la fine della lotta delle BR e ha criticato alcune scelte dell'organizzazione.
Curcio nasce a Monterotondo, in provincia di Roma, il 23 settembre 1941. La madre, Jolanda Curcio, era una ragazza-madre originaria di Orsara di Puglia (FG), stabilitasi per lavoro nella provincia romana, dove intrattenne una relazione clandestina con il romano Renato Zampa, fratello del celebre regista cinematografico Luigi Zampa, che la abbandonò a seguito della scoperta della gravidanza della giovane. I primi anni della sua vita sono molto difficili, sia per le difficoltà scolastiche, sia per la precarietà dei lavori della madre. Fino ai 10 anni d'età vive nel paese natìo della madre, con la famiglia materna, di religione valdese. In seguito lo zio Luigi Zampa si farà carico di provvedere ai suoi bisogni.
Nella sua autobiografia, A viso aperto, racconta che la morte dello zio materno Armando (da non confondere con l'omonimo editore Armando Curcio), operaio della FIAT, ucciso la sera della Liberazione, di ritorno da Torino, da un gruppo di nazisti, lo segna profondamente, dal punto di vista affettivo ma non da quello politico: rispondendo alla domanda di Mario Scialoja se l'immagine della morte dello zio avesse contato molto per lui, Curcio rispose "Moltissimo dal punto di vista umano e affettivo. Sul piano politico non direi. Per tanti anni non ho attribuito nessuna valenza politica al dolore di quel ricordo. Solo molto più tardi quando ero già a Trento, ho scoperto il significato della morte di zio Armando".[8] Il suo primo "nome di battaglia" da brigatista fu proprio "Armando".
Dopo le scuole elementari, viene iscritto al collegio cattolico "Don Bosco" di Centocelle, a Roma, dove viene bocciato. Dopo questo insuccesso scolastico viene mandato a Imperia e affidato a una nuova famiglia di amici della madre.[9] Finita la scuola di avviamento, a quindici anni, il padre gli trova un posto come ascensorista all'Hotel Cavalieri di Milano. Dopo un anno di lavoro come ascensorista, si ricongiunge alla madre, che nel frattempo ha rilevato una pensione a Sanremo. S'iscrive e poi si diploma come perito chimico all'istituto tecnico industriale "Contardo Ferrini" di Albenga.
Primi approcci politici (1961-1964)
I suoi primi approcci politici vanno in direzione dell'estrema destra, secondo quanto contenuto in alcuni opuscoli riconducibili a quest'area.[10][11] Ad Albenga milita dapprima nel gruppo "Giovane nazione", quindi in "Giovane Europa", due piccole organizzazioni che riprendono le tesi nazional-socialiste di Jean Thiriart.[12] Curcio viene anche citato come capo della sezione di Albenga e celebrato il suo zelo militante nella rivista Giovane Nazione:[13] bisogna notare, tuttavia, che nell'autunno 1963 Curcio già frequenta l'Università di Trento - città in cui si è trasferito nel giugno 1962 dopo un anno trascorso a Genova - e i suoi studenti. Curcio non ha mai fatto riferimento a questa sua militanza nell'estrema destra, affermando anzi di aver cominciato a occuparsi di politica quando era già all'Università di Trento, "e neanche subito".[14]
Dopo un anno trascorso in condizioni precarie a Genova, dove vive di piccoli espedienti, nel 1963 si iscrive all'Istituto Superiore di Scienze Sociali (poi Università) di Trento, al corso di laurea in sociologia. Lì le cronache raccontano che, tra i vari corsi, Curcio seguisse con particolare interesse le lezioni di un allora giovanissimo Romano Prodi[15], all'epoca assistente universitario del professor Beniamino Andreatta. A Trento, intorno al 1964, lavora come portaborse del vicesindaco di Trento Iginio Lorenzi, socialista, scomparso nel 2004. Viene poi coinvolto dalla mobilitazione studentesca, che a Trento inizia prima di altrove con l'occupazione dell'università. Nel 1965 entra a far parte del G.D.I.U.T., il gruppo trentino dell'Intesa Universitaria, fondato da Marco Boato, in cui si ritrovavano giovani di ispirazione cristiana, ma politicamente laici. In tale contesto conosce Margherita Cagol, studentessa cattolica che sarà la sua compagna fino alla morte di lei. Matura il proprio credo ideologico all'interno delle lotte universitarie e aderisce ad alcuni piccoli gruppi d'estrema sinistra.
