Si occupò di problemi relativi alla polarizzazione delle pile e alla determinazione dell'ohm; previde la reversibilità del fenomeno della piezoelettricità del quarzo (effetto Lippmann) che fu verificata dai fratelli Pierre e Paul Jacques Curie.
Lippmann è ricordato in particolare per il suo innovativo metodo per ottenere delle fotografie a colori[2]: in particolare, Lippmann riuscì a produrre una lastra fotografica a colori sfruttando l'interferenza delle onde dell'immagine con la loro stessa riflessione su uno specchio di mercurio posto dietro l'emulsione sensibile. Ogni raggio di luce impressiona l'emulsione in punti la cui distanza è legata alla sua lunghezza d'onda, dunque al suo colore. Illuminando la lastra ottenuta in modo particolare, si possono ricostituire, per un angolo di vista abbastanza ridotto, i raggi che hanno generato la lastra.
Per funzionare, i grani dell'emulsione devono essere molto piccoli (dell'ordine della lunghezza d'onda del blu), e dunque poco sensibili. Per questo, ogni foto presa da Lippmann richiedeva da qualche minuto ad ore di esposizione. Molte lastre di Lippmann, tuttora conservate in buone condizioni, riproducono nature morte o scorci del parco di Versailles.
Nel 1908 Lippmann suggerisce uno sviluppo al sistema autostereoscopico registrato da Frederic Eugene Ives nel 1903 con il nome di barriera di parallasse, che permetteva di vedere fotografie stereoscopiche senza l'ausilio di uno stereoscopio. Lippmann, infatti, suggerisce di servirsi di una rete di lenti al posto delle linee che costituiscono la barriera di parallasse, e dà a questo sistema, che più tardi verrà chiamato sistema lenticolare, il nome di "fotografia integrale"[3][4].
Lippmann morì in mare il 13 luglio 1921, a bordo del transatlanticoSS Paris, mentre tornava da una missione in Nord America.
Il metodo di Lippmann per la fotografia a colori non ebbe seguito commerciale, in quanto soppiantato dal metodo tricromatico dei fratelli Lumière. Tuttavia gli studi di Lippmann furono alla base, cinquant'anni dopo, dell'invenzione degli ologrammi.
Note
^(FR) J.P. Pier e J.A. Massard, Gabriel Lippmann et le Luxembourg (PDF), in Gabriel Lippmann: Commémoration par la section des sciences naturelles, physiques et mathématiques de l'Institut grand-ducal de Luxembourg du 150e anniversaire du savant né au Luxembourg, lauréat du prix Nobel en 1908, Lussemburgo, Section des sciences naturelles, physiques et mathématiques de l'Institut grand-ducal de Luxembourg en collaboration avec le Séminaire de mathématique et le Séminaire d'histoire des sciences et de la médecine du centre universitaire de Luxembourg, 1997, pp. 81-111.