Nata nel villaggio di Risipeni, nel distretto di Fălești, nella RSS Moldava, ha studiato management dal 1989 al 1994 presso l'Accademia di studi economici della Moldavia (ASEM). Poi, dal 1995 al 1998, si è laureata in relazioni internazionali presso L'Accademia della Pubblica Amministrazione (AAP) a Chișinău. Nel 2010, si è laureata alla John F. Kennedy School of Government presso la Harvard University.
Carriera politica
Dal 2010 al 2012, Sandu ha lavorato come Consigliere del Direttore Esecutivo presso la Banca Mondiale a Washington. Dal 2012 al 2015 è stata Ministro della Pubblica Istruzione della Moldavia. Il 23 luglio 2015, il Partito Liberal Democratico ha proposto la sua nomina alla carica di Primo ministro della Moldavia, succedendo a Natalia Gherman e Chiril Gaburici.[1] Il giorno dopo essere stata proposta da una rinnovata coalizione filoeuropea, Sandu ha disposto la partenza del capo della Banca nazionale di Moldova, Dorin Drăguţanu, e del Procuratore di Stato Corneliu Gurin come condizioni per la sua accettazione della carica.[2] Infine, il Presidente della Moldavia nominò Valeriu Streleț a discapito di Sandu.
Il 23 dicembre 2015 Sandu ha fondato la lista civica “În pas cu Maia Sandu” (“In cammino con Maia Sandu”), che in seguito è diventata un partito politico chiamato Partito di Azione e Solidarietà (PAS). Nel 2016, Maia Sandu si è candidata alle elezioni presidenziali in Moldavia. Candidatasi con una lista civica filo-europea, è stata una dei due candidati che hanno raggiunto il ballottaggio delle elezioni,[3] perdendo poi, però, al ballottaggio.
Dopo le elezioni, Sandu ha dichiarato che intende riprendere la negoziazione riguardante la Transnistria nel formato 5+2 (Moldova, Transnistria, OSCE, Ucraina, Russia, più Stati Uniti e UE come osservatori).[7][8] La sua posizione implica il ritiro delle armi russe dal deposito di Cobasna e del Gruppo Operativo che protegge il deposito, sulla cui presenza la Moldavia non ha mai espresso il suo accordo, e la sostituzione delle forze di peacekeeping congiunte, che coinvolge militari da Moldavia, Transnistria e Russia, con una missione civile sotto l'egida dell'OCSE. Secondo lei, la Russia sta eseguendo una missione d'occupazione militare nella zona della Transnistria.[9]