Tra i suoi contributi agli studi indeuropei è anche l'elaborazione del concetto di "peri-indeuropeo", ossia di tutto ciò che presenta caratteri ibridi indeuropei e non indeuropei ("anindeuropei"). Il termine indica sia lingue che territori ("aree" o "fasce peri-indeuropee"), ma anche popoli e altro. Il peri-indeuropeo si presenta in una sfera marginale rispetto all'area di diffusione indeuropea, dove tradizioni estranee a quella indeuropea sarebbero progressivamente alterate dal contatto con quelle indeuropee. Può esser visto come un "indeuropeo periferico" in formazione, definita da Devoto un'«indeuropeità approssimativa». Egli propose e più volte sostenne la definizione della lingua etrusca come peri-indeuropea[4].
^Piero Calamandrei e la Costituzione, Atti del Convegno tenuto a Salice Terme nel 1997, Milano, M&B, 1997, pp. 59-60.
^Giacomo Devoto, Pelasgo e peri-indeuropeo (1943) in Studi etruschi, Firenze, Olschki, 1971.
Bibliografia
Voce "Giacomo Devoto" in AA.VV., Biografie e bibliografie degli Accademici Lincei, Roma, Acc. dei Lincei, 1976, pp. 891–892.
Luigi Heilmann, Ricordando Giacomo Devoto (1897-1974), in «Atti dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna. Rendiconti», LXIII/2 (1974-1975), pp. 279–301
Antonio Carrannante," Recensione" a: Giacomo Devoto, "Il linguaggio d'Italia. Storia e strutture linguistiche italiane dalla Preistoria ai nostri giorni", Milano, Rizzoli, 1974, in «Belfagor», 1974, V, pp. 604–606.