Per un certo periodo condivide l'abitazione con Mauro Rostagno, soprannominato il "Che" di Trento, che sarà uno dei fondatori di Lotta Continua (Curcio sarà chiamato negli anni 2000 a testimoniare anche nel processo per l'omicidio di Rostagno per mano della mafia siciliana). Nel 1967 forma un gruppo di studio denominato Università Negativa, in cui viene svolto un lavoro di formazione teorica con una rilettura di testi ignorati dai corsi universitari tra i quali Mao Zedong, Herbert Marcuse, Che Guevara, Raniero Panzieri, Amílcar Cabral. Entra a far parte della redazione della rivista Lavoro Politico, d'ispirazione marxista-leninista: dai suoi articoli traspare una critica verso il "filocastrismo" e verso l'avventurismo di chi arrivava a proporre azioni armate in Italia; come si legge testualmente in chi queste azioni proponeva[non chiaro] "è solo un piccolo borghese in cerca di emozioni e non un vero rivoluzionario", poiché la presa del potere da parte del proletariato è un processo lungo che non può essere ridotto alla sola parola d'ordine della guerriglia. Pur avendo completato tutti gli esami, fa la scelta "politica" di non laurearsi. Il 1º agosto 1969 sposa Margherita Cagol, nel santuario di San Romedio in Val di Non, con rito misto cattolico-valdese.[16]
La lotta armata e le Brigate Rosse (1969-1973)
L'8 settembre 1969 Curcio, Cagol e altri fondano il Collettivo Politico Metropolitano (CPM): è questo il periodo in cui vengono introdotti nelle fabbriche e in cui conoscono i giovani che faranno parte delle future Brigate Rosse. Nel clima dell'"Autunno caldo", nel novembre 1969, Curcio partecipa al convegno di Chiavari.
Stando a quanto riportato da Giorgio Galli,[17] all'Hotel Stella Maris di Chiavari, di proprietà di un istituto religioso, si riuniscono una settantina di appartenenti al Collettivo Politico Metropolitano di Milano. Tra di loro ci sono molti di coloro che - nell'anno successivo - fondano le Brigate Rosse. Secondo Curcio «quando il movimento trovò la "strada sbarrata", di fronte all'alternativa se "vivere o no in democrazia tutelata" alcuni come lui "dissero no". E nacque la lotta armata, quasi per necessità.»[18]
Nella sua relazione a Chiavari, Curcio cita un noto rivoluzionario brasiliano, Marcelo de Andrade, il quale asseriva che "Ogni alternativa proletaria al potere è - fin dall'inizio - politico-militare, nel senso che la lotta armata cittadina costituisce la via principale alla lotta di classe". Dunque, in questa occasione, Curcio si mostra favorevole alla presa delle armi da parte dell'avanguardia proletaria. Ma la sua posizione e quella di qualche altro oratore rimane, al momento, minoritaria. Il CPM, però, si trasforma in un gruppo più centralizzato, Sinistra Proletaria, che stampa anche due numeri di una rivista. Le posizioni di molti di coloro che avevano rifiutato la lotta armata cominciano a mutare con la strage di piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre dello stesso 1969.
Nel settembre 1970 si tiene il Convegno di Pecorile, con il quale termina l'esperienza di Sinistra Proletaria: alcuni, tra cui Curcio, Cagol, Alberto Franceschini, decidono di passare alla lotta armata. Il 17 settembre 1970 si ha la prima azione politico-militare firmata "Brigate Rosse": viene incendiata l'automobile di un dirigente della Sit Siemens, Giuseppe Leoni nel quartiere Lorenteggio di Milano. Sui volantini distribuiti si legge che quello era l'esempio da dare ai crumiri e ai "dirigenti-bastardi". Sit-Siemens, Pirelli, Alfa Romeo: queste sono le prime industrie ove si insedia il partito armato.
Da questo momento la storia di Curcio coincide con quella delle Brigate Rosse, anche se la sua partecipazione alle azioni, inizialmente attentati incendiari ai danni di automobili di dirigenti di fabbrica e di avversari politici, è nei primi tempi molto limitata. Curcio, infatti, si connota come "ideologo" dell'organizzazione e si occupa principalmente della stesura di documenti e dell'elaborazione teorica dell'organizzazione. Nell'estate del 1972, dopo una prima ondata di arresti, si trasferisce con sua moglie Margherita a Torino, dove fondano una nuova colonna dell'organizzazione e passano alla clandestinità completa.
L'arresto e la carcerazione (1974-1998)
Curcio fa parte del primo Comitato esecutivo dell'organizzazione costituito nel 1972, insieme ad Alberto Franceschini, Mario Moretti e Piero Morlacchi. Tra le azioni rivendicate dalle BR l'omicidio di Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, militanti del Movimento Sociale Italiano il 17 giugno 1974, uccisi nella sede del MSI in via Zabarella a Padova. Curcio, condannato come mandante di quegli omicidi, scrisse il volantino di rivendicazione insieme agli altri dirigenti delle BR non senza titubanza, specificando come l'evento non fosse stato pianificato dall'organizzazione.
Silvano Girotto, che fu per ragioni ideologiche il principale artefice del primo arresto di Curcio, interrogato il 26 settembre 1974 da Gian Carlo Caselli riferisce alcune parole di Curcio relative alla pratica di lotta armata, dove specificava che "bisognava anche sapere che, se necessario, le BR uccidevano". Circa vent'anni dopo il fatto invece (nel 1993), il duplice omicidio viene ricordato da Curcio nella sua autobiografia/intervista con Mario Scialoja come un "incidente di percorso, un episodio non voluto". Curcio parla apertamente di "disastro politico" e di "errore grave", in quanto l'azione dei militanti padovani compromise l'immagine delle BR.
