Il comune comprende l'abitato di Massa e le frazioni di Albe e Forme.
Il sito archeologico di Alba Fucens è situato a pochi chilometri dal capoluogo comunale. Il valico di Fonte Capo la Maina mette in comunicazione il territorio ad Ovindoli e agli impianti sciistici del monte Magnola.
Storia
I nuclei originari del centro marsicano furono abitati nel XIV secolo in seguito all'abbandono dell'antica città di Alba Fucens da parte dei suoi abitanti. Incluso nella contea di Albe e successivamente nel ducato di Tagliacozzo fu un feudo, durante il XIV secolo, della famiglia Durazzo, per poi essere ceduta successivamente alla famiglia romana dei Colonna. Il territorio passò poi sotto il controllo dei Caldora, degli Orsini infine nuovamente dei Colonna, fino all'eversione della feudalità che avvenne ufficialmente nel 1806[4].
Nel 1830 le frazioni di Albe, Castelnuovo, Antrosano e San Pelino tentarono invano di essere incluse nel territorio comunale di Avezzano. La perdita amministrativa di tre di queste frazioni avverrà oltre un secolo dopo: nel 1937 con la momentanea autonomia di San Pelino che due anni dopo sarà assorbita dal comune di Avezzano[5], e nel 1959 e 1960 con l'annessione all'ente comunale avezzanese di Antrosano[6] e Castelnuovo[7][8].
Il centro contemporaneo è il risultato della ricostruzione congiunta di due villaggi una volta distinti, Massa e Corona, quasi del tutto distrutti dal terremoto della Marsica del 1915. Durante la seconda guerra mondiale Massa fu sede di un comando delle SS naziste che presidiarono la linea Gustav approntata per fini difensivi dai tedeschi nell'Italia centrale. Il diroccato castello Orsini di Albe Vecchia fu una delle postazioni scelte dai tedeschi tornando a svolgere, dopo tanti secoli, funzioni strategiche militari. Per questo motivo Massa fu teatro di una significativa attività partigiana. Il paese non fu risparmiato dai bombardamenti aerei degli Alleati; in particolare il 12 maggio 1944 le bombe sganciate dalle fortezze volanti provocarono 41 vittime e danni gravi[9][10][11][12].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 aprile 1990.[13]
«Di azzurro, al monte al naturale, fondato in punta, a sinistra, con le tre cime innevate di argento, la cima centrale più alta, esso monte accompagnato in capo dall'aquila di nero, armata d'oro, posta a destra, afferrante con gli artigli due fulmini di rosso, con la punta all'insù, decussati all'ingiù, il fulmine posto in banda afferrato con l'artiglio di destra, quello posto in sbarra con l'artiglio di sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
«Comune scelto, all'indomani dell'armistizio, come sede del quartier generale della X Armata tedesca, subì due violentissimi bombardamenti che procuravano quarantuno vittime civili, fra cui sette bambini, e la quasi totale distruzione dell'abitato. Durante l'occupazione la popolazione offriva altresì un'ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà, prodigandosi in aiuto dei numerosi prigionieri alleati fuggiti dai vicini campi di concentramento. Massa D'Albe (AQ), 1943 - 1944» — 18 giugno 2002[14][15]
In stile romanico rappresenta uno dei monumenti più importanti della regione abruzzese per l'architettura, l'arredo decorativo e la suppellettile ecclesiastica. In origine si potevano ammirare gli affreschi del XIV-XVI secolo, una cappella interna del periodo tardo-gotico, due monofore sulla parete del versante sud della chiesa, il portale della torre campanaria ed il convento; nel settecento furono realizzati alcuni ammodernamenti in stile barocco. Della chiesa odierna si ammirano il volto romanico, restituito dal restauro effettuato, negli anni cinquanta del novecento, dalla Soprintendenza ai beni culturali. Durante il restauro si è provveduto alla ricostruzione delle parti dell'antica chiesa distrutte dal terremoto del 1915[16]. Alcune parti sono state tutelate dopo il sisma, insieme alle opere sacre salvate dal crollo, con il trasferimento nel Museo d'arte sacra della Marsica a Celano.
Chiesa di Santa Maria.
Chiesa della Madonna di Ripoli. In stile moderno, nell'interno a navata unica conserva un affresco una statua raffiguranti la Madonna con Bambino.
Chiesa dell'Immacolata Concezione. L'interno è ad un'unica navata.
Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano. La facciata tripartita è caratterizzata da un rosone monumentale e tre portali con lunette, cui corrispondono le tre navate interne. Negli interni vi sono alcuni dipinti di santi e diverse vetrate policrome.
Santuario della Madonna del Fulmine. L'interno contiene vari dipinti della Madonna con Bambino.
Chiesa degli Alpini, cappella in stile moderno. Costruita nel 1997 è situata alle pendici del monte Magnola[17].
