Fu nominato maggiore nel 1849, barone di Kuhnenfeld e tenente colonnello nel 1853. Promosso capo di stato maggiore generale assunse il comando dell'11º Corpo d'armata stanziato in Ungheria. Nel 1856 insegnò strategia alla scuola di guerra di Vienna, mentre nel privato fu un grande appassionato anche di astronomia e geografia.
Kuhn, tuttavia, si imparentò con la famiglia solo 20 anni dopo la morte del vecchio feldmaresciallo, in un momento in cui essa aveva perso gran parte della antica influenza, e dopo aver provato sul campo il proprio valore.
Sconfitto da Garibaldi a Bezzecca e stretto da oriente dalla avanzata di Giacomo Medici, fu costretto a ripiegare e predisporsi a subire l'assedio di Trento. Egli aveva, in effetti, ottenuto dall'arciduca Alberto l'autorizzazione a ritirarsi, se costretto, a difesa dell'Alto Adige di lingua tedesca, abbandonando il Trentino italiano.
Da queste ambasce venne salvato il 26 luglio: nella notte era giunta la notizia che dalla mattina del 25 luglio era entrata in vigore una tregua d'armi di otto giorni, fra Italia ed Austria.
Teorico della guerra alpina
Dopo la guerra Kuhn promosse un piano per la radicale riorganizzazione difensiva del Trentino e dell'Alto-Adige, che affidò al k.u.k. Befestigungs - Bau Direktor in Trient colonnello barone Daniel Salis-Soglio.
La campagna aveva dimostrato l'importanza di disporre di una adeguata forza di protezione dei valichi alpini aperti sul Trentino e sull'Alto Adige austriaci. Specie ora che, con l'acquisizione del Veneto, il confine alpino si estendeva per alcune centinaia di chilometri. Meglio ancora se tale difesa fosse stata affidata agli stessi valligiani. La stessa capacità di manovra del Kuhn, d'altra parte, doveva gran parte della sua efficacia alla disponibilità di reparti e milizie indigene trentine-tirolesi, avvezze alle marce ed ai combattimenti in quota.
Così si spiega il grande interesse suscitato da un suo famoso volume sulla guerra in montagna, tradotto anche in italiano: esso servì da base al generale italiano Agostino Ricci per la concezione della fanteria speciale da impiegare in montagna, gli Alpini.
I riconoscimenti
Il generale Kuhn fu sempre considerato nelle alte sfere militari austriache e presso la monarchia come il vincitore della guerra in Trentino contro il Corpo Volontari Italiani di Garibaldi. Per questi meriti fu promosso luogotenente maresciallo e, il 29 agosto 1866, insignito della croce di commendatore dell'Ordine di Maria Teresa, la stessa onorificenza fu attribuita all'ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff, vincitore della battaglia navale di Lissa.
Fu inoltre nominato ministro della Guerra di Francesco Giuseppe dal 1867 al 1874 e governatore di Graz, comandante generale della Stiria, Carinzia e Carniola. Come ministro introdusse il servizio militare obbligatorio e nel 1871 riordinò la difesa di confine. Nel 1888 fu meritatamente congedato.
Gli ultimi anni
Dopo il ritiro, Kuhn acquistò una vecchia villa a Strassoldo, attualmente Villa Vitas: qui, la figlia Rosa, vi possedeva il castello ereditato dal di lei suocero Michele Strassoldo, defunto nel 1873. La figlia aveva impiantato, nei fabbricato annessi al castello ‘di Sopra’, una pilatrice ad acqua per la pulizia del riso che inviava regolarmente alla corte di Vienna dove era di casa.
Kuhn vi si era recato, spesso, in villeggiatura, e si era affezionato al luogo. Lì trascorse gli ultimi anni della sua vita: vi impiantò un ampio parco e vi morì nel 1896.
La guerra di montagna: dall'opera Der gebirgskieg, a cura di Chiaffredo Hugues, 1872.
Bibliografia
M. Milani, Giuseppe Garibaldi, Mursia, 1982.
R. Gasperi, Per Trento e Trieste. L'amara prova del 1866, I volume, Trento 1968.
G. Punzo, Der Gebirgskrieg di Franz Kuhn von Kuhnenfeld: i precursori del caso italiano nella guerra in montagna, in Virgilio Ilari (a cura di), Antologia Militare, Storia Militare Moderna, Numero 3, Fascicolo 11, Giugno 2022, pp. 805–852
L. Ricaldone, Diario di un caro nemico, Ed. Goriziana, Gorizia 1992.
Pierer's Universal Lexicon, Band 9. Altenburg 1860, S. 880.