«L'azione non aveva niente a che vedere con ciò che le BR stavano facendo. Non vedevamo nei fascisti un reale pericolo. Mi preoccupai moltissimo. C'era il rischio di stravolgere l'immagine delle BR, riducendola a quella di un gruppo di scalmanati che davano ordine di andare ad ammazzare la gente nelle sedi missine.[20]»
8 settembre 1974, l'arresto di Renato Curcio a Pinerolo: a sinistra, Curcio alla guida della Fiat 128 mentre Alberto Franceschini (l'uomo con i baffi fuori dall'auto) è bloccato dai carabinieri in borghese del Nucleo Speciale Antiterrorismo; a destra, primo piano di Curcio fotografato al momento dell'arresto.
Senza curarsi del fatto che dopo quegli omicidi le BR avevano emesso un volantino di rivendicazione di cui lui stesso era stato ritenuto autore, Curcio nell'intervista spiega che a quel tempo l'eventualità che l'organizzazione commettesse degli omicidi e ne subisse era un principio accettato nella logica della pratica rivoluzionaria, ma afferma che "uccidere consapevolmente in quel periodo lo escludevo: ritenevo che per il nostro tipo di organizzazione sarebbe stato un passo controproducente e negativo". Risulta però chiaro che susseguentemente al duplice omicidio, Curcio e il direttorio BR agiscono con il fine di professionalizzare la preparazione militare dei brigatisti. Infatti, attraverso il dottor Enrico Levati e l'avvocato Giambattista Lazagna, giungono in contatto con Silvano Girotto detto "Frate Mitra" che, d'accordo con i carabinieri del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, cercava il contatto con le BR e queste, affascinate dalla sua fama di frate guerrigliero gli propongono di divenire loro addestratore militare.
Rispondendo alle domande della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo, Girotto ricorda le parole dei brigatisti nel corso dei tre incontri succedutisi tra luglio e settembre 1974. «Moretti disse: "Siamo così carichi di odio che le nostre pistole sparano da sole". E Curcio aggiunse: "Sì, però per il momento ci spariamo sui piedi, abbiamo bisogno di lui"».[21] L'8 settembre 1974, data fissata per il terzo incontro con Silvano Girotto, Renato Curcio e Franceschini vengono arrestati a Pinerolo mentre a bordo di una Fiat 128 si recano al luogo convenuto per l'incontro. Mario Moretti, secondo Girotto, fu misteriosamente avvisato da qualcuno di non presentarsi, e scampò all'arresto.[22] Nel 2002, in procinto di partire come volontario con la sua compagna in una missione cattolica al servizio dei poveri in Etiopia, Girotto volle riprendere contatto con coloro che aveva fatto arrestare e che erano ormai liberi dopo aver scontato pesanti condanne. L'incontro fu reso possibile da suor Teresilla Barillà. Renato Curcio, pur non manifestando rancore, declinò l'invito, mentre Alberto Franceschini accettò l'incontro, stabilendo con lui un rapporto amichevole.[22]
Evasione e nuovo arresto
Come conseguenza di un'azione diretta e guidata da Margherita Cagol, Curcio evade dal carcere il 18 febbraio 1975 e rientra nelle Brigate Rosse, dove però ormai le sue posizioni sono marginali. Sua moglie Margherita Cagol, conosciuta con il "nome di battaglia" di "Mara", viene uccisa in un conflitto a fuoco con i Carabinieri nel giugno del 1975, in cui rimane ucciso anche l'appuntato Giovanni D'Alfonso e ferito gravemente il tenente Umberto Rocca, durante la liberazione dell'industriale Gancia, sequestrato a scopo di autofinanziamento del gruppo. Curcio redigerà un comunicato celebrativo della memoria della moglie:
«È caduta combattendo Margherita Cagol, "Mara", dirigente comunista e membro del Comitato esecutivo delle Brigate Rosse. La sua vita e la sua morte sono un esempio che nessun combattente per la libertà potrà più dimenticare. (...) Comandante politico-militare di colonna, "Mara" ha saputo guidare vittoriosamente alcune tra le più importanti operazioni dell’organizzazione. Valga per tutte la liberazione di un nostro compagno dal carcere di Casale Monferrato.[Lo stesso Curcio, NDR] Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo impararne la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo! (...) Che mille braccia si protendano per raccogliere il suo fucile! Noi come ultimo saluto le diciamo: "Mara" un fiore è sbocciato, e questo fiore di libertà le Brigate Rosse continueranno a coltivarlo fino alla vittoria! Lotta armata per il comunismo!»
Il 18 gennaio 1976 Curcio viene riarrestato insieme a Nadia Mantovani (nuova compagna di Curcio dopo la morte di "Mara") in un appartamento in Via Maderno a Milano. In A viso aperto racconta che i carabinieri non sapevano che lui, super-ricercato, fosse nel covo, e perciò tentò la fuga innescando una sparatoria in cui restò ferito a una spalla.
Con la morte di Margherita Cagol e la nuova carcerazione di Curcio e di Franceschini, la direzione del movimento passa in mano a esponenti della cosiddetta "ala militarista" con a capo Mario Moretti. Nel giugno del 1976 vengono uccisi il Procuratore Generale Francesco Coco e la sua scorta: si tratta del primo omicidio premeditato delle Brigate Rosse, anche se le prime due vittime delle BR erano state Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola.