Architetture militari
Castello Orsini è una fortezza, che si trova in cima alla collina di San Nicola, gravemente danneggiata dal terremoto della Marsica del 1915. La struttura fu proprietà nel quattrocento dei Conti dei Marsi. Nel XIII secolo Carlo I d'Angiò, dopo la vittoria della battaglia di Tagliacozzo su Corradino di Svevia, distrusse il borgo e la rocca per punire gli abitanti che avevano incautamente parteggiato in favore dei ghibellini. Gli Orsini, ritenendo il luogo ancora militarmente strategico, tanto che vollero riedificare il castello. Durante la seconda guerra mondiale le SSnaziste lo riutilizzarono per scopi militari. La struttura è a pianta rettangolare con quattro torri circolari poste ai lati. Una parte della struttura è crollata a causa del sisma, così come le due torri di vedetta. Visibili le decorazioni cinquecentesche di beccatelli sulle due torri parzialmente rimaste in piedi[18].
Antica colonia e città commerciale di epoca romana. Le numerose opere rinvenute dalla spedizione archeologica del belga Fernand De Visscher, sotto la direzione di Joseph Mertens, sono state trasferite nel museo archeologico nazionale d'Abruzzo di Chieti, mentre il materiale documentaristico e i lucidi relativi ai lavori di scavo si trovano presso l'"academia belgica" a Roma[19]. Non distante dal sito ci sono i ruderi del castello Orsini e del borgo medievale di Albe Vecchia[20].
Situato oltre le mura di Alba Fucens, tra la sorgente di Sant'Eugenia, alle pendici del Velino-Magnola a circa 1120m s.l.m. e la località di Arci sono visibili i resti di un acquedotto di epoca romana (età tardo-repubblicana) che collegava la sorgente di Santa Eugenia con l'area di Fonte Capo la Maina, Forme, Arci e, infine, con la città romana[21].
Albe Vecchia
I resti del paese originario di Albe si trovano sul colle di San Nicola che sovrasta il sito archeologico di Alba Fucens. Il centro medievale, distrutto completamente dal terremoto del 1915, è stato ricostruito delocalizzando più in basso le nuove abitazioni, in posizione contigua al sito. I ruderi della cittadella sono dominati dai resti del castello Orsini.
La riserva naturale Monte Velino è un'area naturale protetta abruzzese istituita nel 1987. Occupa una superficie montana di 3550,00 ha tra i comuni di Magliano de' Marsi e Massa d'Albe. Il monte Velino e l'area circostante, grazie alla tutela prevista per i parchi e alle attività di riforestazione e reinsediamento faunistico, costituiscono un habitat naturale per cervi, volpi, lepri, grifoni ed aquile[22]. Attraverso i sentieri segnati dal Club Alpino Italiano è possibile raggiungere alcuni rifugi come Casale da Monte e Capanna di Sèvice.
Grotta di San Benedetto
La grotta, detta anche del Cristiano, è larga oltre venti metri e si trova a mezza costa sul monte Velino, a oltre 1600m s.l.m. Lo storico Muzio Febonio nell'opera Historiae Marsorum riporta di un eremita che l'avrebbe abitata, non precisando però né l'identità né l'epoca. Pietro Antonio Corsignani scrisse invece della sepoltura di un eremita chiamato Beato Benedetto, probabilmente un francescano. Il corpo sarebbe stato spostato nella chiesa di San Pietro in Albe in un'urna funeraria in pietra che potrebbe essere riconducibile al sarcofago conservato all'interno della cripta[23].
26 dicembre: celebrazione delle Piccole Reliquie[27].
Economia
Molto attiva è l'industria estrattiva degli inerti destinati e derivati degli stessi destinati all'industria delle costruzioni.
Inoltre ci sono realtà industriali molto attive nel settore della raccolta e del recupero dei rifiuti le quali impiegano un buon numero di maestranze locali.
Agricoltura
L'agricoltura e all'allevamento, hanno un ruolo marginale in termine di reddito e numero di occupati. Le coltivazioni sono distribuite ormai solo nelle aree più pianeggianti del territorio comunale. I terreni collinari sono ancora in parte coltivati a mandorlo. L'allevamento prevalente è quello di ovini e bovini e talvolta si pratica ancora il pascolo brado. All'agricoltura e all'allevamento si accompagna la produzione di miele e formaggi, la cucina tradizionale, la produzione di dolci caserecci e la macellazione del bestiame.
^ Angelo Melchiorre, Cenni storici, su massadalbe.terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2015).
^ Guido Amiconi, 12 maggio 1944, su massadalbe.terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2015).
^Il bombardamento di Massa d'Albe, su coralepadrefrancesco.it, Corale Padre Francesco Lolli. URL consultato il 27 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2018).
^Massa d'Albe, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 21 gennaio 2024.
^Festa di San Sebastiano e San Fabiano, su abruzzoqualita.it, Abruzzo Qualità. URL consultato il 24 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2018).
^abAlba Fucens, su ilprimato.com, Il Primato. URL consultato il 24 agosto 2018.
^Caduta anticipata della giunta a causa delle dimissioni presentate dalla maggioranza dei consiglieri. Il commissariamento del comune si è protratto fino al 12 giugno 2004. Storico elezioni comunali di Massa d'Albe, su tuttitalia.it. URL consultato il 5 novembre 2020.