Il borgo medioevale, databile intorno all'anno mille, si è sviluppato nei pressi della chiesa dedicata a san Vincenzo martire, patrono del paese[4]. La chiesa dipendeva già nei secoli XI-XII dall'abbazia di Casamari, nella limitrofa provincia di Frosinone. La storia del paese è stata sempre legata a quella del vicino e più importante castello medievale di Morrea, molto probabilmente già presente in antichi documenti risalenti all'anno 702 con il nome presumibilmente fallato di "Horrea"[5].
Il territorio di San Vincenzo appartenne ai conti di Albe, di Celano e ai baroni del confinante centro di Balsorano. Il periodo di maggior sviluppo del paese si ebbe durante il Settecento, periodo in cui il centro divenne un comune autonomo fino all'eversione feudale del 1806. Inglobato dal comune centrale di Civita d'Antino, riconquistò l'autonomia amministrativa nel 1816 assumendo la denominazione di San Vincenzo Valle Roveto e includendo nel suo territorio comunale i centri di Castronovo, Morrea, e Roccavivi e San Giovanni.
Come tutto il territorio rovetano anche San Vincenzo subì gravissimi danni a causa del Terremoto della Marsica del 1915. Dopo tale drammatico evento una parte del paese venne delocalizzato più a valle lungo la strada statale 82 della Valle del Liri dove nel nuovo borgo, chiamato San Vincenzo Inferiore, venne trasferita la sede comunale[6].
Nel 1952 si verificò a Mignano Monte Lungo, in provincia di Caserta, la tragedia di Cannavinelle, una delle più gravi sciagure del secondo dopoguerra. All'interno di una galleria di derivazione di una centrale dell'Enel morirono a causa di un'esplosione 42 persone, molte delle quali provenienti da San Vincenzo e da altri comuni della valle Roveto[7].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 novembre 1999.
«Tagliato dalla sbarra diminuita e abbassata, di azzurro, caricata del motto in lettere maiuscole d'oro AUXILIUM EX ALTO; nel primo, di argento, al busto di San Vincenzo di Saragozza Martire, in maestà, capelluto di nero, il viso di carnagione, le mani giunte in preghiera, dello stesso, aureolato di rosso, vestito di rosso, con la cappa di verde, bordata d'oro, esso busto nascente dalle due palme del martirio, di verde, una in banda, l'altra in sbarra, decussate in punta, il Santo accompagnato a sinistra dalla rocca d'oro, murata di nero, merlata alla guelfa, la torre centrale più alta e più larga, merlata di cinque, finestrata di due in palo di nero, la torri laterali merlate di tre e finestrate di una dello stesso; nel secondo, di verde, alla sbarra ondata, diminuita, formata da quattro traverse diminuite, ondate di argento e di azzurro, alternate. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di verde e di bianco.
Chiesa situata lungo la strada statale 82 della Valle del Liri in località Le Rosce - Santa Restituta. In origine dedicata anche a San Bartolomeo è uno degli edifici di culto più antichi della valle Roveto. Nominata per la prima volta in un documento del X secolo citato nella successiva opera Chronica sacri monasterii casinensis di Leone Marsicano, è stata gravemente danneggiata dal terremoto della Marsica del 1915 e ricostruita negli anni venti. La nuova chiesa inglobò la struttura precedente. Nuovamente devastata dai bombardamenti alleati del 1944 è stata ricostruita più grande negli anni cinquanta. Conserva un affresco di Restituta di Sora risalente con ogni probabilità tra il IX e il X secolo. L'opera tornata alla luce nei primi anni settanta è stata ripulita e restaurata nel 1975 dal maestro Biagio Cascone[8][9].
Eremo della Madonna del Romitorio
Edificio di culto situato a 625 m s.l.m. a circa un chilometro da San Vincenzo Superiore, lungo il sentiero che conduce nel borgo di Morrea[10].
Chiesa di Santa Maria situata a San Vincenzo Inferiore.
Chiesa di San Rocco a San Vincenzo Superiore.
Chiesa della Madonna della Pietà a San Vincenzo Superiore.
Chiese di San Michele Arcangelo e San Sebastiano a Morrea.
Alla fine del Quattrocento appartenne ai Piccolomini e successivamente ai Colonna. Venne edificato nelle forme rinascimentali alla fine del XV secolo sulla base di un preesistente castello-recinto databile tra l'XI e il XII secolo. La rocca cadde in abbandono dopo il terremoto della Marsica del 1915. Presenta una pianta rettangolare dotata di quattro torri circolari. Dopo i gravi danni causati dal sisma del 1915 una di esse è stata adeguata ad una forma rettangolare. Il corpo centrale è integro ed ha le forme di un palazzo con beccatelli sul tetto[12].
Venne edificata con ogni probabilità durante il X secolo dai conti dei Marsi a 895 m s.l.m. in comunicazione visiva con le primordiali strutture militari del castello-recinto di Morrea e del castello di Balsorano. Intorno alla torre, di cui restano i ruderi, fu fondato tra l'XI e il XII secolo il borgo originario fortificato di Roccavivi, noto come Roccavecchia, distrutto dalla frana del 1616. Terminate le esigenze di controllo del "Vado di Rocca" la torre fu gradualmente abbandonata.
Nel mese di novembre si svolge "Frantoi Aperti", evento enogastronomico finalizzato alla valorizzazione degli olii extra vergine di oliva Alvia e Monicella prodotti localmente[15].
Geografia antropica
Frazioni
Il borgo di Morrea situato in posizione di altura rispetto a San Vincenzo capoluogo è caratterizzato dalle antiche case e da una porta urbica medievale con arco a tutto sesto. Caratterizzano il borgo antico le due chiese e l'antica fortezza Piccolomini.
I centri di San Vincenzo Superiore e San Giovanni Vecchio sono stati quasi completamente distrutti dal terremoto della Marsica del 1915. I borghi semi disabitati sono stati lentamente ricostruiti, diventando meta di villeggiatura specie nei periodi estivi.
Roccavivi è la frazione più popolosa del comune. Il borgo, situato sul versante occidentale della valle Roveto, conserva un aspetto architettonico antico, avendo subito danni non irreparabili dal sisma del 1915.
Altre frazioni sono Castronovo, Le Rosce - Santa Restituta (località detta anche Morrea Inferiore), San Giovanni Valle Roveto, San Giovanni Vecchio, San Vincenzo Superiore e Velarde.
Economia
Artigianato
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come la produzione di canestri dovuta alla maestria degli intrecciatori locali[16].
Turismo
San Vincenzo Valle Roveto fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[17].
Infrastrutture e trasporti
Strade
La strada statale 690 Avezzano-Sora, detta anche "superstrada del Liri", attraversa il territorio comunale servendolo con due svincoli San Vincenzo Valle Roveto e Le Rosce (Santa Restituta).
La strada Statale 82 della Valle del Liri attraversa il comune di San Vincenzo Valle Roveto collegandolo con Avezzano, in direzione nord e Sora e Cassino, in direzione sud.
^San Vincenzo Valle Roveto, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo. URL consultato l'8 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2016).
^Paolo Diacono, Storia dei fatti de' Langobardi, traduzione di Quirico Viviani, Udine, F.lli Mattiuzzi, 1826, capo XXVII.
^ Angelo Melchiorre, San Vincenzo Valle Roveto: cenni storici, su sanvincenzovalleroveto.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2015).
^Madonna del Romitorio, su sanvincenzovalleroveto.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2016).