Il 10 maggio 1978, il giorno dopo l'omicidio seguito al rapimento dell'onorevole Aldo Moro, alla caserma Lamarmora a Torino, dove si celebra il processo ad alcuni dei capi storici delle BR, Renato Curcio prende la parola e attraverso un comunicato, condiviso con altri imputati, celebra così la morte del presidente della D.C.: « [...] Ecco perché noi sosteniamo che l'atto di giustizia rivoluzionaria esercitato dalle Brigate Rosse nei confronti del criminale politico Aldo Moro, (...), è il più alto atto di umanità possibile per i proletari comunisti e rivoluzionari, in questa società divisa in classi».[23][24]
Curcio viene espulso dall'aula così come il coimputato Alberto Franceschini che cerca, subito dopo di lui, di ripetere le parole del comunicato, presto interrotto dall'intervento della forza pubblica. Curcio, che non ha mai sparato personalmente, viene condannato a trent'anni per associazione sovversiva, banda armata e come mandante dell'omicidio di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, venendo riconosciuto come autore del proclama delle BR rivendicante gli omicidi.
Egli, come Prospero Gallinari e Barbara Balzerani, non si è mai dissociato né pentito. Ha rivendicato tutte le azioni brigatiste fino alla metà degli anni ottanta, criticando però davanti ai giudici le sue vecchie scelte e dichiarando finita la lotta armata.[25] Nel 1987, infatti, con una lettera aperta firmata insieme a Mario Moretti e altri, dichiara chiusa l'esperienza delle Brigate Rosse, rilevandone l'inattualità, specie in riferimento agli ultimi gruppi brigatisti e neo-brigatisti da allora operanti, che vengono però disconosciuti da Curcio e dall'intero nucleo storico.[26] Passò un periodo al carcere di Pianosa, infine venne trasferito nel 1988 a Rebibbia, nell'area omogenea con altri ex terroristi reclusi, non più in regime di carcere duro.
Nel 1980 le edizioni Gammalibri pubblicano Fuori dai denti, il cui testo in origine circolava come ciclostile, scritto nel 1968 a due mani da Curcio e Mauro Rostagno (a quel tempo leader del Movimento Studentesco Antiautoritario trentino) rifacentisi all'esperienza comune di studenti presso la facoltà di sociologia dell'Università di Trento, con la prefazione di Giorgio Bocca e una postfazione di Aldo Ricci, un dissidente del Movimento Studentesco trentino[27].
Dibattito sulla grazia a Curcio (Cossiga, 1991)
Nell'agosto 1991, Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica, propone di concedere la grazia a Renato Curcio. È un atto inusuale perché Cossiga propone la grazia pubblicamente, condizionandola però al riconoscimento da parte delle forze politiche, e soprattutto del Governo e del Parlamento, di un valore politico più generale della stessa. Inizia un dibattito che vede coinvolto il mondo politico e la stampa[28][29].
Marco Pannella inserisce questa vicenda (settimo paragrafo del documento), nella sua denuncia nei confronti del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga per attentato alla Costituzione il 26 novembre 1991. Sotto accusa sono le modalità della proposta di grazia (non la possibilità della grazia in sé) e il presunto stravolgimento della prassi costituzionale consolidata[30].
La figlia di Giralucci, Silvia, scrive invece quanto segue allo stesso presidente Cossiga in una lettera pubblica: «La grazia è un'ingiustizia che ci offende, sia come familiari delle vittime del terrorismo, che come privati cittadini. Mia madre ed io avevamo già espresso parere negativo alla grazia [...] La nostra vita è stata profondamente segnata da quell'episodio, è una vita non completa, non normale. Perché dobbiamo concedere una vita normale a chi non ha permesso che la nostra fosse tale? Hanno stroncato e segnato irreversibilmente troppe vite per avere il diritto di godersi la loro. Constatatone il fallimento, vorrebbero, e lei con loro, considerare la loro esperienza storicamente sorpassata, ma il dolore mio e della mia famiglia non è ancora storia, è vita».
Il figlio di Giuseppe Mazzola, alla proposta di grazia a Curcio richiede la sospensione dello status di cittadinanza italiana suo, dei fratelli e della madre fino allo scadere del mandato presidenziale di Cossiga. Di fronte alla esplicita iniziativa del Presidente Cossiga sulla concessione della grazia a Renato Curcio, tra parecchie polemiche, il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti concorda, fatto che spinge il Ministro di Grazia e Giustizia, Claudio Martelli, a rivendicare le proprie prerogative in materia presentando infatti un ricorso per conflitto di attribuzione nei confronti della Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Consiglio. Il processo costituzionale fu poi dichiarato estinto (ord. n. 379 del 1991), senza che la Corte si esprimesse, in quanto lo stesso Ministro Martelli rinunciò al ricorso e, dall'altra parte, il Presidente Cossiga non tornò sull'argomento grazia a Curcio.
Nel 1990 fonda, insieme a Stefano Petrella e Nicola Valentino, la casa editrice Sensibili alle foglie, una cooperativa di cui è l'attuale direttore editoriale.
