Nacque a Mentone, all'epoca nel Principato di Monaco, il 2 ottobre 1816, figlio del Cavaliere Carlo Antonio e della Nobildonna Teresa Emery.[1]
Il 28 marzo 1828,[2] all'età di dodici anni, si arruolò come cadetto nei Carabinieri monegaschi, ma il 1 giugno 1833 si trasferì a Genova dove entrò come allievo nel Collegio della Regia Marina sabauda, da dove uscì con il grado di sottotenente il 21 agosto 1837, assegnato al Battaglione Real Navi.[2] Rientrato a Mentone un anno dopo per questioni familiari, con il grado di Aiutante maggiore ritornò a far parte del Corpo dei Carabinieri monegaschi, con nomina a partire dal 29 dicembre 1839.[2] A partire dal 23 aprile 1842, con il grado di capitano, fu chiamato a prestare servizio nel 1º Reggimento di fanteria della Brigata "Savoia".[2]
Inquadrato nel 20º Reggimento di fanteria, partecipò col grado di colonnello, ricevuto il 17 novembre 1860, alla campagna di conquista delle legazioni pontificie di Marche e Umbria.[4] Promosso al rango di maggior generale il 26 dicembre 1861,[4] venne posto a comando della Brigata "Re"[5] e poi della zona militare di Gaeta quando la sua brigata fu trasferita di stanza a Genova, e successivamente a Novara.[4] Alla fine del 1864 fu posto in posizione quadro a disposizione del Ministero della Guerra.[4]
Nel corso della terza guerra d'indipendenza riassunse il comando della Brigata "Re", e venne impiegato nell'offensiva contro le forze austriache in Veneto.[4] Una volta passato il Mincio, il generale venne mandato con le sue truppe in avanscoperta lungo la strada Valeggio-Castelnuovo. Appostatosi nei pressi di Monte Vento in attesa del resto della divisione, si mosse rapidamente verso Oliosi, dove l'avanguardia della 5ª Divisione minacciava di essere accerchiata dagli Austriaci. Alla testa dei suoi soldati e del 18º bersaglieri, raggiunse la località di Mongabia dove ingaggiò un violento scontro a fuoco con la brigata austriaca "Benko". Lanciatosi in prima linea durante l'assalto al saliente di Monte Cricco (o Cricol) venne ferito a morte.[4]
Lasciò il figlio Stanislas che sposò Olga dei conti Evreinof di San Pietroburgo. La famiglia si è estinta con il bisnipote Giancarlo (senza discendenza) e la sorella Maria Ludovica, sposata nel 1950 a Federico Gamna.
«Per essersi distinto alla Madonna della Scoperta, dove con irresistibile ardore spingeva il suo battaglione all'attacco alla baionetta, e in tutto il tempo dell'azione moltiplicavasi per far riuscire il movimento» — 12 luglio 1859[6]
«Pel mirabile valore dimostrato nel sostenere il combattimento alla testa della sua brigata, finché non cadde colpito da vari colpi di arma da fuoco. Morto sul campo. Custoza, 24 giugno 1866.» — 6 dicembre 1866[7]
^La Brigata "Re" fu costituita ufficialmente l'11 aprile 1861 in sostituzione della disciolata Brigata "Savoia", e posta di guarnigione a Gaeta. L'unità, insieme alla Brigata "Bologna", faceva parte della 14ª Divisione.
H. Nelson Gay, Difficoltà, glorie ed errori della campagna del 1848, in Nuova Antologia di Lettere, Scienze e Arti, CLXXIX, Roma, Direzione della Nuova Antologia, settembre-ottobre 1915.