Edmund Kean è un popolarissimo e istrionico attore inglese dell'Ottocento dedito però ai vizi e pieno di debiti. Contende al principe del Galles, suo compagno di sregolatezze, la moglie dell'ambasciatore danese, ma alla fine si innamora di Anna, una giovane ma promettente attrice debuttante.
"Produttore giovane che amava far debuttare i giovani"[2], Cristaldi volle includere nel progetto Francesco Rosi, come condizione per affidargli la regia di un successivo film (che sarebbe stato La sfida). Come "regista-ombra"[4] - "direttore tecnico" nei titoli -, Rosi affiancò così Vittorio Gassman, anch'egli all'esordio nella regia cinematografica, cui fu affidata, in particolare, la direzione teatrale di un testo per il quale, oltre ad essere stato mattatore sulla scena, aveva già curato l'allestimento per il teatro due anni prima, nel 1954.
Per il fotografo Gianni Di Venanzo si trattò della prima esperienza con il colore.
Critica
Nell'affrontare la figura di Kean, "...uno dei personaggi più rappresentativi di una concezione romantica, luciferina dell'attore, ...di una professione giocosa ma pericolosa"[5] "il film appare costruito su misura sulle abilità istrioniche di Vittorio Gassman"[6][7].
D'altro canto, è stato indicato il rilevante contributo di Rosi: in particolare nella panoramica iniziale, dai palchi sino agli attori, alle prese con l'ultimo atto dell'Amleto, e nel piano sequenza dell'episodio centrale nella taverna, in cui gli astanti ascoltano rapiti il triste canto della prostituta Fanny - una Valentina Cortese neppure citata nei crediti. In queste scene è stato individuato un debito nei confronti della lezione di Luchino Visconti, e in particolare di Senso, cui il giovane co-direttore aveva partecipato come assistente alla regia.[7]
^abFrancesco Rosi in "Parlando di Vittorio", contributi extra DVD Kean. Genio e sregolatezza, Gruppo Editoriale L'Espresso SpA, 2010.
^Alberto Farassino, Produttori e autori della produzione, in Storia del cinema italiano. 1954/1959, Edizioni di Bianco & Nero, Marsilio, Venezia, 2004.
^Sergio Toffetti, Gli autori esordienti, in Storia del cinema italiano. 1954/1959, Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, Venezia, 2004.