Anni recenti (1993-oggi)
Appena ottenuta la semilibertà 7 aprile 1993, l'allora direttore de Il Giorno, Paolo Liguori, gli offrì un posto da giornalista ma lui declinò l'offerta perché prematura.[32]
Nel 1993 e negli anni 2000 fu convocato a rendere la sua testimonianza nel processo per la morte del suo amico Mauro Rostagno, assassinato da Cosa nostra:
«In tanti cercheranno di dire che è morto perché la mafia lo ha ucciso, perché qualche spacciatore lo ha ucciso, perché qualche amante deluso lo ha ucciso. Ma niente di tutto ciò ci racconterà la storia di Mauro perché Mauro non è morto per nessuna di queste ragioni. E la ragione per cui è morto resterà inconfessabile, impossibile da raccontare.»
Nel 1994 la sua cooperativa pubblica l'importante Princesa, l'autobiografia di Fernanda Farias De Albuquerque[33] (scritta con l'ex brigatista Maurizio Iannelli conosciuto da lei in carcere), donna transgenderbrasiliana (suicida nel 2000) su cui Fabrizio De André scriverà una canzone (Prinçesa, dall'album Anime salve del 1996). La presentazione del libro al Torino GLBT Film Festival - Da Sodoma a Hollywood viene contrastata dai parenti delle vittime delle Brigate Rosse che protestano proprio contro la presenza di Curcio. Princesa, quindi, preferisce non presentarsi; alla prima presentazione del libro, invece, avvenuta a Genova all'Osteria della Lanterna dopo che il comune aveva negato la sala comunale precedentemente concessa per protesta contro Curcio (regolarmente autorizzato dal giudice di sorveglianza), partecipano sia il fondatore delle BR sia Fernanda, e il comune amico don Andrea Gallo, celebre prete di strada genovese.[33]
Renato Curcio fu scarcerato definitivamente nell'ottobre del 1998, quattro anni prima della scadenza della pena.[25] I giudici di sorveglianza motivarono così la scelta: «Anche se Curcio non ha mai rinnegato il proprio passato politico a tutti noto, ponendosi come una sorta di interlocutore verso le istituzioni, mirando alla ridefinizione culturale, storica e politica degli anni '60 - '80, è pur vero che la sua attività lavorativa, oggi rivolta soprattutto alla ricerca e comunque coinvolgente le relazioni umane, è sintomatica di una sincera rivisitazione e messa in discussione delle scelte precedentemente operate, e sfociate nei delitti che oggi sta espiando» e nel suo «impegno volto al sociale può cogliersi il ravvedimento che la legge prevede per il beneficio oggi richiesto»[25]. Curcio, inoltre, ha abbandonato il marxismo-leninismo, professandosi altresì un anarco-comunista[34].
Riguardo alle sue nuove attività Curcio ha detto: «Io parlo solo del mio lavoro di ricercatore, il resto non mi interessa. Non salgo in cattedra e non sono un cattivo maestro», rifiutando quasi sempre di commentare argomenti inerenti o correlati agli anni di piombo[35][36].
Curcio si è risposato nel 1995 con Maria Rita Prette detta "Marita" (un'ex terrorista condannata per banda armata e oggi scrittrice e ricercatrice sociale[37][38]), con rito religioso (essendosi riavvicinato nuovamente alla religione cristianavaldese[34]) e con lei ha avuto una figlia. Abita in un casolare a Carrù (in provincia di Cuneo)[39], e scrive e cura libri sul mondo del lavoro, sulla condizione carceraria e su tutte le istituzioni totali: in particolare sugli internati nei manicomi giudiziari (da una prospettiva antipsichiatrica), sui portatori di handicap, sugli stati alterati di coscienza nella reclusione[40], dal 2015, con la pubblicazione del saggio L'impero virtuale, si dedica all'impatto della rivoluzione digitale nei rapporti all'interno della società moderna, studio che ha poi approfondito ulteriormente con le successive pubblicazioni: L'egemonia digitale, La società artificiale e L'algoritmo sovrano; svolge inoltre l'attività di sociologo[41], il campo di studi per cui intraprese il percorso universitario concluso, a fine anni '60, senza tuttavia conseguirne la laurea per scelta politica[34].
Nel 2013, con altri ex brigatisti e membri della sinistra extraparlamentare, ha partecipato ai funerali di Prospero Gallinari, a Coviolo (Reggio Emilia), suscitando accese polemiche e una denuncia archiviata[42]. Spesso è stato invitato a tenere conferenze sugli argomenti del proprio lavoro, causando a volte dure contestazioni e critiche per il suo passato.[43]
15 anni, in seguito ridotti a 12, nel processo di Torino al nucleo storico delle BR (1974-78), per i reati di associazione sovversiva, evasione e banda armata[44] (per la stessa costituzione delle BR e per i sequestri e le rapine di finanziamento messi in atto dal gruppo, oltre che per la sua evasione da Casale);
16 anni e 2 mesi per l'assalto alla sede del MSI e il derivante concorso morale in omicidio (sentenza definitiva nel 1991).[45]
Reclusione volontaria, Tivoli, Sensibili alle foglie, 1997. ISBN 88-86323-94-8.
Fino alle radici del cuore. Lettere, con Francesco Silvestri, Cosenza, Periferia, 1999. ISBN 88-87080-12-7.
Nella città di Erech, con Nicola Valentino, Roma, Sensibili alle foglie, 2001. ISBN 88-86323-88-3.
