I francescani scalzi sorsero per opera di Pietro d'Alcántara (1499-1562): dopo aver abbracciato la vita religiosa nei guadalupensi (1515), nel 1517, con la divisione formale dell'Ordine francescano, passò tra i minori osservanti della provincia di San Gabriele (Estremadura) e ricoprì le cariche di guardiano, definitore e ministro provinciale; nel 1554 si ritirò nell'eremo di Santa Croce a Coria e poi in quello del Palancar di Pedroso dove iniziò a pensare di creare un ramo di francescani riformati di strettissima osservanza.[1]
Pietro promosse un'austera vita penitenziale e introdusse delle riforme dirette alla restaurazione della povertà del francescanesimo primitivo. I suoi frati della sua riforma presero il nome di "scalzi", ma egli volle mantenerli sempre nell'ambito e giurisdizione dei conventuali. Subito dopo la sua morte, con la bolla In suprema militanti Ecclesiae (25 gennaio 1563) papa Pio IV sottrasse gli scalzi alla giurisdizione dei conventuali e li pose alla dipendenza degli osservanti.[3]
Dopo la canonizzazione di Pietro d'Alcántara (1669) i frati minori scalzi presero a essere chiamati soprattutto "alcantarini".[3]
Verso la fine del XVIII secolo gli alcantarini contavano venti tra province e custodie ma, dopo le soppressioni e le secolarizzazioni del periodo successivo, alla fine del XIX secolo le province erano ridotte a sei. Il 4 ottobre 1897 gli alcantarini vennero uniti assieme alle altre famiglie osservanti nell'Ordine dei frati minori.[5]
Note
^G. Odoardi e A.G. Matanić, DIP, vol. I (1974), col. 473.
^G. Odoardi e A.G. Matanić, DIP, vol. I (1974), col. 475.
^abG. Odoardi e A.G. Matanić, DIP, vol. I (1974), col. 476.
^Significativo fu il ruolo dei minori scalzi dell'Italia meridionale nella propagazione della devozione alla Madonna del Pozzo di Capurso (cfr. M. Mariella, Il Santuario di Capurso nella storia e nella tradizione, LMP, 1996).
^abG. Odoardi e A.G. Matanić, DIP, vol. I (1974), col. 477.
Bibliografia
Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.