Arilica, nome della cittadina durante il dominio romano, dovette sicuramente già essere fortificata, come sembrano dimostrare le fondazioni di due torrioni romani presso il ponte sul Mincio; d'altronde Arilica era base della flotta militare lacustre romana, e un centro così strategico doveva forzatamente essere protetto da possibili incursioni esterne. Agli inizi del XIII secolo venne nuovamente fortificata e quindi rafforzata durante il secolo successivo per opera degli Scaligeri e in special modo di Mastino II della Scala, a cui si deve la costruzione della Rocca e il completamento della cinta muraria: il borgo si trovò così protetto su cinque lati da mura turrite e dalla Rocca posta nell'angolo meridionale, oltre che dal fiume Mincio che circondava, come oggi, l'abitato.[1]
Gli interventi della Serenissima
Nel Quattrocento la piazzaforte di Peschiera passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, la quale decise di rinnovare le fortificazioni secondo i criteri adottati in quell'epoca: la cinta venne quindi terrapienata e bastionata su progetto redatto da Guidobaldo della Rovere, i cui lavori furono affidati a Michele Sanmicheli. Questa nuova cinta fortificata alla moderna seguiva l'andamento di quella medievale, quindi con cinque lati ma con cinque angoli protetti da bastioni (chiamati Guerini, San Marco, Contarana, Feltrin e Tognon). Lungo la cinta vennero inoltre aperte due porte, porta Verona e porta Brescia, poste quindi in direzione delle strade che conducevano alle due importanti città. Intorno alla metà del Cinquecento la Rocca Scaligera venne modificata e terrapienata per trasformarla in cavaliere, adatto all'utilizzo di moderne artiglierie. Le opere difensive di Peschiera subirono però numerosi guasti, tanto che ad inizio Seicento si procedette ad importanti restauri e all'aggiunta di rivellini di fronte alle porte di accesso al borgo.[1]
La trasformazione in piazzaforte
Nel 1797, a seguito del trattato di Campoformio e dopo quattro secoli di governo veneto, la fortezza passò sotto il dominio dell'Impero austriaco: considerato il momento storico, l'Austria fece notevoli investimenti per rafforzare in breve tempo le difese e aggiungere importanti opere militari esterne lungo la strada che portava a Brescia, nonostante ciò la fortezza finì sotto il controllo di Napoleone a seguito della Campagna d'Italia. A loro volta i francesi perfezionarono le opere verso oriente, e quindi verso il nemico austriaco, realizzando i forti di Mandella Vecchia e di Salvi Vecchia: la città rimase sotto controllo francese solo per un breve periodo, tornando quindi sotto il dominio austriaco al crollo dell'Impero francese. Gli austriaci costruirono altri due fortificazioni militari presso le precedenti, e per questo chiamate Mandella Nuova e Salvi Nuova; dopo questi lavori Peschiera passò a costituire un robusto caposaldo del Quadrilatero, insieme a Legnago, Mantova e Verona. Altri importanti lavori vennero ideati a seguito della prima guerra di indipendenza, che aveva visto la fortezza assediata a catturata dai piemontesi: per evitare che potesse succedere nuovamente di perdere una delle principali fortezze austriache in pianura padana, gli Austriaci procedettero alla costruzione di altri forti intorno alle antiche difese, andando a realizzare una vera e propria piazzaforte costituita da una costellazione di forti militari che gravitavano attorno alla Fortezza di Peschiera vera e propria: vennero in breve tempo realizzati i forti Cappuccini, Papa, Laghetto, Saladini, Baccotto, Ardietti, Cavalcaselle, Polveriera e Fenilazzo. Passato infine in mano italiana a seguito della terza guerra d'indipendenza, la piazzaforte perse di importanza strategica.[1]
Edifici militari
All'interno della fortezza sono stati realizzati nel corso degli anni numerosi edifici a funzione militare, racchiusi da possenti cinte murarie in laterizio e difese da cinque baluardi, oggi denominati, partendo da quello settentrionale e in senso orario, bastione Querini, bastione San Marco, bastione Cantarane, bastione Feltrin e bastione Tognon, tutti realizzati tra il 1551 ed il 1553.[2] Gli edifici situati sull'isola settentrionale sono:
Porta Verona e il suo ponte
Stabilimento d'artiglieria di Porta Verona
Caserma di Fanteria Francesco I
Palazzo del Comando di Piazzaforte
Padiglione Grandi Ufficiali
Palleria Austriaca
Ad unire a partire dal 1556 l'isola settentrionale e quella meridionale, divise dal Canale di Mezzo, ci pensa una porzione di cortina muraria provvista di voltoni sull'acqua, chiamato proprio Ponte dei Voltoni.[2] Infine, quindi, gli edifici situati sull'isola meridionale:
Complesso della Rocca Scaligera
Ospedale militare d'Armata
Polveriera Austriaca
Ex Caserma di Cavalleria, oggi Palazzo del Municipio
Vittorio Lino Bozzetto, Peschiera: storia della città fortificata, Peschiera del Garda, Franke, 1997.
Giuseppe Gerola, Documenti sulle mura di Peschiera, Verona, La Tipografica Veronese, 1927.
Donato Taccardi, Amministrazione e società in un territorio della terraferma veneta: Peschiera tra '500 e '600, Peschiera del Garda, Centro di Documentazione Storica della Fortezza di Peschiera e del suo territorio, 1988.