L'azienda totale. Dispositivi totalizzanti e risorse di sopravvivenza nelle grandi aziende della distribuzione, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2002. ISBN 88-86323-77-8.
Introduzione a Franco Del Moro, Il dubbio necessario. Liberare la coscienza dai limiti della razionalità e del materialismo, Murazzano, Ellin Selae, 2002.
Il dominio flessibile. Individualizzazione, precarizzazione e insicurezza nell'azienda totale, a cura di, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2003. ISBN 88-86323-93-X.
Il consumatore lavorato, a cura di, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2005. ISBN 88-86323-99-9.
La trappola etica. Ambiguità e suggestioni della responsabilità sociale d'impresa, a cura di, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2006. ISBN 88-89883-08-1.
I dannati del lavoro. Vita e lavoro dei migranti tra sospensione del diritto e razzismo culturale, a cura di, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2006. ISBN 978-88-89883-15-0.
Prefazione a Andate e ritorni. Conversazioni tra passato presente e futuro con Loris Tonino Paroli, Paderno Dugnano, Colibrì, 2009. ISBN 978-88-86345-80-4.
Respinti sulla strada. La migrazione ipermoderna di minorenni e ragazzi stranieri, a cura di, , Prefazione di Paolo Bellati, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2009. ISBN 978-88-89883-31-0.
Mal di lavoro. Socioanalisi narrativa della sofferenza nelle attuali condizioni di lavoro, a cura di, Roma, Sensibili alle foglie, 2013
Il pane e la morte. Lo scambio salute-lavoro nel polo industriale brindisino, a cura di, Roma, Sensibili alle foglie, 2014
La rivolta del riso. Le frontiere del lavoro nelle imprese sociali tra pratiche di controllo e conflitti biopolitici, a cura di, Roma, Sensibili alle foglie, 2014
L'impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale, Roma, Sensibili alle foglie, 2015
L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro, Roma, Sensibili alle foglie, 2016
La società artificiale. Miti e derive dell'impero virtuale, Roma, Sensibili alle foglie, 2017
L'algoritmo sovrano. Metamorfosi identitarie e rischi totalitari nella società artificiale, Roma, Sensibili alle foglie, 2018
Ascoltare e narrare. Socioanalisi narrativa di alcune esperienze pedagogiche nella cooperativa sociale Famiglia Nuova, Roma, Sensibili alle foglie, 2018
Il futuro colonizzato. Dalla virtualizzazione del futuro al presente addomesticato, Roma, Sensibili alle foglie, 2019
Identità cibernetiche. Dissociazioni indotte, contesti obbliganti e comandi furtivi, Roma, Sensibili alle foglie, 2020
Capitalismo cibernetico. Dopo il panottico, oltre la sorveglianza, Roma, Sensibili alle foglie, 2022
Ombre digitali sul lavoro sociale. Socionalisi narrativa sulle derive del terzo settore, a cura di, Prefazione di Paolo Bellati, Roma, Sensibili alle foglie, 2022
Dietro il mito dell'informatica. Socianalisi narrativa del lavoro nelle aziende di tecnologia dell'informazione e della comunicazione, a cura di, Sensibili alle foglie, 2022
Citazioni nella cultura di massa
Il cantante Francesco Baccini gli ha dedicato un brano musicale intitolato appunto Renato Curcio, contenuto nell'album Nomi e cognomi.
Curcio è citato anche da Fabrizio De André in La domenica delle salme, dall'album Le nuvole, con la strofa: "Nell'assolata galera patria il secondo secondino / disse a “Baffi di Sego” che era il primo / "Si può fare domani sul far del mattino" e furono inviati messi / fanti cavalli cani ed un somaro / ad annunciare l'amputazione della gamba / di Renato Curcio / il carbonaro". Secondo Mauro Pagani, co-autore del disco, l'idea originale era dedicare un intero pezzo a Curcio, con riferimenti a Silvio Pellico e Maroncelli e alla loro prigionia nello Spielberg, ma alla fine fu deciso per una strofa nella canzone citata.[46] Il cantautore genovese trasfigura la figura di Curcio in quella di Piero Maroncelli, esaltandone così la coerenza al di là delle ideologie.[47] In un'intervista De André spiegò il riferimento a Curcio, chiedendone anche indirettamente la liberazione:
«Il riferimento a Curcio è preciso. Io dicevo semplicemente che non si capiva come mai si vedevano circolare per le nostre strade e per le nostre piazze, piazza Fontana compresa, delle persone che avevano sulla schiena assassinii plurimi e, appunto, come mai il signor Renato Curcio, che non ha mai ammazzato nessuno, era in galera da più lustri e nessuno si occupava di tirarlo fuori. Direi solamente per il fatto che non si era pentito, non si era dissociato, non aveva usufruito di quella nuova legge che, certamente, non fa parte del mio mondo morale... Il riferimento poi all'amputazione della gamba, voleva essere anche un richiamo alla condizione sanitaria delle nostre carceri.»
L'attrice francese Fanny Ardant durante un'intervista al settimanale A definì Curcio "Un eroe"[49].
Curcio è citato nel brano Bandito senza tempo e il brano Ombre rosse inizia con uno stralcio di discorso di Curcio, entrambi contenuti nell'album Le radici e le ali del gruppo Gang.
