Negli anni cinquanta collaborò alle riviste d'avanguardia Il Gesto, Boa e Phases. Nel corso degli anni, la passione per la scrittura aumentò, portandolo alla pubblicazione di numerosi libri, tra i quali Patafisica (1982), Automitobiografia (1983), Impariamo la pittura, Fantasia e realtà con Guttuso, Ecologia dell'arte[2][4].
Nel 1957 firmò il manifesto Contro lo stile e tenne la prima personale all'estero, presso la Gallery One di Londra; Nel 1959 partecipa con altri 15 pittori e con Franco Palumbo, G. Novelli, A. Perilli, M. Rotella, alla Prima Rassegna Documento dell'Arte Attuale nel Sud (Galleria San Carlo). nel 1959 aderì al Manifeste de Naples. Nel 1962 partecipò a New York alla mostra The Art of Assemblage, in occasione della quale conobbe Duchamp. Tra il 1963 e il 1966 trascorse molte tempo a Parigi, dove entrò a far parte del Collège de 'Pataphysique. Nel 1964 ottenne una sala personale alla Biennale di Venezia e nello stesso anno espose alla Triennale di Milano.
Sempre attento agli aspetti sociali del proprio lavoro, consacrò nel 1972 una grande tela a "I funerali dell'anarchico Pinelli" (o, secondo l'intendimento del pittore, "L'assassinio dell'anarchico Pinelli"[5]), dove riprese le proprie figure ispirate a Guernica ed i propri personaggi grotteschi e da parodia. Dopo quarant'anni[6] e varie esposizioni fuori dal capoluogo lombardo, nell'estate 2012 l'opera è stata esposta dove inizialmente previsto, ossia al Palazzo Reale di Milano[7].
Il manifesto ed il bando di gara ufficiali del torneo San Giorgio su Legnano scacchi riportano la scultura Gli scacchi dell'artista, da sempre logo della manifestazione. Baj aveva deciso, come gesto di amicizia nei confronti degli organizzatori del torneo, di permettere gratuitamente la riproduzione della sua opera per pubblicizzare la competizione.
Nel 2023 opere di Baj sono state esposte nella collettiva PataAsemica presso la Stecca 3 di Milano. La mostra, a cura di Duccio Scheggi, Marco Garofalo e Giuseppe Calandriello, sviluppava un dialogo estetico-concettuale tra la Patafisica e la Scrittura asemica. [8].
«Le forme si disintegrano: le nuove forme dell'uomo sono quelle dell'universo atomico. Le forze sono le cariche elettriche. La bellezza ideale non appartiene più ad una casta di stupidi eroi, né ai robot. Ma coincide con la rappresentazione dell'uomo nucleare e del suo spazio.[...] La verità non vi appartiene: è dentro l'atomo. La pittura nucleare documenta la ricerca di questa verità[10]»
Da tali scelte traspare immediatamente l'animo di questo artista e la sua capacità di eviscerare la realtà fino alle dimensioni atomiche, elaborandone un'interpretazione del tutto personale. Con l'utilizzo dei più disparati materiali, quali il legno, le stoffe, il meccano, i tubi idraulici, Baj ci ha consegnato una visione mostruosa del mondo, attraverso la moda come forma degradata dell'arte e attraverso l'incontrollabile progresso della tecnologia: ormai regina del genere umano, responsabile della sua robotizzazione e del moderno prevalere della forma sulla sostanza.
Attività artistica
Baj ha utilizzato tecniche diverse, dal dripping al collage, talvolta contemporaneamente insieme a intarsio e impiallacciatura, come nelle Modificazioni (1959-1960). Nelle Cravatte del 1967-1968 ha utilizzato materiali plastici. L'Apocalisse del 1978 è un puzzle tridimensionale che lo ha portato nuovamente ad avvicinarsi al teatro dopo le esperienze degli anni sessanta.
Opere di Enrico Baj fotografate da Paolo Monti nello studio dell'artista nel 1960
^Secondo Enrico Deaglio, G. Picone, Così quella bomba ha cambiato l'Italia, Il Mattino, 12 ottobre 2019, p. 16, "si sarebbe dovuto esporla il 17 maggio 1972, ma quel giorno ci fu l'assassinio di Calabresi".
Baj Enrico, Impariamo la pittura, Tutto ciò che serve per diventare un grande artista, o un allegro falsario, o un pittore che fa sul serio e vuole divertirsi, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1987, ISBN 88-17-13688-3
Luciano Campanile e Roberta Cerini, Baj: dalla materia alla figura, Skira, 2010.
Giorgio Mascherpa (a cura di), Pinacoteca di pittura e scultura italiana moderna in Palazzo Ricci, Macerata, Carima - Cassa di risparmio della Provincia di Macerata, 1984.