Nato da antica famiglia toscana, ha partecipato alla prima guerra mondiale arruolandosi come volontario nel battaglione degli alpini di Belluno, e mettendosi in luce al comando di un plotone della 77ª Compagnia, di stanza sul fronte dolomitico, e nello specifico di quello delle Tofane, tanto da essere insignito di due medaglie, una d'argento e una di bronzo, al valor militare[1]. Dopo la guerra, insegnò storia alla Scuola militare Nunziatella, intorno agli anni 1922-1925.
Antifascista, a Torino operò clandestinamente nelle file del Partito d'Azione, partecipando anche alla Resistenza nelle valli di Lanzo. Arrestato con la moglie e i figli, fu processato dal Tribunale speciale, ma riuscì a salvarsi.
Dopo la Liberazione, e successivamente allo scioglimento del PdA, aderì al Partito radicale. Nel 1952 partecipò, in qualità di esperto militare al film di Piero NelliLa pattuglia sperduta.
Nell'ambito storiografico, iniziando in particolare da studi eruditi su Niccolò Machiavelli e sulla storia di Firenze[5], è passato da ricerche in chiave politica ed economica a quelle prettamente di storia militare, innovando gli studi del settore in età contemporanea[6]. Fra i suoi scritti più importanti [7], si segnalano le fortunate e più volte ristampate Storia illustrata del Risorgimento italiano (prima edizione con Vallardi nel 1931) e Storia militare del Risorgimento (edito per la prima volta da Einaudi nel 1962), nonché la biografia di Pietro Badoglio, uscita per Utet nel 1974 e riedita da Arnoldo Mondadori Editore nel 2002.
Ha inoltre curato, assieme ad altri autori, il secondo volume degli Scritti sul Risorgimento di Salvemini (edito da Feltrinelli nel 1963) e il quarto volume (Da Cavour alla fine della prima guerra mondiale) della collana «Storia d'Italia» della Utet, pubblicato nel 1960.
«In ripetute circostanze, dava belle prove di ardimento, compiendo sotto il fuoco nemico, ricognizioni e dirigendo lavori in luoghi alpinisticamente molto difficili e pericolosi. Nell'azione per la presa del Castelletto, tentava un pericolosissimo passaggio per recarsi a dominare la posizione nemica, ma ferito gravemente al ginocchio, doveva abbandonare l'impresa, e ridiscendendo per le scale di corda, riusciva a portare in salvo anche un alpino ferito.» — Castelletto Tofana 1ª, 11 luglio 1916.
La nostra guerra tra le Tofane, 1932; Venezia, Neri Pozza, 1968.
La Crisi militare italiana nel Rinascimento: nelle sue relazioni colla crisi politica ed economica, Napoli, Ricciardi, 1934; nuova ed. riveduta e ampliata col titolo Il Rinascimento e la crisi militare italiana, Biblioteca di cultura storica n.45, Einaudi, Torino, 1952; II ed., Einaudi, 1970.
La battaglia del Garigliano del 1503, pref. di P. Fedele, Tip. Proja, Roma 1938.
La Prima Guerra Mondiale, 1914-1918. Problemi di storia militare, Torino, Gheroni, 1947; a cura di Giorgio Rochat, Gaspari.
^B. Vigezzi (a cura di), Federico Chabod e la "nuova storiografia" italiana dal primo al secondo dopoguerra (1919-1950), Jaca Book, Milano 1984, pp. 74-76; Luigi De Rosa (a cura di), La storiografia italiana degli ultimi vent'anni, vol. II, Laterza, Roma-Bari 1989, pp. 221-227.
^G. Spadolini, L'Italia dei laici. Lotta politica e cultura dal 1925 al 1980, Le Monnier, Firenze 1980, pp. 197-199.
^«Enciclopedia Biografica Universale», vol. XV, Treccani, Roma 2007, p. 325, ad vocem.
^Vedi tra gli altri suoi studi P. Pieri, Intorno all'Arte della Guerra di Niccolò Machiavelli, Azzoguidi, Bologna 1927; Idem,Intorno alla storia dell'arte della seta in Firenze, Azzoguidi, Bologna 1927; Idem, Firenze fino al Tumulto dei Ciompi, Ed. Gheroni, Torino 1956.