Una delle versioni di Quelli che... di Enzo Jannacci cita Curcio ("Quelli che Matarrese dicono che è stato l'ultimo allievo di Renato Curcio, oh yeah").
Nel brano Nuove BR, della P38, viene citato Curcio ("Renato Curcio, maglia di Gucci").
^«Presentazione del libro: "Mal di lavoro. Socioanalisi della sofferenza nelle attuali condizioni di lavoro." Narrativa sulle attuali problematiche relative al rapporto tra lavoro, sfruttamento, precarizzazione e qualità della vita. Incontro/dibattito aperto con: Renato Curcio (sociologo, ricercatore, saggista ed editore); Piero Fumarola (sociologo, docente università di Lecce e ricercatore).»
^Renato Curcio, A viso aperto - Intervista di Mario Scialoja, Arnoldo Mondadori Editore, 1993, p. 17
^Renato Curcio, A viso aperto - Intervista di Mario Scialoja, Arnoldo Mondadori Editore, 1993, p. 18
^Da Jeune Europe alle Brigate rosse - Antiamericanismo e logica dell'impegno rivoluzionario, Società Editrice Barbarossa, Milano 1992, pp. 45-47 (Edizione francese 1990, Editore ARS, Nantes)
^«Non amo i pentiti, ma stimo Renato Curcio, anche se siamo su posizioni opposte. Non ha mai tradito i suoi compagni e non ha ammazzato nessuno. Non capisco perché stia ancora dentro».
Jeffries Point redirects here. For the headland in the South Sandwich Islands, see Cook Island, South Sandwich Islands. This article has multiple issues. Please help improve it or discuss these issues on the talk page. (Learn how and when to remove these template messages) This article may be in need of reorganization to comply with Wikipedia's layout guidelines. Please help by editing the article to make improvements to the overall structure. (August 2017) (Learn how and when to remove this ...
Unità urbana di ParigiUnité urbaine de Paris Vista satellitare dell'agglomerazione parigina Stati Francia RegioniÎle-de-France TerritorioÎle-de-France CapoluogoParigi Superficie2 844,8 km² Abitanti10 706 072 (2015) Densità3 763,4 ab./km² Fusi orariUTC+1 Nome abitantiFrancilien(s) Unità urbana di Parigi Coordinate: 48°47′52.08″N 2°20′24.36″E / 48.7978°N 2.3401°E48.7978; 2.3401 Esplicazione dei termini dell'INSEE di uni...
Japanese entertainment company Lapone Entertainment Co., Ltd.Native name株式会社LAPONEエンタテインメントRomanized nameKabushiki-gaisha Lapone EntateinmentoTypeJoint ventureIndustryEntertainmentProductionGenreJ-pop[1]K-pop[1][2]FoundedMay 29, 2019; 4 years ago (2019-05-29)Headquarters5-18-21 Shinjuku, Shinjuku City, Tokyo 160-0022, JapanKey peopleChoi Shin-hwa (CEO)Jang Hyuk-jin (CCO)ProductsProduce 101 JapanServicesArtist managementEntert...
Bagian dari serial tentangKeselamatan Konsep umum Eskatologi Keabadian Kebangkitan (orang mati) Keselamatan Kristen Penghakiman khusus Penghakiman Terakhir Soteriologi Transendensi Rekonsiliasi universal Konsep khusus Keadaan antara Kondisionalisme Kristen Memasuki Surga dalam keadaan hidup Satu iman yang benar Hukuman Kematian jiwa Neraka (pandangan Kristen) Purgatorium Penghargaan Surga dalam Kekristenan Dunia yang akan datang lbs Dunia yang akan datang atau zaman yang akan datang adalah fr...
Роман Бочкала Народився 3 травня 1984(1984-05-03) (39 років)Джанкой, Кримська область, Українська РСР, СРСРГромадянство УкраїнаНаціональність українецьДіяльність журналістика,боротьба з корупцієюНагороди Заслужений журналіст України Роман Олександрович Бочкала (3 травня 19...
Place in New Hampshire, United StatesRaymond, New HampshireThe Common (Lyman Memorial Park), 2013 SealLocation in Rockingham County and the state of New Hampshire.Coordinates: 43°02′10″N 71°11′00″W / 43.03611°N 71.18333°W / 43.03611; -71.18333CountryUnited StatesStateNew HampshireCountyRockinghamIncorporated1764Government • Board of SelectmenScott Campbell, ChairPatricia BridgeoRani MerrymanDoug VogelAnthony Clements • Town ManagerEr...
1948 American filmUrubuTheatrical release posterDirected byGeorge P. BreakstonYorke CoplenScreenplay byPatrick WhyteStory byGeorge P. BreakstonProduced byGeorge P. BreakstonYorke CoplenStarringGeorge P. BreakstonYorke CoplenCinematographyGeorge P. BreakstonYorke CoplenEdited byHolbrook N. ToddMusic byAlbert GlasserProductioncompanyWorld AdventuresDistributed byUnited ArtistsRelease date September 24, 1948 (1948-09-24) Running time66 minutesCountryUnited StatesLanguageEnglish Ur...
