Gina Cigna

Gina Cigna, nata Louise Geneviève Cigna[1], italianizzato in Luigia Genoveffa Cigna[2] (Angers, 6 marzo 1900Milano, 26 giugno 2001) è stata un soprano francese naturalizzato italiano.

Biografia

La giovinezza e gli inizi

Il padre Ernest era un generale che discendeva da una famiglia originaria di Cogne e la madre, Alice Charles, era nativa della Normandia: risiedevano comunque a Parigi. La giovane Cigna si iscrisse al Conservatorio della capitale francese, dove si diplomò in pianoforte a pieni voti studiando con il celebre pianista svizzero Alfred Cortot per intraprendere la carriera di concertista. ALl'inizio si esibì a Parigi e in altre città francesi riscuotendo un buon successo.[3]

Fu nel 1918 che Gina Gigna si innamorò della lirica, dopo che assistette con i genitori a una rappresentazione della Thaïs all'Opéra.[3] Iniziò dunque a studiare canto, nonostate la contrarietà della famiglia, promettendo di rinunciare a esibirsi in pubblico. Scelse come insegnante il soprano Emma Calvé, una tra le cantanti più ammirate tra l'Ottocento e il Novecento, con la quale studiò per sette anni.[4]

Nel 1921 conobbe e sposò il tenore francese Maurice Sens, di molti anni più anziano di lei, dal quale ebbe il figlio Pierre. Dopo la morte del padre, che era il suo principale freno verso il teatro, ottenne un'audizione all'Opéra che superò ottimamente, ma si trovò al cospetto di un ambiente pessimo che la spinse, su consiglio di Calvé, a trasferirsi in Italia. A Milano grazie all'agente Enrico Barbacini fu presentata al direttore d'orchestra Arturo Toscanini per un'audizione al Teatro alla Scala.[5]

Il debutto, la maturità e il successo

L'anno seguente, il 23 gennaio 1927, esordì ufficialmente al Teatro alla Scala di Milano interpretando il ruolo di Freja nell'Oro del Reno di Wagner: il successo fu tiepido, la sua voce, ancora immatura, necessitava di un ulteriore affinamento. Si ritirò dalle scene per i due anni seguenti, durante i quali si perfezionò, ripresentandosi all'Arena di Verona nel luglio 1929 come Margherita in Faust e alla Scala il 19 dicembre come Donna Elvira nel Don Giovanni. Il successo fu trionfale, portando la Cigna a costruirsi in quel teatro un solido repertorio di ruoli lirico-drammatici che la imposero come uno dei maggiori soprani drammatici del periodo.

Negli anni quaranta la sua fama raggiunse l'estero e cantò a Parigi, Londra, Chicago, San Francisco e New York. Nel 1981 le fu assegnato il premio Giacomo Puccini, con la motivazione: "La massima interprete del ruolo di Turandot nel Novecento".

L'abbandono della carriera e gli ultimi anni

Nel 1947, mentre si recava a Vicenza per una recita, fu coinvolta in un incidente stradale in cui il pullman di linea su cui viaggiava si capovolse in un fosso. La Cigna uscì illesa dal mezzo e si presentò a teatro, ma durante la rappresentazione fu colta da un attacco cardiaco. Costretta a ritirarsi dalle scene a soli 48 anni, si dedicò all'insegnamento in vari conservatori (Toronto, Roma, Siena), fino a quando si stabilì definitivamente a Milano, dove tenne corsi di perfezionamento alla scuola del Teatro alla Scala; tra le sue allieve, i soprani Ghena Dimitrova e Maria Dragoni, il mezzosoprano Fiorenza Cossotto.

Negli ultimi anni restò vedova anche del secondo marito e perse tragicamente il figlio. Morì a Milano all'età di 101 anni nella sua casa di largo V Alpini. È sepolta nel cimitero maggiore di Milano[6]; è inoltre iscritta al Famedio, nel cimitero monumentale di Milano[7].

Vocalità e personalità interpretativa

Dotata di una voce calda e piena, estesa, vigorosa, duttile e agile, è stata una grande interprete del repertorio romantico italiano, ma la poca propensione al canto di scuola e la mancanza di un'autentica tecnica virtuosistica (la sua Norma fu molto criticata per l'esecuzione pasticciata delle agilità) le hanno precluso il repertorio belliniano e donizettiano. Come attrice possedeva senso della misura, presenza scenica e forte temperamento drammatico.[senza fonte]

Repertorio

Discografia

Curiosità

  • Quando interpretò per la prima volta l'Iris di Mascagni, sotto la direzione dello stesso autore, costui si dimostrò eccessivamente esigente verso di lei. Seccata, il soprano gli disse allora: «Caro maestro, se anche così non le va bene, venga sul palco e canti lei la sua opera»[8]

Note

  1. ^ Come da registro degli atti di nascita del Comune di Angers, archivi dipartimentali Maine-et-Loire a pagina 28, atto n° 106 https://www.archinoe.fr/v2/ad49/visualiseur/registre.html?id=490040236
  2. ^ Così appare nei registri cimiteriali milanesi, consultabili tramite l'applicazione per dispositivi mobili "Not 2 4get"
  3. ^ a b Baudissone, p. 18
  4. ^ Baudissone, p. 19
  5. ^ Baudissone, pp. 19-20
  6. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  7. ^ Famedio 2016, su mediagallery.comune.milano.it. URL consultato il 27 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2018).
  8. ^ Da una testimonianza diretta di Gina Cigna del 1986

Bibliografia

  • Bruno Baudissone, Principessa Turandot: la voce e l'arte di Gina Cigna, collaborazione di M. Petraglia, Parma, Azzali, 1989.

Collegamenti esterni

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