Italofilia è l'ammirazione, stima ed amore verso l'Italia e gli italiani per la loro storia, cultura, eccellenza nelle arti e per la posizione di rilievo internazionale dell'Italia.
Il termine viene storicamente utilizzato soprattutto in due aree: nell'ambito della politica internazionale e in quello della cultura. Oggi è utilizzato anche in campo socioeconomico e in riferimento allo stile di vita italiano.
Anche in Francia vi fu molta italofilia durante il Rinascimento: Francesco I portò molti italiani (da artisti a giudici) alla sua corte, tra i quali lo stesso Leonardo da Vinci, autore della famosa Gioconda, che venne poi acquistata dallo stesso Re.[2] L'opera finirà più tardi al museo del Louvre, e, salvo il periodo (1800-1804) durante il quale Napoleone la fece appendere nella sua camera da letto, lì resterà negli anni a venire.[3]
Lo stesso è accaduto in Spagna e Portogallo, dove le rispettive Corti hanno adottato lo stile italiano di vita: il re Giovanni II del Portogallo ha entusiasticamente imitato i principi italiani ed i loro modi raffinati.[4]
Negli Stati Uniti d'America, quando vennero fondati alla fine del Settecento, vi era molta italofilia che si manifestava non solo nell'ammirazione dei grandi scopritori e navigatori italiani (Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci e Giovanni Caboto), ma anche nel fatto che alcuni ideatori della stessa Costituzione statunitense - come Benjamin Franklin - guardavano all'Italia con molta stima e finanche come modello giuridico e storico-sociale.[7] Inoltre praticamente quasi tutti gli ambienti acculturati e letterari della giovane America mostravano italofilia[8].
Anche il presidente statunitense Thomas Jefferson era un dichiarato italofilo che promosse e favorì il palladianesimo nell'architettura statunitense di quei decenni (la stessa Casa Bianca ne fu ispirata): con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010 il Congresso degli Stati Uniti d'America ha riconosciuto Palladio come Padre dell'architettura americana.[9]
Nell'Ottocento ci fu molta simpatia per l'Italia e la sua unificazione politica: John Ruskin e la stessa regina Victoria della Gran Bretagna (che ammirava molto l'Opera italiana[10]) sono stati moderati italofili che apprezzavano Giuseppe Garibaldi e gli italiani.
Gli italofili nel mondo apprezzarono molto i contributi alla scienza di Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, oltre che di scienziati italiani dei secoli XVIII, XIX e XX quali il fisico e inventore della pilaAlessandro Volta, il fisico e chimico Amedeo Avogadro e l'inventore del telefonoAntonio Meucci. Negli Stati Uniti vi furono convegni di ringraziamento - promossi dagli italofili delle organizzazioni italo-americane - per l'inventore della radio Guglielmo Marconi, quando nel 1909 vinse il Premio Nobel per la fisica "in riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili", e per Enrico Fermi quando nel 1938 si aggiudicò il Premio Nobel per la fisica "per la sua dimostrazione dell'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti".
Infine nel Novecento ci sono stati diversi dittatori che hanno mostrato italofilia, modellando i propri regimi autoritari sul fascismo di Benito Mussolini: Adolf Hitler (Germania), Francisco Franco (Spagna) ed António de Oliveira Salazar (Portogallo) erano ammiratori dell'Italia. Inoltre, Juan Domingo Perón è stato il più famoso di questi seguaci in America Latina: il critico Carlos Fayt ha detto esplicitamente che il peronismo argentino era una "implementazione argentina del fascismo italiano".[11]
Un importante simbolo di italofilia nel mondo è l'apprezzamento per la cucina italiana. La pizza napoletana ad esempio, viene considerata come il piatto più universale nella società occidentale contemporanea: a New York (Stati Uniti) e San Paolo (Brasile) vengono consumate un milione di pizze ogni giorno.[14]
Inoltre si nota uno dei migliori indicatori dell'italofilia nei circa 45 milioni di turisti che visitano l'Italia ogni anno. Molti di loro vengono nella penisola italiana perché è l'unico Stato con ben 60 Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO su un totale di 1.211, più di qualunque altra nazione nel mondo.[15]
Ovviamente negli Stati delle Americhe, dove si è verificata una notevole emigrazione italiana nei secoli scorsi, si registra un'enorme italofilia: Argentina, Brasile, Uruguay, Canada, Stati Uniti e Venezuela hanno milioni di discendenti di italiani che promuovono nelle rispettive società l'amore e l'apprezzamento per l'Italia, favorendovi il commercio e l'uso di prodotti made in Italy.