This article is about a music album. For the paraphilia, see Foot fetishism. 2000 studio album by Jesse James DupreeFoot FetishStudio album by Jesse James DupreeReleased2000GenreHard rockLength45:45LabelV2 Records[1]27072ProducerGregg Lindner, Mike Fraser Professional ratingsReview scoresSourceRatingAllMusic[2] Foot Fetish is the first solo studio album by the Jackyl singer Jesse James Dupree, released in 2000.[3][4] Mainline peaked at No. 34 on the Bil...
Comic genre This article has multiple issues. Please help improve it or discuss these issues on the talk page. (Learn how and when to remove these template messages) This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Fantasy comics – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (September 2022) (Learn how and wh...
Styles P discographyStudio albums15EPs2Singles30Mixtapes16Collaborative albums5 The discography of Styles P, an American hip hop recording artist, consists of fifteen solo studio albums, two extended plays, sixteen mixtapes, 5 collaborative albums, 30 singles and one promotional single. Albums Studio albums List of albums, with selected chart positions and certifications Title Album details Peak chart positions Certifications US[1] USR&B[2] USRap[3] A Gangster and ...
American politician (1842–1926) William Robert WebbUnited States Senatorfrom TennesseeIn officeJanuary 24, 1913 – March 3, 1913Preceded byNewell SandersSucceeded byJohn K. Shields Personal detailsBorn(1842-11-11)November 11, 1842Person County, North CarolinaDiedDecember 19, 1926(1926-12-19) (aged 84)Bell Buckle, TennesseeNationalityAmericanPolitical partyDemocraticSpouseEmma ClaryChildrenWilliam Robert, Jr. (1874-1960)Alla (1875-1944)John Stanford (1877-1951)Adeline (1879-19...
District in Red River Delta, VietnamQuốc Oai district Huyện Quốc OaiDistrictThầy PagodaQuốc Oai districtCoordinates: 20°59′30″N 105°38′33″E / 20.991629°N 105.642635°E / 20.991629; 105.642635Country VietnamRegionRed River DeltaMunicipalityHanoiCapitalQuốc OaiTime zoneUTC+7 (Indochina Time) Quốc Oai is a district (huyện) of Hanoi in the Red River Delta region of Vietnam. Quốc Oai district is bordered by Hoài Đức district to the east...
У этого термина существуют и другие значения, см. Курси. КоммунаКурсиитал. Cursi 40°09′ с. ш. 18°19′ в. д.HGЯO Страна Италия Регион Апулия Провинция Лечче История и география Площадь 8 км² Высота центра 90 м Часовой пояс UTC+1:00, летом UTC+2:00 Население Население 4261 чел...
Peta Dunia Tengah di sebelah barat daya karya J.R.R. Tolkien. Dunia Tengah atau Bumi Tengah (Bahasa Inggris: Middle-Earth) adalah sebutan untuk suatu dunia dalam legendarium J.R.R. Tolkien (seri The Lord of the Rings, The Hobbit, dan Silmarillion). Dunia Tengah merupakan dunia yang dipenuhi berbagai macam ras, seperti: manusia, elf, dwarf, hobbit, orc, troll. Bumi tengah merupakan Bumi biasa yang berada dalam periode fiktif. Cerita yang terjadi di Bumi tengah terbagi menjadi empat periode. Pa...
Not to be confused with Mary Beard (classicist). American historian and women's suffrage activist (1876–1958) Mary Ritter BeardBeard, c. 1914BornMary Ritter(1876-08-05)August 5, 1876Indianapolis, Indiana, USDiedAugust 14, 1958(1958-08-14) (aged 82)Phoenix, Arizona, USResting placeHartsdale, New York, USAlma materDePauw UniversityOccupation(s)Women's rights activist, historian, and archivistEmployer(s)New York City Suffrage PartyCongressional UnionWorld Center for Women's Archives ...
For the 2009 drama series starring Yoon Eun-hye, see My Fair Lady (2009 TV series). South Korean TV series or program My Fair LadyOfficial posterAlso known asYojo Lady The Perfect GirlGenreRomance, DramaStarringKim Hee-sunGo SooPark Han-byulSon Chang-minCountry of originSouth KoreaOriginal languageKoreanNo. of episodes16ProductionRunning time60 minutesProduction companyChorokbaem MediaOriginal releaseNetworkSeoul Broadcasting SystemReleaseAugust 13 (2003-08-13) –October 12, 2...
Railway station in Slavonski Brod, Croatia This article includes a list of references, related reading, or external links, but its sources remain unclear because it lacks inline citations. Please help to improve this article by introducing more precise citations. (August 2017) (Learn how and when to remove this template message) Some of this article's listed sources may not be reliable. Please help improve this article by looking for better, more reliable sources. Unreliable citations may be ...
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سياسة كوبا (بالإنجليزية: Politics of Cuba)، تتّمتع كوبا بنظام سياسي اشتراكي منذ عام 1959، وهو قائم على مبدأ «دولة واحدة - حزب واحد». تُعرَف كوبا من الناحية الدستورية بأنها دولة اشتراكية ماركسية- لينينية تسترشد بشكل جزئي بالأفكار السياسية لكارل ماركس، أحد آباء المادية التاريخية، إلى...